domenica 27 luglio 2025

Mozia, ritrovata una statua femminile nel Ceramico punico

Mozia, la statua femminile emersa dagli scavi
(Foto: ilgiornaledellarte.com)

Sull'isola di Mozia è stata scoperta una statua in marmo risalente al V secolo a.C. La statua è emersa nell'area K, cosiddetta "Ceramico", una delle più grandi officine ceramiche puniche del Mediterraneo centrale. Lo scavo è stato condotto dall'Università di Palermo in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani.
La statua misura 72 centimetri di altezza, compreso il basamento, e rappresenta una figura femminile in movimento avvolta in un chitone ed un himation, abbigliamento femminile della tradizione greca. La parte superiore è mancante ma sono ben visibili i fori dei tenoni metallici che indicano una realizzazione in più blocchi.
La statua è stata rinvenuta lungo il bordo di una vasca deputata alla lavorazione dell'argilla. La posizione in cui si trovava porta a credere che vi sia stata deposta intenzionalmente. Probabilmente può essere collegabile all'assedio di Mozia portato dal tiranno Dioniso di Siracusa nel 397 a.C. La statua mostra le caratteristiche tipiche della scultura greca tardo-arcaica. Il suo ritrovamento all'interno di una bottega punica è il segno tangibile del dialogo culturale tra le due civiltà, quella punica e quella greca.
La nuova scoperta rilancia Mozia quale sito chiave per comprendere la complessità culturale del Mediterraneo antico. Il suo è, dunque, un valore sia artistico che storico, una rara testimonianza di arte greca in un insediamento punico, che apre nuove prospettive sulle dinamiche culturali, economiche e politiche della Sicilia del V secolo a.C.

Fonti:
finestresullarte.com
palermotoday.it

Cirene, scoperta una necropoli ellenistica con corredi e resti di statue


Libia, statua acefala probabilmente di
Persefone rinvenuta a Cirene
(Foto: Oliva Menozzi, Università di
Chieti-Pescara)
A volte accade che, nelle ricerche archeologiche, nei giorni finali degli scavi si facciano scoperte interessanti. E' quello che è accaduto anche a Cirene, nella Libia nordorientale, dove stanno scavando gli archeologi dell'Università di Chieti-Pescara diretti dalla Professoressa Oliva Menozzi.
Nella necropoli nord della città libica sono emerse tombe rupestri di età ellenistica dalla raffinata facciata architettonica con loculi, sarcofagi e, tra i reperti, una statua femminile acefala ed un piccola testa, ceramica attica, sementi ed un corpo incenerito.
"Abbiamo cominciato a smontare i detriti ed i blocchi e sono venute fuori quattro sepolture del tutto ignote a testimonianza del fatto che la necropoli continuava in quella zona con fitte tombe architettoniche. - Ha dichiarato la Professoressa Menozzi. - Intanto abbiamo scavato tre camere funerarie rupestri, di datazioni differenti, in un'altra vorremmo tornare tra settembre ed ottobre, ed abbiamo trovato due piccoli sarcofagi, inizialmente attribuiti a infanti o adolescenti, ma che invece si sono rivelati essere a incinerazione".
Due tombe di età ellenistica presentano quattro o cinque loculi con sei o sette defunti con corredi, sia di adulti che di bambini. All'interno delle sepolture ceramica attica importata dalla Grecia e balsamari con ancora tracce di profumo che dovranno essere analizzate con la gascromatografia.
Le tombe ellenistiche hanno restituito una piccola testa di divinità funeraria, legata ad uno dei due sarcofagi per l'incinerazione, ed una statua femminile, probabilmente la personificazione di Persefone per accompagnare i defunti nell'aldilà.
Sono state rinvenute anche coroncine di foglie in bronzo e perline in terracotta rivestite in foglia d'oro trovate su due defunti. Si tratta di un tipo di corona ellenistica finora mai rinvenuta a Cirene.
Mentre la ceramica di un paio di tombe risale alla fine del IV secolo a.C., quella nella sepoltura più antica risale alla fine del VI secolo a.C. Si tratta della tomba più grande e prestigiosa, dove è stata rinvenuta una notevole quantità di ceramica a vernice nera e a figure nere, quella ateniese per eccellenza che veniva prodotta anche a Cirene. Sono state ritrovate anche piccole ciotoline e piatti con quelle che sembrano essere sementi che, naturalmente andranno indagate nelle sedi opportune.
A Cirene operano tre università italiane: oltre a quella abruzzese intitolata a Gabriele D'Annunzio, operano anche l'ateneo Carlo Bo di Urbino con una missione diretta da Oscar Mei e l'Università Luigi Vanvitelli della Campania, con Serenella Ensoli. 

Fonte:
ilgiornaledell'arte.com

Tuscania, sepolture ed un edificio per il culto funerario rinvenuti nel 2025

Tuscania, particolare della sepoltura rinvenuta
(Foto: Alessandro Naso)
Un singolare edificio è stato riportato recentemente alla luce all'interno della necropoli di Sasso Pinzuto, a Tuscania, in provincia di Viterbo, dove dal 2022 sono in corso campagne di scavo condotte dall'Università Federico II di Napoli e dal Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies di Firenze, sotto la direzione di Alessandro Naso.
L'area contiene più di 130 sepolture a camera risalenti al VII-VI secolo a.C. e quelle di rilievo maggiore sono contenute all'interno di tumuli.
Nel 2024, proprio in chiusura dello scavo, era stata individuata la fondazione di una struttura quadrangolare in opera quadrata situata a ridosso dell'area dei tumuli e di una platea tufacea.
Nella campagna 2025, l'attenzione degli archeologi si è concentrata sull'edificio con un'attenzione particolare posta nel comprenderne la cronologia e la funzione. Nella trincea di fondazione del muro meridionale dell'edificio, ricavato nel vivo dello strato tufaceo naturale, è stata rinvenuta una teca inviolata. Lunga circa 80 centimetri e ricoperta da una lastra di tufo, accoglieva cinque vasi in bucchero che sono in corso di microscavo per conoscerne il contenuto originario.
Una delle forme è singolare: si tratta di un attingitoio, dotato di una sporgenza laterale forata in senso longitudinale, che lo rende un poppatoio  rinvia alla sepoltura di un neonato avvenuta nella prima metà del VI secolo a.C. Una deposizione che sembra precedere di poco l'edificio che, sulla base del rinvenimento di alcune terrecotte architettoniche decorate  a stampo con temi cari alle aristocrazie etrusche di epoca arcaica (cortei di carri, banchetti e danze), dovrebbe risalire al secondo quarto dello stesso secolo. Si tratta di un edificio dove si potevano svolgere culti funerari, fatto costruire nell'area della necropoli da una famiglia di rango aristocratico, che voleva sottolineare così la propria posizione sociale all'interno della comunità di appartenenza e i propri valori. Edifici simili, in Etruria, si possono trovare a Vulci ed a Cortona.

Fonte:
ilgiornaledellarte.com

Mozia, ritrovata una statua femminile nel Ceramico punico

Mozia, la statua femminile emersa dagli scavi (Foto: ilgiornaledellarte.com) Sull'isola di Mozia è stata scoperta una statua in marmo ri...