sabato 25 luglio 2009

Hagia Sophia, la Divina Sapienza



Hagia Sophia è non solamente una basilica ma anche il monumento principale di Istanbul. Come la città di cui è praticamente l'emblema, attraversò diverse fasi e destinazioni: fu dapprincipio una sede patriarcale, per divenire una moschea ed ora è un museo.
La sua gigantesca cupola è nota in tutto il mondo e la chiesa è considerata l'apice dell'architettura bizantina. Fu terminata nel 537 e restò la più grande cattedrale del mondo fino al completamento della cattedrale di Siviglia nel 1520.
Il primo nucleo dell'edificio sorse quando Costantino era ancora in vita, ma nel 337, anno della morte dell'imperatore, la chiesa era ben lungi dall'essere completata. Fu consacrata solo nel 360, al tempo di Costanzo II, dal patriarca Eudossio. Teodosio II la riedificò e riconsacrò nel 415, poichè era stata distrutta da un incendio. Ma le fiamme tornarono a distruggere nuovamente Hagia Sophia, questa volta conseguenza della rivolta di Nika, scoppiata contro l'imperatore Giustiniano I, nel 532. La chiesa fu ricostruita nuovamente, ma in forme ancora più grandiose dallo stesso Giustiniano. Della basilica teodosiana sussiste ancora un edificio laterale, la sacrestia.
Giustiniano volle ricostruirla probabilmente per espiare il massacro dei 30.000 abitanti di Costantinopoli caduti nella rivolta. Il progetto fu affidato agli architetti Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto il Vecchio, entrambi particolarmente abili nelle scienze matematiche e nella geometria. Gli artigiani che si dedicarono al progetto venivano da ogni parte dell'impero ed i materiali ornamentali ed i marmi furono importanti anche da regioni lontanissime.
Il 27 dicembre 527 si ebbe la consacrazione della chiesa in presenza di Giustiniano. Ma i pilastri che sostengono l'enorme cupola di 31 metri di diametro non erano sufficientemente robusti. Già lesionati durante la costruzione, furono ancor di più indeboliti dai terremoti del 553 e del 557.
La cupola crollò una prima volta il 7 maggio 558, sempre a causa di un terremoto. La chiesa venne riaperta al culto solo nel 563, dopo la costruzione di una nuova cupola, più leggera e rialzata di circa sei metri per meglio distribuire il carico. I lavori furono diretti da Isidoro il Giovane, figlio di uno dei primitivi architetti. In seguito la cupola venne ricostruita altre due volte, nel X secolo e nel XIV secolo a seguito di altrettanti crolli.
Quando Costantinopoli fu presa durante la quarta crociata, Hagia Sophia fu pesantemente saccheggiata e numerose reliquie scomparvero. Tra esse la Sacra Sindone, una pietra della Tomba del Cristo, il latte della Vergine Maria. Le ossa dei morti santi furono saccheggiate e la chiesa fu convertita in edificio di culto cattolico e tale rimase fino alla conquista dei Bizantini nel 1261, quando venne chiusa perchè praticamente in rovina, fino all'intervento di restauro degli architetti Astras e Peralta.
Nel 1453 Hagia Sophia venne trasformata in moschea in seguito all'occupazione di Costantinopoli da parte dei Turchi. Vennero tolti l'altare, le immagini sacre ed intonacati i mosaici parietali. Nel 1847 il sultano Abdul Mejid I affidò il restauro della chiesa-moschea a Gaspare Fossati che portò alla luce diverse immagini nelle gallerie e nel timpano.
Nel 1934 la chiesa fu definitivamente adibita a museo, su decisione di Mustafa Kemal Ataturk, primo presidente della Repubblica turca. Nel 1935 gli scavi hanno permesso di riportare alla luce un grande portico antistante l'edificio, costruito da Teodosio II, decorato da una maestosa cornice e con un fregio particolare: un agnello raffigurato con la coda a terminazione ingrossata, elemento orientale che non è stato mai riscontrato in decorazioni occidentali. Furono anche scoperti i mosaici ed i pavimenti in marmo che, in precedenza, erano stati coperti da tappeti.
La pianta della basilica fonde il rettangolo nel quadrato, ha tre navate, arcate divisorie a doppio ordine ed un'unica abside opposta all'ingresso che, all'esterno, si presenta poligonale. L'ingresso è preceduto da un doppio nartece (struttura tipica delle basiliche dei primi 6-7 secoli del cristianesimo, che serve a raccordare le navate con l'esterno della chiesa ed ha funzione di un corto atrio largo quanto la chiesa stessa. Anticamente ospitava i catecumeni ed i pubblici penitenti, ma questa funzione scomparve nel VII secolo). Gli interni sono arricchiti con mosaici, marmi pregiati e stucchi. Le colonne sono state ricavate dal prezioso porfido o marmo verde della Tessaglia, impreziosite con capitelli finemente scolpiti. All'interno alcuni corridoi laterali, riccamente decorati (che hanno ispirato la Basilica di S. Marco a Venezia) conducono al grande vano della navata centrale dominato dall'enorme cupola che poggia su pennacchio ed archi che scaricano il loro peso su quattro pilastri. Questi ultimi sono costruiti con pietre lavorate, legate tra di loro con colate di piombo. Volte, archi e pareti sono in laterizi. Nelle fascia superiore della grande cupola sono state aperte diverse finestre, alcune delle quali successivamente murate per non compromettere la stabilità della cupola, che inondano di luce l'edificio in ogni momento della giornata.
Sulle navate laterali corrono i matronei, da dove la corte imperiale assisteva alla messa. Inizialmente la decorazione interna era aniconica, con motivi persiani (ci si atteneva all'iconoclastia del VII secolo), poi Giustino II vi introdusse cicli evangeliche e scene tratte dal Dodecaorto, il sistema delle dodici feste bizantine. La cupola riporta un Cristo Pantocratore benedicente.

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