martedì 25 febbraio 2020

Gerusalemme, il tempio di Tel Moa

Gerusalemme, i resti del tempio di Tel Moa (Foto: english.tau.ac.il)
Nel 2012 un monumentale complesso templare risalente all'Età del Ferro, tra la fine del X e li inizi del IX secolo a.C., venne scoperto a Tel Moa, vicino Gerusalemme. Il sito è stato identificato quale la città biblica di Moa, compresa nei confini della tribù di Beniamino, centro amministrativo per lo stoccaggio e la ridistribuzione del grano.
Nella primavera del 2019, il primo scavo accademico nel sito ha portato alla luce due edifici di culto, uno sovrapposto all'altro, a Tel Moa. Si tratta del complesso monumentale del tempio costruito alla fine del X-inizi del IX secolo a.C. Allo scavo hanno partecipato ricercatori dell'Università di Tel Aviv, Shua Kisilievitz e il Professor Oded Lipschits. Il tempio di Moa si conformava alle antiche convenzioni e tradizioni religiose del Vicino Oriente.
Il ricco complesso di manufatti architettonici e resti architettonici rinvenuti nel sito conta figurine a forma umana ed animali, un altare in pietra, un tavolo di offerta in pietra ed una fossa piena di cenere ed ossa animali.
Lo studio della funzione economica del sito in concomitanza con la sua funzione religiosa rafforza l'idea che emerse una politica locale nella regione nel corso del X secolo a.C. Si pensa che il tempio di Tel Moa sia stato costruito da un gruppo locale, inizialmente composto da diverse famiglie o villaggi.

Fonte:
english.tau.ac.il

Atene, le tavole di maledizione del Kerameikos

Atene, particolare di una tavoletta di maledizione trovata nel Kerameikos
(Foto: J. Stroszeck / Istituto Archeologico Tedesco)
Trenta tavolette di piombo, incise con maledizioni, sono state scoperte sul fondo di un pozzo di 2500 anni fa nell'area dell'Atene antica, nella zona del Kerameikos, principale cimitero di Atene. Le piccole tavolette invocano gli dei inferi per arrecare danni agli altri.
Si tratta di testi rituali, di soli graffiti su oggetti di piombo. "La persona che ha materialmente fatto la maledizione non è mai menzionata per nome. Viene menzionato solo il destinatario", ha osservato la Dottoressa Jutta Stroszeck, direttrice dello scavo del Kerameikos per conto dell'Istituto Archeologico Tedesco di Atene.
Prima di questa scoperta, decine di maledizioni del periodo classico (480-323 a.C.) erano state rinvenute nelle sepolture di persone morte anzitempo, ritenute messaggeri ideali per portare l'incantesimo negativo negli inferi.
Atene, modello di sarcofago con figurina in piombo rinvenuto nel
Kerameikos di Atene, V sec. a.C. (Foto: J. Stroszeck / Istituto
Archeologico Tedesco)
Il pozzo dove sono state rinvenute le trenta tavolette è stato scavato nel 2016 da un team di archeologi sotto la direzione della Dottoressa Stroszeck che stava indagando sull'approvvigionamento idrico a circa 60 metri dal Dipylon. Si tratta di un balneum pubblico, non privato, che operò dal periodo classico a quello ellenistico, dal V al I secolo a.C. I ricercatori pensano si tratti del balneum a cui fa riferimento il drammaturgo comico Aristofane e che venne menzionato anche in un discorso del IV secolo a.C. del retorico Isaeo.
Oltre alle tavolette contenenti maledizioni, il pozzo conteneva vasi potori (skyphoi), vasi per la miscelazione del vino (krater), lampade in argilla, speciali vasi a bocca larga utilizzati per attingere acqua (kadoi), manufatti in legno tra i quali una scatola, un raschiatore per lavori di ceramica, una puleggia in legno ed, inoltre, monete in bronzo e resti organici come ossa di pesca.
Atene, maledizione a forma di fegato rinvenuta nel Kerameikos
(Foto: J. Stroszeck)
C'è un motivo, a quanto pare, perché le tavolette siano state gettate nel pozzo. Secondo Cicerone, Demetrios di Phaleron, che governò Atene nel 317-307 a.C., emanò una legge per meglio organizzare la gestione delle sepolture. Creò, inoltre, anche un magistrato che doveva supervisionare l'ottemperanza alla legge. Quest'ultima vietava la deposizione delle lamine di maledizione nelle sepolture, come era solitamente fatto (ne sono state trovate 35 nelle tombe del Kerameikos). In questo modo, chi voleva inviare delle maledizioni, nel IV secolo a.C., si trovò costretto a ricorrere a delle alternative, quale quella di gettare le tavolette con incise le maledizioni in un pozzo.
Il pozzo è profondo dieci metri e, nella parte inferiore, è stata rinvenuta una nicchia di circa un metro di altezza, in calcare. Questa nicchia era dedicata alla ninfa dell'acqua contenuta nel pozzo. "L'acqua, e in particolare l'acqua potabile, era sacra", ha detto la Dottoressa Stroszeck. "Nella religione greca era protetta dalle ninfe, che potevano diventare piuttosto pericolose quando si faceva un cattivo uso della loro acqua". Per placare queste divinità, venivano fatte offerte quali vasi in miniatura contenenti dei liquidi ed altri doni gettati nell'acqua.
Atene, la nicchia dedicata alle ninfe presente nel
pozzo del Kerameikos (Foto: J. Stroszeck)
Le tombe del Kerameikos del periodo classico erano ornate, contrassegnate da screpolature, rilievi, animali scolpiti o vasi in marmo. Questa zona era caratterizzata dall'aspetto della transizione: dalla terra della città a quella rurale, dalla città dei vivi al regno dei morti. "In tali aree la presenza del divino e del soprannaturale sono stati intensamente sperimentati, motivo per cui le attività di culto e quelle mantiche (di profezia) sono state molto presenti in questi luoghi", ha affermato la Dottoressa Stroszeck.
Gli ateniesi ritenevano che le anime di certi defunti rimanessero attive attorno alle loro sepolture qualche tempo dopo la morte, per questo erano particolarmente indicate per recare le maledizioni nell'oltretomba, dove si sperava che le divinità ctonie avrebbero ottemperato a quanto chiesto dai vivi.
Sembra ci siano stati quattro motivi per maledire qualcuno, nell'Atene classica: innanzitutto per vincere una causa, poi per scopi commerciali, per vincere gare atletiche e per motivi legati all'amore o all'odio. Si assumeva, di norma, uno scriba abile nel comporre maledizione, il quale era ritenuto investito di un potere sovrannaturale che gli permetteva di conoscere le procedure e gli incantesimi necessari. La tavola con la maledizione veniva, poi, piegata, trafitta con un chiodo (defixio) e inchiodata alla bara in legno che conteneva il corpo del defunto.
Ma perché una civiltà che aveva dato vita alla filosofia, alla scienza ed alla logica si votava, parimenti, alla magia nera? La risposta può risalire al V secolo a.C., al momento in cui venne dedicato il Partenone, in cima all'acropoli, il momento più alto dell'ambizioso programma edilizio su quella collina portato avanti dallo statista Pericle. Questi aveva incontrato non poche opposizioni, durante la costruzione del Partenone. Alcuni ritenevano, non senza ragione, che non fosse giusto utilizzare il tesoro federale per gli scopi della sola città di Atene.
Pericle venne attaccato nell'assemblea di Atene. Durante un discorso di Tucidide, figlio di Melesias, quest'ultimo, che era riuscito a calamitare con passione l'attenzione e l'assenso dei convenuti, dovette interrompersi perché gli si bloccò improvvisamente la mascella. Probabilmente era stato colpito da un ictus, ma per gli astanti Tucidide era stato realmente colpito da una maledizione. Questo potrebbe spiegare l'improvviso aumento di tavolette di maledizione nel Kerameikos durante il V secolo a.C.

Fonte:
haaretz.com

lunedì 10 febbraio 2020

Cecoslovacchia, scoperto un antico pozzo

Cecoslovacchia, il pozzo appena rinvenuto (Foto: Ond'ej Wolf/Radio Ceca)
Gli archeologi Cechi hanno utilizzato lo zucchero bianco per preservare quella che potrebbe essere la più antica struttura lignea mai scoperta in Europa, un pozzo per l'acqua fatto con querce abbattute circa 7000 anni fa. Il pozzo è stato riportato alla luce all'inizio di quest'anno, durante la costruzione dell'autostrada D35. Si tratta di un ritrovamento isolato, con segni di tecniche costruttive utilizzate nell'Età del Bronzo e del Ferro.
Nelle vicinanze non sono state trovate tracce di un insediamento umano. Gli archeologi ritengono che il pozzo fosse una costruzione isolata che, molto probabilmente, serviva un certo numero di insediamenti situati ad una certa distanza. Il pozzo si è conservato grazie al livello dell'acqua che conteneva. I test sulle tavole di legno con il quale era stato costruito ha dimostrato che queste erano state ricavate da querce abbattute circa 7000 anni fa.
I ricercatori pensano che il pozzo sia stato utilizzato dai coloni durante quella che definiscono la Rivoluzione Neolitica, durante il passaggio da uno stile di vita di caccia e raccolta ad uno di agricoltura e insediamenti stabili. Il pozzo è il primo del suo genere rinvenuto, insieme ad un frammento di corno animale, ossa di uccelli ed una ciotola di ceramica.
Il pozzo si è conservato grazie all'acqua che lo sommergeva. I ricercatori hanno sostituito l'acqua con un agente di conservazione ampiamente utilizzato: lo zucchero bianco. Hanno immerso le assi di legno in una soluzione di saccarosio dove dovranno rimanere per alcuni mesi. Durante questo periodo la struttura cellulare danneggiata del legno sarà sostituita dal saccarosio, la cui composizione chimica è simile alla cellulosa del legno.

Fonte:
radio.cz

Santorini, scoperte dai nuovi scavi

Santorini, alcuni oggetti ritrovati negli scavi recenti sull'isola
(Foto: Ministero Greco della Cultura)
Ci sono nuove, importanti scoperte negli scavi di Akrotiri, sull'isola greca di Santorini (Thera). La maggior parte di queste scoperte è legata alla vita quotidiana delle persone che vivevano sull'isola prima dell'eruzione vulcanica che distrusse la maggior parte dell'isola e spazzò via la civiltà minoica dalla vicina Creta.
Sono stati ritrovati vestiti e frutta bruciata, forse gli ultimi oggetti che la popolazione di Santorini stava utilizzando pochi momenti prima dell'eruzione. Sono state anche trovati più di 130 oggetti di vasellame che solitamente si depone nelle sepolture. Lo scavo, patrocinato dalla Società Archeologica Greca, è diretto dal Professor Christos Doumas.
Santorini, ceramica bianca e nera rinvenuta nei recenti scavi sull'isola (Foto: Ministero Greco della Cultura)
Tra gli oggetti rinvenuti ci sono elementi in bronzo e piccoli frammenti e perline derivanti da una o più collane. E' stata trovata anche un'iscrizione composta da una sillaba in LineareA e un'ideogramma, tracciata con inchiostro su un oggetto legato, con tutta probabilità, all'utilizzo dell'edificio nel quale è stato rinvenuto.
I ricercatori si aspettano altre scoperte nel corso degli scavi. Akrotiri è un insediamento dell'Età del Bronzo, quando l'isola di Santorini era abitata da genti minoiche. La città venne sepolta dalla cenere vulcanica dell'eruzione del vulcano dell'isola.

Fonte:
greece.greekreporter.com

sabato 1 febbraio 2020

Nuove, interessanti scoperte ad Epidauro

Grecia, il tholos dell'antica Epidauro in fase di restauro ed i resti
dell'edifico di epoca arcaica appena scoperto
(Foto: Athens-Macedonian News Agency)
L'Asclepeion di Epidauro, nel Peloponneso, è uno dei siti antichi più importanti del mondo. Oggi deve gran parte della sua fama al teatro, una meraviglia dell'acustica ancora funzionante, ma in antico era utilizzato come santuario medico per guarire da malattie anche gravi. I malati provenivano da tutto il Mediterraneo orientale. Epidauro comprendeva alloggi, una palestra, uno stadio, il teatro che serviva per elevare lo spirito.
Secondo Esiodo, che fu attivo tra il 750 ed il 650 a.C., Asclepio, figlio di Apollo, considerato il dio della medicina, era nato ad Epidauro. Un nuovo edificio trovato nell'area dell'Asclepeion di Epidauro offre nuove informazioni sul famoso santuario, soprattutto per quel che riguarda i primi anni della sua creazione.
L'edificio appena scoperto è una struttura di epoca arcaica, la cui funzione è attualmente ancora sconosciuta. E' stato costruito nei pressi del tholos, o cupola, l'edificio più iconico dell'Asclepeion. La struttura ha una pianta rettangolare ed uno spazio seminterrato corrispondente al piano terra con mosaici. Si pensa risalga al 600 a.C. circa.
Il Professor Vassilis Lamprinoudakis, responsabile degli scavi ad Epidauro per l'Università di Atene, ha detto: "Questo significa che il culto di Asclepio è forse iniziato con l'Asclepeion stesso. Finora si riteneva che fosse iniziato nel 550 a.C., ora è evidente che le strutture sono precedenti e questo è particolarmente importante per la storia del santuario e per la storia di Asclepio stesso".
Dove è stato costruito il tholos, è stato trovato parte di un edificio, un edificio doppio, con un seminterrato a piano terra. Gli archeologi lo considerato un precursore del tholos. Quando si è deciso di costruire quest'ultimo edificio, il precedente è stato demolito. Lo spazio vuoto creato dalla sua distruzione era pieno di reliquie del vecchio edificio, ma anche da altre parti del santuario sepolte con rispetto e cura.
Il nome tholos è stato dato alla struttura da Pausania, nel II secolo d.C. Il suo nome originale, come si evince dalle iscrizioni del IV secolo a.C., era Thymeli. Thymeli era una sorta di altare utilizzato per i sacrifici, sul quale venivano disposte le offerte senza spargimento di sangue. Il tholos era una sorta di casa sotterranea di Asclepio, dove venivano ospitati i pazienti che qui dormivano sognando il dio che gli avrebbe rivelato il rimedio per le loro malattie.
Lo scavo archeologico presso il santuario di Asclepio ad Epidauro è stato effettuato dal Dipartimento di Storia ed Archeologia dell'Università di Atene dal 2016. Gli scavi sono effettuati con il supporto dell'Eforato della Antichità di Argolis e sono stati finanziati dall'organizzazione Asclipiades nel 2016-2017 e dalla Fondazione Stavros Niarchos nel 2018-2019.

Fonte:
archaeologinewsnetwork.blogspot.com

Turchia, rinvenuta una statuetta antropomorfa

Turchia, la statuetta antropomorfa scoperta nel 2016
(Foto: J. Quintan)
Un ricercatore polacco ha scoperto una figurina antropomorfa in una delle città più antiche del mondo. Si tratta del primo oggetto di questo tipo, ricavato dall'osso, ritrovato sul luogo. E' stato datato ad ottomila anni fa. La scoperta è stata fatta nella parte meridionale dell'altopiano anatolico nella Turchia anatolica, abitata ininterrottamente per oltre mille anni tra il 7000 ed il 6000 a.C. La statuetta è stata trovata nel 2016, ma le analisi sono state completate da poco.
In questo sito archeologico turco sono state ritrovate diverse figurine femminili in argilla, fino a poco tempo fa considerate dee madri a causa della loro postura e dei seni esposti. Oggi queste figurine sono interpretate come donne anziane e sono considerate legate al culto degli antenati.
La statuetta è alta circa 6 centimetri, ha incisioni a forma di occhi chiaramente visibili. Un modo simile di rappresentare le caratteristiche umane è noto in altri siti in Medio Oriente dello stesso periodo. Queste statuette sono generalmente ricavate da ossa di asino e cavallo.
La statuetta è stata rinvenuta dalla Professoressa Kamilla Pawaowska in uno dei contenitori di argilla posta in una stanza dove era stato immagazzinato del cibo. Il contenitore è stato realizzato tra il 6500 ed il 6300 a.C.

Fonte:
scienceinpoland.pap.pl

Egitto, scoperte sepolture comuni di sacerdoti

Egitto, uno dei sarcofagi in pietra scoperti a Minya
(Foto: english.ahram.org.eg
)
Il Ministro egiziano del Turismo e delle Antichità, Khaled el-Enany, ha annunciato la scoperta di tombe comuni per i sommi sacerdoti nell'area di al-Ghoreifa nel sito archeologico di Tuna el-Gabal a Minya, che segna la prima scoperta archeologica da parte del Ministero del Turismo e dell'Antichità per l'anno 2020.
Le tombe comuni erano dedicate ai sacerdoti del dio Djehuty e agli alti funzionari nel quindicesimo nomo dell'Alto Egitto e della sua capitale, Ashmunin. La scoperta è stata fatta da una missione archeologica guidata da Mustafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità.
Waziri ha spiegato che gli archeologi hanno scoperto 16 tombe contenenti circa 20 sarcofagi e bare di varie forme e dimensioni, tra i quali cinque sarcofagi antropoidi in calcare e incisi con testi geroglifici e cinque bare in legno ben conservate. Alcune bare sono decorate con nomi e titoli dei proprietari. Sono state anche scoperte più di 10.000 figurine di ushabti fatte di faience blu e verde, la maggior parte delle quali sono incise con i nomi dei defunti.
Egitto, uno dei sarcofagi scoperti a Minya con la sua mummia
(Foto: 
english.ahram.org.eg)
La missione archeologica ha inoltre rinvenuto più di 700 amuleti di varie forme, dimensioni e materiali, tra i quali scarabei del cuore, amuleti in oro puro ed un amuleto a forma di cobra alato. Sono stati trovati anche molti vasi in ceramica di diverse forme e dimensioni, utilizzati per scopi funerari e religiosi. Tra questi otto gruppi di vasi canopi in calcare dipinto, con iscrizioni che recitano i titoli che ricoprivano i loro proprietari; due collezioni di quattro vasi canopi in alabastro per donna ed uomo ed una pietra senza iscrizione con la raffigurazione dei quattro figli di Horus.
Waziri ha detto che uno dei sarcofagi in pietra appartiene al figlio di Psammetico, che aveva il titolo di capo del tesoro reale e possedeva molti titoli, tra i quali i più importanti erano quelli di Sacerdote di Osiride e Sacerdote di Nut. Un secondo sarcofago apparteneva ad Epy ed aveva anch'esso iscrizioni geroglifiche riportanti i titoli rivestiti dal defunto.

Fonte:
english.ahram.org.eg

Egitto trovato il busto di una statua di Ramses scoperta nel 1930

Egitto, il busto di Ramses II appena rivenuto (Foto: finestresullarte.info) Un team di archeologi egiziani e di ricercatori dell'Univers...