Micene, la cosiddetta maschera di Agamennone |
L'antica e suggestiva città di Micene sorge in cima a una collina nella piana dell'Argolide. Omero la chiamò "la ricca d'oro", una terra intrisa di miti e leggende per lo più tragiche che riguardarono i suoi regnanti di un tempo. La scoperta della città è dovuta a Heinrich Schliemann (1822-1890), il quale aveva a sua guida i versi di Omero e le descrizioni di Pausania. L'archeologo dilettante mise in luce, tra il 1874 e il 1876, un circolo di tombe dove i defunti erano stati inumati con corredi favolosi, testimonianza di una civiltà opulenta.
Micene, la Porta dei Leoni |
La civiltà che espresse Micene nacque nella seconda metà del XVII secolo a.C. da culture locali della media Età del Bronzo. Intorno al 1600 a.C. l'eruzione devastante del vulcano di Thera cambiò la fisionomia politica dell'Egeo. La flotta minoica scomparve del tutto e i Micenei approfittarono del collasso di quella civiltà per invadere l'isola di Creta e distruggere i palazzi che la punteggiavano. Poi stabilirono a Cnosso la loro residenza.
Micene, dromos di accesso alla cosiddetta Tomba di Agamennone |
Il culmine questa civiltà lo raggiunse tra il 1400 e il 1150 a.C., quando furono edificate vaste regge provviste di magazzini e sofisticati sistemi idraulici, legate a porti sulla costa.
La scrittura di Micene è stata battezzata dagli studiosi "Lineare B" ed era utilizzata per trascrivere note contabili su tavolette di argilla cruda. Se ne sono trovate diverse in tutta la Grecia peninsulare, a Micene, Pilo, Tirinto, Tebe ed anche a Creta. La scrittura, e conseguentemente anche le tavolette, fu decifrata negli anni '50 del secolo scorso da Michael Ventris (1922-1956).
Atene, Museo Nazionale, il tesoro delle tombe di Micene |
Attorno al palazzo di Micene si trovavano le abitazioni dei funzionari, degli artigiani e di parte del clero. Le possenti mura delimitano un triangolo che si estende per 900 metri e circonda una superficie di 3000 metri quadrati. Sono composte da enormi blocchi grezzi che, nei punti critici, sono sostituiti da pietre squadrate e lisciate. La prima cinta muraria venne costruita nel 1350 a.C. e lasciava fuori il circolo sepolcrale aristocratico, che fu incluso in una seconda cerchia di mura, edificata nel 1250 a.C.
Micene, il megaron |
I cittadini liberi coltivavano la terra e allevavano il bestiame. Tutti insieme formavano il da-mo (demos in greco, popolo). La schiavitù era piuttosto diffusa. La terra coltivabile era divisa tra possedimenti del palazzo e terra comune, a disposizione del da-mo. Si coltivavano orzo e grano, l'olivo e la vite, il fico e il sesamo. Dalle pecore si otteneva la lana.
Furono altre popolazioni, i Dori o i cosiddetti Popoli del Mare, a determinare la fine di Micene. Le stesse popolazioni che si installarono provvisoriamente sulle sue rovine, costruendovi sopra ma non riuscendo a restituire alla città il passato prestigio. In età romana Micene era ridotta ad un piccolo borgo spopolato, perlomeno così la descrive Pausania. Nel V secolo d.C. la città era ridotta a poche capanne e subì un devastante incendio che la distrusse. Venne ricostruita come borgata agricola su un'altura poco distante.
Schliemann, che scoprì la necropoli reale di Micene, era convinto di aver riportato alla luce i tesori e i ricordi dei re omerici. In realtà i gioielli che aveva trovato nella necropoli di Micene furono successivamente datati ai secoli XVI e XII a.C.. Oltre ai gioielli furono ritrovati sigilli, ceramiche e tavolette inscritte.
Micene, circolo delle tombe reali |
Della metà del XIII secolo a.C. è il cosiddetto Tesoro di Atreo o Tomba di Agamennone, che ospitava i resti di un sovrano che, probabilmente, portò a compimento la rocca. La tomba è simile ad altre tholoi del Mediterraneo orientale ed ha un aspetto monumentale. E' alta 13 metri con un diametro di 14,50. Il dromos di accesso è lungo 36 metri ed ha le pareti rivestite di pietra. Il portale che immetteva nella sepoltura era decorato con semicolonne in calcare verde con motivi a zig-zag sul fusto, un fregio con rosette sull'architrave della porta e una decorazione a fasce con spirali sulla lastra di marmo rosso che chiudeva l'apertura triangolare sull'architrave.
In un altro circolo funerario, chiamato Circolo B, più antico, sono state ritrovate 24 tombe a fossa, delle quali almeno 14 erano tombe reali. Ogni tomba all'esterno era contrassegnata da un piccolo recinto di pietre e da una stele a motivi geometrici e figurati.
E' tutto quel che rimane dell'antica, potente, città di Agamennone.
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