Il frammento di papiro analizzato dalla professoressa King |
Nel corso di un Congresso internazionale di studi copti, che si è svolto a Roma, una storica della cristianità antica alla Harvard Divinity School, ha presentato un frammento di papiro in copto, risalente al IV secolo d.C., ne quale vi sarebbe una frase mai riportata nel Nuovo Testamento: "Gesù disse loro: mia moglie".
Il frammento ha la grandezza di un biglietto da visita e contiene otto righe di scrittura che possono essere lette solo ricorrendo ad una lente di ingrandimento. "Lei sarà in grado di essere mia discepola", è un'altra frase contenuta nel testo. A dare lo sbalorditivo annuncio è stata la professoressa Karen King, la prima donna ad occupare la cattedra più antica degli Stati Uniti.
Non si sa da dove venga il papiro e anche il suo proprietario ha chiesto di rimanere anonimo. Il testo sarebbe stato scritto secoli dopo la morte di Gesù. La professoressa King sostiene che il frammento conferma tradizioni antiche che descrivono un Gesù sposato. Aggiunge, inoltre, che vi furono accese discussioni, nei primi secoli della cristianità, proprio su quest'argomento.
Il testo presente sul frammento è scritto in copto sahidico, un dialetto dell'Egitto meridionale. Le sue dimensioni sono davvero estremamente ridotte: 4 x 8 centimetri e solo otto frasi sono intellegibili su uno dei due lati, mentre solo poche parole sono state riconosciute sull'altro lato. Il testo appare essere un dialogo tra Gesù ed i discepoli e sembrerebbe appartenere a quello che la professoressa King ha definito "Il Vangelo della moglie di Gesù". Somiglia molto ad altri testi come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo.
Per confermare l'autenticità del frammento, la professoressa King ha chiamato due esperti, Roger Bagnall, papirologo e direttore dell'Institute for the Study of Ancient World della New York University e AnneMarie Luijendijk, docente di un corso sul Nuovo Testamento e il primo cristianesimo alla Princeton University, i quali hanno esaminato il frammento con estrema attenzione confermandone l'autenticità. Ulteriore conferma è arrivata da Ariel Shisha-Halevy, docente di linguistica ed esperto di lingua copta alla Hebrew University di Gerusalemme, che ha dichiarato: "Sono convinto, sulla base dello studio del linguaggio e della grammatica adoperati, che il testo sia autentico".
Il frammento ha la grandezza di un biglietto da visita e contiene otto righe di scrittura che possono essere lette solo ricorrendo ad una lente di ingrandimento. "Lei sarà in grado di essere mia discepola", è un'altra frase contenuta nel testo. A dare lo sbalorditivo annuncio è stata la professoressa Karen King, la prima donna ad occupare la cattedra più antica degli Stati Uniti.
Non si sa da dove venga il papiro e anche il suo proprietario ha chiesto di rimanere anonimo. Il testo sarebbe stato scritto secoli dopo la morte di Gesù. La professoressa King sostiene che il frammento conferma tradizioni antiche che descrivono un Gesù sposato. Aggiunge, inoltre, che vi furono accese discussioni, nei primi secoli della cristianità, proprio su quest'argomento.
Il testo presente sul frammento è scritto in copto sahidico, un dialetto dell'Egitto meridionale. Le sue dimensioni sono davvero estremamente ridotte: 4 x 8 centimetri e solo otto frasi sono intellegibili su uno dei due lati, mentre solo poche parole sono state riconosciute sull'altro lato. Il testo appare essere un dialogo tra Gesù ed i discepoli e sembrerebbe appartenere a quello che la professoressa King ha definito "Il Vangelo della moglie di Gesù". Somiglia molto ad altri testi come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo.
Per confermare l'autenticità del frammento, la professoressa King ha chiamato due esperti, Roger Bagnall, papirologo e direttore dell'Institute for the Study of Ancient World della New York University e AnneMarie Luijendijk, docente di un corso sul Nuovo Testamento e il primo cristianesimo alla Princeton University, i quali hanno esaminato il frammento con estrema attenzione confermandone l'autenticità. Ulteriore conferma è arrivata da Ariel Shisha-Halevy, docente di linguistica ed esperto di lingua copta alla Hebrew University di Gerusalemme, che ha dichiarato: "Sono convinto, sulla base dello studio del linguaggio e della grammatica adoperati, che il testo sia autentico".
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