venerdì 13 settembre 2013

Un romano gigantesco

Un gigante di epoca romana dell'altezza di ben 202 centimetri 167 usualmente raggiunti dagli esseri umani durante l'epoca romana. Già due scheletri, uno in Polonia e l'altro in Egitto, hanno contribuito a comprovare la presenza del fenomeno del gigantismo in epoca antica, ma il campione romano è il primo che emerge grazie ad uno studio. Ad effettuare questo studio la Dottoressa Simona Minozzi, una paleopatologa dell'Università di Pisa.
Lo scheletro del "gigante" è stato ritrovato nel 1991 durante lo scavo di una necropoli di Fidene. Subito la sepoltura è apparsa, agli archeologi, troppo lunga, ma solo grazie ad un successivo esame antropologico è stato possibile confermare che lo scheletro del defunto era davvero insolito. La squadra di ricercatori, guidati dalla Dottoressa Minozzi, hanno sottoposto le ossa e il cranio del defunto ad un attento esame ed hanno scoperto danni al cranio dovuti a un tumore ipofisario che provoca la sovrapproduzione di ormone della crescita.
L'individuo ritrovato nel 1991 morì, molto probabilmente, intorno al sedicesimo o ventesimo anno di età. Il gigantismo è probabilmente associato con malattie cardiovascolari e problemi respiratori, ma ancora non si sa cosa abbia provocato il decesso del giovane "gigante" romano.

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