sabato 8 febbraio 2014

Pella in Giordania

La basilica bizantina di Pella
Pella si trova sulle pendici orientali della valle posta a nord della Giordania, a cinque chilometri ad est del fiume Giordano. La città si affaccia sulla strada nord-sud che corre lungo la Valle del Giordano e sulla rotta commerciale che corre lungo la Valle del Jezreel.
La città si trova a circa 60 metri sul livello del mare. Il tumulo principale di Pella, Khirbet Fahl, si erge per circa 30 metri di altezza ed occupa una superficie di otto ettari. A sud del tumulo scorre una importante sorgente naturale, l'Ain al Jirm. Pella è circondata da terra fertile e feconda, molto ben irrigata, all'incrocio di due importanti vie commerciali e in posizione facilmente difendibile.
Ciotola in alabastro con manici a testa d'ariete
Il tumulo principale è circondato da un terreno ricco di resti archeologici risalenti fino al Paleolitico. La prima traccia di occupazione umana risale a circa 250.000 anni fa. Scavi ed indagini nel Wadi Hammeh, a cinque chilometri a nord della collina principale, hanno registrato elementi risalenti ad un periodo che va da 80.000 a 20.000 anni fa. Il primo insediamento permanente della regione è quello di Wadi Hammeh 27, risalente a 140.000 anni fa. In seguito il paesaggio è andato riempiendosi di villaggi neolitici, ville ellenistiche e romane e vigne bizantine. Il paesaggio è anche punteggiato di necropoli.
Molti testi antichi menzionano Pella, tra questi gli scritti egizi del Medio Regno (1800 a.C.), altre fonti egizie e testi greci e romani. La sua rivelazione agli archeologi è avvenuta nel XIX secolo, grazie ai viaggiatori inglesi Irby e Mangles. Con il tempo, l'attuale villaggio di Tabaqat Fahl è stato identificato con l'antica Pella della Decapoli dallo storico americano Edward Robinson, che lo visitò nel 1852. La conferma di questa identificazione è avvenuta nel 1924, quando l'archeologo William Albright, durante una visita al sito, recuperò prove ceramiche di superficie che gli permisero di equiparare il toponimo egiziano di Pihil con il greco Pella.
Pozzi d'offerta ritrovati nella zona templare di Pella
Nel 1958 venne sondato il cumulo principale. Gli americani Funk e Richardson campionarono diversi strati che vanno dall'antichità classica a quella tarda, soprattutto sulla collina principale. Nel 1963-1964, alcuni scavi di emergenza condotti da un'equipe giordana portarono alla scoperta di 15 ricche tombe dell'Età del Bronzo. Scavi su vasta scala iniziarono, allora, nel 1967, sotto la direzione di Robert Houston Smith, del Wooster College (Ohio).
Il Progetto di Scavo a Pella iniziò più di trent'anni fa, con la collaborazione tra il Wooster College, l'Università di Sydney e il Dipartimento delle Antichità giordano. Nel 1994 è stata individuata la prima traccia del massiccio Tempio Fortezza, la cui planimetria si andò delineando tra il 1994 e il 1997. L'intero recinto templare apparve intatto fino all'epoca della sua distruzione finale nell'800 a.C.. Sono state individuate, una sull'altra, tracce di sei distinte fasi architettoniche templari, segno che una qualche forma di culto era qui presente da oltre mille anni.
Reperti di provenienza egiziana estratti da vari strati del tempio di Pella
Almeno tre degli edifici templari di Pella mostrano tracce di distruzione da fuoco. L'incendio ha permesso di sigillare letteralmente reperti antichi, quali mobilia per il culto, frammenti di una statua in pietra di origine egiziana, vasi cultuali in ceramica dipinta, statuette in bronzo, accessori per mobili, placche di vetro, gioielli in oro e lapislazzuli, intarsi di mobili, depositi votivi.
Il tempio principale di Pella domina l'intero recinto. Si tratta di una sorta di fortezza-tempio in pietra e mattoni crudi risalente, nella sua primitiva costruzione, al 1700 a.C. circa. Sono stati ritrovati, di questa primitiva costruzione, dei muretti a secco dello spessore di tre metri, posti in opera su massicci strati di riempimento di pietre e detriti fino a formare una sorta di terrazza che si sopraelevava sugli altri edifici templari circostanti. In un piccolo edificio ben strutturato, costruito nei pressi del tempio-fortezza sono state ritrovate offerte di culto all'interno di contenitori sigillati e inseriti nella pavimentazione. Tra le offerte vi erano riproduzioni ceramiche in miniatura di ciotole, brocche e imbuti, coppe di alabastro, teste di ariete in gesso. Queste scoperte suggeriscono che la zona meridionale del tempio deve aver ospitato cerimonie di libagione forse di carattere funerario, vista la presenza di imbuti in ceramica in miniatura.
Testa in ceramica forse di una divinità
Nella zona del tempio, un terremoto di epoca amarniana (1350 a.C. circa), danneggiò gravemente la struttura schiacciando e deformando importanti muri portanti e facendo, probabilmente, crollare le torri che ne facevano parte. Fu sicuramente necessario un completo restauro. L'intero tempio venne abbattuto e i suoi basamenti livellati, forse per ricavare, su una parte della sua superficie, un giardino sacro, mentre la struttura templare vera e propria venne ridimensionata. Venne ricavato un nuovo ingresso con la soglia in basalto e colonne, ugualmente in basalto, che lo fiancheggiavano. Le grandi torri cave che facevano parte della struttura precedente non vennero ricostruite.
I depositi votivi ritrovati in questa struttura comprendono figurine in lega di rame, accessori in rame battuto, arpioni in miniatura, scarabei in vetro e diaspro verde, cembali in rame ed una serie di piatti da bilancia e pesi utilizzati per le offerte di incenso. Vasi e brocche in ceramica a forma di rene e con dipinti raffiguranti l'albero della vita facevano ugualmente parte del corredo templare. Si tratta della più ricca collezione di offerte recuperata da un contesto templare negli ultimi 50 anni.
Il tempio cosiddetto "egittizzante" non sopravvisse alla distruzione di Pella nella tarda Età del Bronzo. Non si conoscono ancora le cause di questa violenta distruzione, causata da un esteso incendio. Alcuni studiosi incriminano i cosiddetti Popoli del Mare, dal momento che l'incendio sembra essere contemporaneo alla loro comparsa nel bacino del Mediterraneo e nel Vicino Oriente (1200-1150 a.C. circa).
La città di Pella ricevette questo nome nel 310 a.C., quando Alessandro Magno decise di stabilirvisi e di dare, all'insediamento, il nome della sua città natale. La Pella ellenistica venne distrutta nell'80 a.C. e successivamente ricostruita dai Romani, che la annessero alla Lega delle Decapoli.
Pella conservò la sua importanza anche sotto i Bizantini, diventando sede di vescovado. Vi vennero, allora, costruite chiesette e la basilica a tre navate, tuttora visibile. La conquista araba determinò la fine del periodo di opulenza di Pella. Gli Omayyadi fecero restaurare gran parte degli edifici bizantini aggiungendovi elementi di architettura islamica. Vi costruirono anche una moschea, oggi del tutto distrutta a causa di un terremoto.
Nel X secolo, sotto la dinastia degli Abbasidi, Pella era ridotta ad un piccolo villaggio che produceva canna da zucchero. E' in questo periodo che viene ribattezzata Tabaqat Fahl.

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