Ritrovamenti di Fanum Voltumnae (Foto:Orvieto24h) |
Negli scavi del sito di Fanum Voltumnae (Orvieto), santuario federale etrusco del VI secolo a.C., sono stati portati alla luce una testa raffigurante, con tutta probabilità, il dio etrusco Voltumna e un tempio di grandi dimensioni.
L'annuncio è stato fatto dalla Professoressa Simonetta Stopponi, dell'Università di Perugia, che il 21 novembre terrà a Carmignano, in provincia di Prato, una conferenza sui Grandi Santuari del mondo antico. La testa maschile della divinità è in terracotta in origine policroma ed è in buono stato di conservazione. E' emerso anche, nel medesimo scavo, un tratto dell'antica Via Sacra che conduceva al tempio di cui sono stati trovati i resti.
Il Fanum Voltumnae, in località Campo della Fiera, area pianeggiate a ovest del pianoro di tufo sul quale sorge Orvieto, è stato utilizzato per fiere e mercati periodici dall'epoca romana fino al 1384, anno in cui la peste nera devastò e spopolò campagne e città. I primi scavi in questa località iniziarono nel 1876. Subito emersero strutture murarie in tufo e pregevoli terrecotte architettoniche, ora al Pergamon Museum di Berlino.
Il Fanum Voltumnae era il luogo in cui si riunivano, annualmente, i rappresentanti della lega delle dodici città etrusche. Contestualmente agli incontri politici vi si svolgevano cerimonie religiose, fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni che non si potevano interrompere. La localizzazione ad Orvieto del Fanum Voltumnae, lungamente e vanamente cercato sin dal '400, si basa anche su un documento epigrafico: il cosiddetto "Rescritto di Spello". Si tratta della disposizione con la quale l'imperatore Costantino concedeva agli Umbri di poter celebrare, secondo un'antichissima consuetudine, le cerimonie religiose ed i giochi annuali a Spello, senza doversi più recare "presso Volsinii".
Quest'ultima precisazione pare intendersi rivolta alla Volsinii etrusca e non alla Volsinii che attualmente è conosciuta come Bolsena. Alcuni versi di un'elegia di Properzio, poeta latino originario dell'Umbria, rivelano inequivocabilmente l'origine volsiniese di Voltumna, il dio titolare del Fanum. Plinio il Vecchio, poi, ricorda che in occasione della conquista di Velzna/Volsinii/Orvieto furono depredate ben duemila statue di bronzo, ad indicare che qui sorgeva un importantissimo luogo di culto.
Gli scavi sono iniziati, ad Orvieto, nel 2000. E' stata scoperta la strada basolata etrusca che collegava la città a Bolsena, larga 5 metri e segnata da solchi profondi. Accanto alla strada è stato identificato un vasto recinto sacro con due pozzi, un tempio restaurato più volte nel corso dei secoli, un monumentale donario sul quale erano collocate delle statuette bronzee e un altare monolitico in tufo. A lato di quest'ultimo è stato trovato, intatto, un contenitore di offerte in denaro (thesaurus), ancora chiuso dal coperchio forato, con il suo tesoro di più di 200 monete romane in bronzo e argento. Sono tornate alla luce ceramiche greche e teste di statue etrusche in terracotta, una meridiana e un busto marmoreo di età imperiale.
La Via Sacra, rifatta più volte dal VI secolo a.C. fino all'età romana, era larga 7 metri e fornita di marciapiedi, che aumentavano la sua larghezza complessiva a 9,50 metri. Si tratta della più monumentale statua etrusca finora nota. Sul fianco orientale della Via Sacra è stato scoperto un tempio arcaico piuttosto imponente, del quale rimane solo il basamento in conci di tufo, ricoperto di un ricchissimo strato di ceramiche greche. Qui è stata rinvenuta anche una coppa in bucchero con un'iscrizione che menziona l'appellativo "madre" rivolto ad una divinità femminile.
Le evidenze romane sono costituite da un complesso termale, in parte edificato sulla Via Sacra etrusca che, tra il IV e il V secolo d.C., venne utilizzato come struttura abitativa e che a partire dal VI secolo d.C. ospitò un cimitero cristiano. E' stato anche identificato un notevole complesso ecclesiale del quale si era persa ogni traccia, noto nei documenti medioevale con il nome di San Pietro in vetere, sorto su precedenti edifici etruschi e romani.
Le terrecotte architettoniche che ornavano gli edifici sacri sono di notevole fattura e caratterizzate da una vivace policromia. Esse risalgono ad un arco temporale che va dal VI al III secolo a.C.. Notevole anche il deposito di ceramiche attiche appartenenti a vasi di gran dimensioni, dono prestigioso offerto al santuario.
L'annuncio è stato fatto dalla Professoressa Simonetta Stopponi, dell'Università di Perugia, che il 21 novembre terrà a Carmignano, in provincia di Prato, una conferenza sui Grandi Santuari del mondo antico. La testa maschile della divinità è in terracotta in origine policroma ed è in buono stato di conservazione. E' emerso anche, nel medesimo scavo, un tratto dell'antica Via Sacra che conduceva al tempio di cui sono stati trovati i resti.
Il Fanum Voltumnae, in località Campo della Fiera, area pianeggiate a ovest del pianoro di tufo sul quale sorge Orvieto, è stato utilizzato per fiere e mercati periodici dall'epoca romana fino al 1384, anno in cui la peste nera devastò e spopolò campagne e città. I primi scavi in questa località iniziarono nel 1876. Subito emersero strutture murarie in tufo e pregevoli terrecotte architettoniche, ora al Pergamon Museum di Berlino.
Chiesa del XII secolo, scavi di Campo della Fiera ad Orvieto (Foto: Orvieto24h) |
Quest'ultima precisazione pare intendersi rivolta alla Volsinii etrusca e non alla Volsinii che attualmente è conosciuta come Bolsena. Alcuni versi di un'elegia di Properzio, poeta latino originario dell'Umbria, rivelano inequivocabilmente l'origine volsiniese di Voltumna, il dio titolare del Fanum. Plinio il Vecchio, poi, ricorda che in occasione della conquista di Velzna/Volsinii/Orvieto furono depredate ben duemila statue di bronzo, ad indicare che qui sorgeva un importantissimo luogo di culto.
Archeologi al lavoro nel sito di Campo della Fiera ad Orvieto (Foto: Unipg.it) |
La Via Sacra, rifatta più volte dal VI secolo a.C. fino all'età romana, era larga 7 metri e fornita di marciapiedi, che aumentavano la sua larghezza complessiva a 9,50 metri. Si tratta della più monumentale statua etrusca finora nota. Sul fianco orientale della Via Sacra è stato scoperto un tempio arcaico piuttosto imponente, del quale rimane solo il basamento in conci di tufo, ricoperto di un ricchissimo strato di ceramiche greche. Qui è stata rinvenuta anche una coppa in bucchero con un'iscrizione che menziona l'appellativo "madre" rivolto ad una divinità femminile.
Le evidenze romane sono costituite da un complesso termale, in parte edificato sulla Via Sacra etrusca che, tra il IV e il V secolo d.C., venne utilizzato come struttura abitativa e che a partire dal VI secolo d.C. ospitò un cimitero cristiano. E' stato anche identificato un notevole complesso ecclesiale del quale si era persa ogni traccia, noto nei documenti medioevale con il nome di San Pietro in vetere, sorto su precedenti edifici etruschi e romani.
Le terrecotte architettoniche che ornavano gli edifici sacri sono di notevole fattura e caratterizzate da una vivace policromia. Esse risalgono ad un arco temporale che va dal VI al III secolo a.C.. Notevole anche il deposito di ceramiche attiche appartenenti a vasi di gran dimensioni, dono prestigioso offerto al santuario.
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