Tratto centrale della via Biberatica (Foto: Wikipedia) |
I Mercati Traianei vennero edificati nei primi anni del II secolo d.C., nello stesso periodo temporale in cui venne realizzato il Foro di Traiano (107-113 d.C.), a giudicare dai bolli laterizi ritrovati. Il complesso dei mercati venne costruito sul versante meridionale del colle Quirinale e del colle Campidoglio e venne adibito allo stoccaggio delle provviste alimentari e alle pratiche commerciali. Si articolava su sei livelli a partire dal piano del Foro di Traiano.
Gli archeologi ritengono che il progetto dei Mercati Traianei, come quello del Foro di Traiano, sia da attribuire all'architetto Apollodoro di Damasco, anche se non si può del tutto escludere un intervento pregresso da parte di Domiziano, che procedette allo sbancamento dei colli Quirinale e Campidoglio.
I Mercati Traianei sono articolati su livelli sovrapposti ed attraversati dalla via Biberatica, fiancheggiata da tabernae in cui si somministravano bevande (bibere vuol dire bere, in latino) e che possono essere assimilate ai moderni bar (thermopolia). La via Biberatica segue l'andamento curvilineo del Grande Emiciclo, l'edificio che ricalca l'esedra del Foro di Traiano che si trovava di fronte, e fa da cerniera tra la parte inferiore e quella superiore del complesso commerciale.
La via Biberatica sale leggermente di quota tra il Corpo Centrale e il piano superiore del Grande Emiciclo. Qui due scale scendevano ai piani inferiori di quest'ultimo e altre scale accedevano ai piani sovrastanti gli edifici della Grande Aula e del settore meridionale del Corpo Centrale. Il percorso meridionale della via Biberatica scende verso l'attuale via della Salita del Grillo, che ricalca il percorso di un'antica via. Il basolato romano è attualmente interrotto dal Palazzo del Grillo.
Il Grande Emiciclo è la parte della costruzione più a stretto contatto con il Foro di Traiano. Qui la muratura, in laterizio, è più curata e altrettanto curate appaiono le decorazioni. L'andamento semicircolare dell'ambiente, oltre ad adattarsi alla curvatura dell'esedra del Foro di Traiano, è anche un espediente per contenere il taglio delle pendici del colle. All'altezza del Foro di Traiano si aprono 11 ambienti poco profondi, coperti da piccole volte a botte. Gli ambienti sono pavimentati con mosaici geometrici in bianco e nero, probabilmente di età severiana (inizio III secolo d.C.). Le pareti conservano resti di affreschi anch'essi severiani. Al secondo piano è presente un corridoio semi-anulare, con volta a botte e con pavimento in opus spicatum che ospita una serie di ambienti ricostruiti in epoca moderna. Il terzo livello ospita una terrazza esterna che fungeva da percorso di servizio ed una serie di ambienti aperti sulla via Biberatica, purtroppo non ben conservati e, in antico, soppalcati.
A destra del Grande Emiciclo vi è un complesso di ambienti comunemente definito Piccolo Emiciclo, poiché una parte degli ambienti assume un andamento concentrico intorno ad un vasto ambiente semicircolare coperto a semicupola. I tre livelli del Piccolo Emiciclo sono serviti da scale che li collegano tra di loro ed hanno tutti una pianta simile. Alcuni degli ambienti sono caratterizzati da una volta a botte. Qui sono state trovate delle piccole vasche circolari al centro del pavimento, probabilmente bacini di raccolta e deposito dell'olio.
Le Aule di Testata sono ampi ambienti che si aprono alle due estremità del Grande Emiciclo. Sono coperte da una volta a semicupola con un ingresso centrale sormontato da una cornice a mattoni riproducente un timpano arcuato. L'Aula di Testata settentrionale ha maggiori dimensioni e due file di finestre. L'ingresso centrale è tamponato. Sulla parete di fondo, curvilinea, vi era un bancone interrotto nella parte centrale. Il pavimento, a giudicare da alcuni resti presenti, era formato da lastre rettangolari e quadrangolari in marmo. Marmoreo era anche il rivestimento delle pareti. Dopo la spoliazione dei marmi del monumento, nel terreno furono realizzate una serie di cavità che sono state collegate a processi produttivi oppure alle strutture di fondazione della chiesa di S. Abbaciro.
L'Aula di Testata meridionale ha una sola fila di tre grandi finestre. Sono ancora visibili i ritti, vale a dire i pali di sostegno per la cassaforma in cui veniva gettato il calcestruzzo. Si conservano, anche qui, scarse tracce della pavimentazione marmorea e delle lastre, ugualmente marmoree, che ricoprivano le pareti.
Il Corpo Centrale dei Mercati Traianei è articolato su tre livelli, ai quali se ne aggiunge uno di epoca quattrocentesca, edificato con muratura più irregolare e con materiali di risulta, che ingloba un tratto di muratura medioevale a tufelli, con merlature. Uno degli ambienti aperti sulla via è stato riutilizzato in epoca post-antica probabilmente come stalla funzionale al convento di S. Caterina. Questo ambiente presenta una pavimentazione in mattoni con tracce per il recinto in legno degli animali. Nel Corpo Centrale aveva sede il procurator Fori Divi Traiani Horatius Rogatus, come si è dedotto da un'iscrizione trovata su un blocco di travertino rinvenuta in loco. La struttura era, un tempo, raggiungibile attraverso un passaggio retrostante la sala absidata del secondo piano e da qui si accede alla Grande Aula (32 x 8 metri) che costituisce l'attuale ingresso ai Mercati Traianei su via IV Novembre.
La Grande Aula è un ampio spazio rettangolare suddiviso in due piani con copertura a sei crociere. Ogni piano ospita sei tabernae che dal 2007 ospitano spazi espositivi per i ritrovamenti archeologici provenienti dai Fori di Cesare, Augusto, Nerva, Traiano e dal Tempio della Pace. Gli ambienti del piano terra poggiano su un piano inferiore di tabernae che si affacciano sulla via Biberatica. Sul lato orientale è presente un terzo piano accessibile da una scala. Il grande arco che funge da attuale ingresso ai Mercati Traianei era un tempo chiuso. Vi era un portale, sopraelevato grazie alla presenza di gradini, che consentiva l'accesso sull'antistante percorso basolato, che era una sorta di diverticolo che partiva dalla via Biberatica e che si collegava, un tempo, a via della Torre.
Attualmente, al centro della Grande Aula, si trova la ricomposizione dell'attico che sovrastava i colonnati dei portici del Foro di Augusto, con cariatidi alternate a grandi scudi con la centro teste di divinità barbute. Ai lati, tra le porte di accesso delle botteghe, sono state collocate le statue dei Daci che si trovavano nel Foro di Traiano.
Nel tratto mediano della via Biberatica si trova la via della Torre, una strada basolata che prende il nome dalla più antica torre di Roma, la Torre delle Milizie (XIII secolo), voluta dalla famiglia dei Conti, che passò nel possesso di Bonifacio VIII, degli Annibaldi e infine dei Caetani. Nel 1619 la Torre delle Milizie venne inglobata nel monastero (ora soppresso) di Santa Caterina da Siena a Magnanapoli.
Largo Magnanpoli venne creato quando fu aperta via Nazionale. L'antico complesso stradale era chiamato Salita di Monte Magnanapoli. Per creare il largo venne espropriato parte di un terreno appartenuto al monastero di S. Caterina e arretrato il palazzo Antonelli che vide scomparire il suo splendido giardino. Il toponimo Magnanapoli è presente in questa zona fin dal X secolo d.C. e, probabilmente, deriva da Bannum Nea Poli, vale a dire "fortezza della città nuova", una cittadella militare bizantina risalente al IX-X secolo. Questa derivazione conferma il termine con cui la zona era conosciuta nel medioevo, vale a dire Contrada Militarium e forse anche lo stesso nome della torre qui presente, la Torre delle Milizie. Quest'ultima venne fatta erigere da Gregorio IX dei Conti di Segni nel XIII secolo ed occupa il basamento di una torre di guardia delle Mura Serviane.
Nel 1348 un violento terremoto che provocò danni in tutta Roma fece crollare il terzo piano della torre e provocò un cedimento nel sottostante terreno. Questa è anche la causa dell'inclinazione ben visibile della torre, che è alta circa 51 metri ed è a pianta quadrata. L'esterno è realizzato in massi di tufo nella parte inferiore ed in cortina laterizia nella parte superiore. Nel 1574, fra i ruderi della torre inagibile e rovinata, si insediarono le suore domenicane del monastero di S. Caterina. La Torre delle Milizie finì per diventare il belvedere del monastero e venne sommersa da una serie di costruzioni edificate in modo disordinato. I lavori per isolare la torre iniziarono nel 1910 ma subito si verificò un allagamento delle fondazioni ed un'accentuazione della pendenza del monumento, che resero necessari lavori di consolidamento nel 1914.
Gli archeologi ritengono che il progetto dei Mercati Traianei, come quello del Foro di Traiano, sia da attribuire all'architetto Apollodoro di Damasco, anche se non si può del tutto escludere un intervento pregresso da parte di Domiziano, che procedette allo sbancamento dei colli Quirinale e Campidoglio.
I Mercati Traianei sono articolati su livelli sovrapposti ed attraversati dalla via Biberatica, fiancheggiata da tabernae in cui si somministravano bevande (bibere vuol dire bere, in latino) e che possono essere assimilate ai moderni bar (thermopolia). La via Biberatica segue l'andamento curvilineo del Grande Emiciclo, l'edificio che ricalca l'esedra del Foro di Traiano che si trovava di fronte, e fa da cerniera tra la parte inferiore e quella superiore del complesso commerciale.
La via Biberatica sale leggermente di quota tra il Corpo Centrale e il piano superiore del Grande Emiciclo. Qui due scale scendevano ai piani inferiori di quest'ultimo e altre scale accedevano ai piani sovrastanti gli edifici della Grande Aula e del settore meridionale del Corpo Centrale. Il percorso meridionale della via Biberatica scende verso l'attuale via della Salita del Grillo, che ricalca il percorso di un'antica via. Il basolato romano è attualmente interrotto dal Palazzo del Grillo.
Foro e Mercati di Traiano visti dal Vittoriano (Foto: Wikipedia) |
La volta della Grande Aula (Foto: Wikipedia) |
Le Aule di Testata sono ampi ambienti che si aprono alle due estremità del Grande Emiciclo. Sono coperte da una volta a semicupola con un ingresso centrale sormontato da una cornice a mattoni riproducente un timpano arcuato. L'Aula di Testata settentrionale ha maggiori dimensioni e due file di finestre. L'ingresso centrale è tamponato. Sulla parete di fondo, curvilinea, vi era un bancone interrotto nella parte centrale. Il pavimento, a giudicare da alcuni resti presenti, era formato da lastre rettangolari e quadrangolari in marmo. Marmoreo era anche il rivestimento delle pareti. Dopo la spoliazione dei marmi del monumento, nel terreno furono realizzate una serie di cavità che sono state collegate a processi produttivi oppure alle strutture di fondazione della chiesa di S. Abbaciro.
Uno degli ambienti a piano terra della Grande Aula (Foto: Wikipedia) |
Il Corpo Centrale dei Mercati Traianei è articolato su tre livelli, ai quali se ne aggiunge uno di epoca quattrocentesca, edificato con muratura più irregolare e con materiali di risulta, che ingloba un tratto di muratura medioevale a tufelli, con merlature. Uno degli ambienti aperti sulla via è stato riutilizzato in epoca post-antica probabilmente come stalla funzionale al convento di S. Caterina. Questo ambiente presenta una pavimentazione in mattoni con tracce per il recinto in legno degli animali. Nel Corpo Centrale aveva sede il procurator Fori Divi Traiani Horatius Rogatus, come si è dedotto da un'iscrizione trovata su un blocco di travertino rinvenuta in loco. La struttura era, un tempo, raggiungibile attraverso un passaggio retrostante la sala absidata del secondo piano e da qui si accede alla Grande Aula (32 x 8 metri) che costituisce l'attuale ingresso ai Mercati Traianei su via IV Novembre.
Facciata dei Mercati Traianei (Foto: Wikipedia) |
Attualmente, al centro della Grande Aula, si trova la ricomposizione dell'attico che sovrastava i colonnati dei portici del Foro di Augusto, con cariatidi alternate a grandi scudi con la centro teste di divinità barbute. Ai lati, tra le porte di accesso delle botteghe, sono state collocate le statue dei Daci che si trovavano nel Foro di Traiano.
Nel tratto mediano della via Biberatica si trova la via della Torre, una strada basolata che prende il nome dalla più antica torre di Roma, la Torre delle Milizie (XIII secolo), voluta dalla famiglia dei Conti, che passò nel possesso di Bonifacio VIII, degli Annibaldi e infine dei Caetani. Nel 1619 la Torre delle Milizie venne inglobata nel monastero (ora soppresso) di Santa Caterina da Siena a Magnanapoli.
La Torre delle Milizie (Foto: Nikionclubitalia) |
Nel 1348 un violento terremoto che provocò danni in tutta Roma fece crollare il terzo piano della torre e provocò un cedimento nel sottostante terreno. Questa è anche la causa dell'inclinazione ben visibile della torre, che è alta circa 51 metri ed è a pianta quadrata. L'esterno è realizzato in massi di tufo nella parte inferiore ed in cortina laterizia nella parte superiore. Nel 1574, fra i ruderi della torre inagibile e rovinata, si insediarono le suore domenicane del monastero di S. Caterina. La Torre delle Milizie finì per diventare il belvedere del monastero e venne sommersa da una serie di costruzioni edificate in modo disordinato. I lavori per isolare la torre iniziarono nel 1910 ma subito si verificò un allagamento delle fondazioni ed un'accentuazione della pendenza del monumento, che resero necessari lavori di consolidamento nel 1914.
Nessun commento:
Posta un commento