L'area archeologica di Egnazia (Foto: Wikipedia) |
Egnazia, che gli antichi chiamavano Egnathia o Gnathia, era una città di origine messapica che si trovava nei pressi dell'attuale Fasano (Brindisi). Di questa città oggi resta un'importante testimonianza che è inserita in un parco archeologico con annesso Museo Nazioinale.
Quinto Orazio Flacco arrivò qui percorrendo la via Appia nel 37 a.C., accompagnato dagli amici Mecenate, Virgilio, Plozio Tucca e Vario Rufo. Il viaggio viene descritto nella V Satira del I libro dei Sermones. Egnazia fu un attivo centro di traffici e di commerci anche grazie alla sua posizione geografica e al passaggio della via Traiana.
Ora Egnazia si presenta ai visitatori aprendo aree finora riservate solo agli studiosi: le Terme del Foro e l'Acropoli, per esempio, poco lontana dal mare, l'unico luogo che conserva integralmente la stratigrafia dell'intera storia della città, dall'Età del Bronzo al Medioevo.
I visitatori potranno servirsi, per conoscere Egnazia, di nuovi pannelli illustrativi bilingui e di strumenti digitali, tablet che, con l'ausilio del Gps, permettono di ottenere le informazioni fondamentali sulla città e sui suoi resti. Le ricostruzioni in 3D, inoltre, coinvolgono i visitatori nella vita quotidiana dell'antica città.
Le mura messapiche sono certamente una delle "attrazioni" del percorso, dal momento che sono state recentemente donate allo Stato dalla famiglia Melpignano. Si potranno, inoltre, vedere i grandi forni per la produzione della calce, risalenti al V-VI secolo d.C. e le due basiliche paleocristiane.
Gli scavi hanno permesso di accertare che il primo insediamento - formato per lo più da capanne - risale al XVI secolo a.C. (Età del Bronzo). Durante l'Età del Ferro (XI secolo a.C.) approdarono qui genti provenienti dai Balcani, gli Iapigi, nell'VIII secolo a.C. arrivarono i Messapi di probabile origine illirica. L'occupazione romana data al III secolo a.C., Del periodo messapico rimangono le mura di difesa, alte 7 metri e lunghe 2 chilometri, e le necropoli con tombe a fossa e a semicamera con affreschi. Ma è sicuramente il periodo romano quello che ha lasciato più testimonianze: ampi resti della via Traiana, il Foro, la Basilica Civile con l'Aula delle Tre Grazie, il Sacello delle Divinità Orientali, l'Anfiteatro, il Criptoportico. Le due basiliche paleocristiane risalgono all'epoca altomedioevale ed un tempo erano decorate con pavimenti musivi.
Altrettanto importante dell'area emersa è l'area sommersa di Egnazia. La città, infatti, fu funestata da diverse calamità, tra le quali un maremoto che provocò l'abbassamento del livello di costa e la scomparsa, sotto il livello del mare, di parte della necropoli.
Molto probabilmente la fine di Egnazia fu una conseguenza del saccheggio dei Goti di Totila, nel corso della guerra greco-gotica (545 d.C. circa). In epoca paleocristiana, Poi, la malaria e le frequenti incursioni saracene spinsero i pochi abitanti rimasti a rifugiarsi nell'entroterra e a dar vita a quello che, in seguito, saranno Fasano, Monopoli ed altri piccoli centri.
Quinto Orazio Flacco arrivò qui percorrendo la via Appia nel 37 a.C., accompagnato dagli amici Mecenate, Virgilio, Plozio Tucca e Vario Rufo. Il viaggio viene descritto nella V Satira del I libro dei Sermones. Egnazia fu un attivo centro di traffici e di commerci anche grazie alla sua posizione geografica e al passaggio della via Traiana.
Ora Egnazia si presenta ai visitatori aprendo aree finora riservate solo agli studiosi: le Terme del Foro e l'Acropoli, per esempio, poco lontana dal mare, l'unico luogo che conserva integralmente la stratigrafia dell'intera storia della città, dall'Età del Bronzo al Medioevo.
I visitatori potranno servirsi, per conoscere Egnazia, di nuovi pannelli illustrativi bilingui e di strumenti digitali, tablet che, con l'ausilio del Gps, permettono di ottenere le informazioni fondamentali sulla città e sui suoi resti. Le ricostruzioni in 3D, inoltre, coinvolgono i visitatori nella vita quotidiana dell'antica città.
Mosaico delle Tre Grazie proveniente dalla Basilica Civile Romana (III-IV secolo d.C., Museo Nazionale di Egnazia) (Foto: Val Reid) |
Gli scavi hanno permesso di accertare che il primo insediamento - formato per lo più da capanne - risale al XVI secolo a.C. (Età del Bronzo). Durante l'Età del Ferro (XI secolo a.C.) approdarono qui genti provenienti dai Balcani, gli Iapigi, nell'VIII secolo a.C. arrivarono i Messapi di probabile origine illirica. L'occupazione romana data al III secolo a.C., Del periodo messapico rimangono le mura di difesa, alte 7 metri e lunghe 2 chilometri, e le necropoli con tombe a fossa e a semicamera con affreschi. Ma è sicuramente il periodo romano quello che ha lasciato più testimonianze: ampi resti della via Traiana, il Foro, la Basilica Civile con l'Aula delle Tre Grazie, il Sacello delle Divinità Orientali, l'Anfiteatro, il Criptoportico. Le due basiliche paleocristiane risalgono all'epoca altomedioevale ed un tempo erano decorate con pavimenti musivi.
Altrettanto importante dell'area emersa è l'area sommersa di Egnazia. La città, infatti, fu funestata da diverse calamità, tra le quali un maremoto che provocò l'abbassamento del livello di costa e la scomparsa, sotto il livello del mare, di parte della necropoli.
Molto probabilmente la fine di Egnazia fu una conseguenza del saccheggio dei Goti di Totila, nel corso della guerra greco-gotica (545 d.C. circa). In epoca paleocristiana, Poi, la malaria e le frequenti incursioni saracene spinsero i pochi abitanti rimasti a rifugiarsi nell'entroterra e a dar vita a quello che, in seguito, saranno Fasano, Monopoli ed altri piccoli centri.
L'area archeologica di Egnazia vista dall'Acropoli (Foto: Wikipedia) |
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