Ci sono dei dipinti, nella grotta di Chauvet-Pont D'arc, nel sud della Francia, che potrebbero essere la più antica raffigurazione che si conosca di un'eruzione vulcanica. Le grotte furono scoperte nel 1994. Contengono centinaia di dipinti fatti dagli uomini vissuti qui 37.000 anni fa: raffigurazioni di rinoceronti lanosi, leoni ed orsi.
Una delle gallerie della grotta di Chauvet, quella che porta il nome di Megaloceros, da una specie di grande cervo che vi è raffigurato, contiene anche dei dipinti parzialmente coperti proprio dalla figura dell'animale. Si tratta di una sorta di spruzzi che, inizialmente, gli studiosi non sono stati in grado di spiegare. Non lontano dalla grotta di Chauvet (circa 35 chilometri) si trovano circa una dozzina di vulcani spenti, attivi, senza dubbio, quando gli uomini abitavano e decoravano le vicine grotte.
Gli archeologi hanno visitato e campionato, nel 2012, le rocce di tre coni vulcanici, hanno misurato i livelli di isotopi del gas argon ed hanno determinato che la regione venne investita da una serie di eruzioni vulcaniche tra i 19.000 e i 43.000 anni fa. Si sarebbe trattato, a detta degli studiosi, di eruzioni di una certa potenza, molto simili a quelle dello Stromboli, con enorme fuoriuscita di lava. Le comunità di cacciatori-raccoglitori che vivevano nei dintorni, devono aver visto la scena a distanza di sicurezza e probabilmente l'hanno riprodotta sulle pareti della grotta di Chauvet. Le indagini al radiocarbonio hanno, infatti, accertato che gli esseri umani popolarono la zona tra i 36.000 e i 37.000 anni fa.
Se queste ipotesi, avanzate dai ricercatori che stanno operando nella zona di Chauvet, sono corrette, le immagini rintracciate nella grotta rappresenterebbero la prima raffigurazione conosciuta di un'eruzione vulcanica. Esempi analoghi si sono trovati presso il sito Neolitico di Catalhoyuk, nella Turchia centrale. Axel Schmitt, geologo dell'Università di Heidelberg, in Germania, che ha studiato con i suoi collaboratori l'eruzione avvenuta nei pressi di Catalhoyuk, è certo che le immagini trovate nella grotta di Chauvet siano proprio quelle di un'antichissima eruzione vulcanica. Sarà difficile, però, secondo lui, stabilire una data precisa mediante l'analisi della roccia basaltica ivi presente.
Una delle gallerie della grotta di Chauvet, quella che porta il nome di Megaloceros, da una specie di grande cervo che vi è raffigurato, contiene anche dei dipinti parzialmente coperti proprio dalla figura dell'animale. Si tratta di una sorta di spruzzi che, inizialmente, gli studiosi non sono stati in grado di spiegare. Non lontano dalla grotta di Chauvet (circa 35 chilometri) si trovano circa una dozzina di vulcani spenti, attivi, senza dubbio, quando gli uomini abitavano e decoravano le vicine grotte.
Gli archeologi hanno visitato e campionato, nel 2012, le rocce di tre coni vulcanici, hanno misurato i livelli di isotopi del gas argon ed hanno determinato che la regione venne investita da una serie di eruzioni vulcaniche tra i 19.000 e i 43.000 anni fa. Si sarebbe trattato, a detta degli studiosi, di eruzioni di una certa potenza, molto simili a quelle dello Stromboli, con enorme fuoriuscita di lava. Le comunità di cacciatori-raccoglitori che vivevano nei dintorni, devono aver visto la scena a distanza di sicurezza e probabilmente l'hanno riprodotta sulle pareti della grotta di Chauvet. Le indagini al radiocarbonio hanno, infatti, accertato che gli esseri umani popolarono la zona tra i 36.000 e i 37.000 anni fa.
Se queste ipotesi, avanzate dai ricercatori che stanno operando nella zona di Chauvet, sono corrette, le immagini rintracciate nella grotta rappresenterebbero la prima raffigurazione conosciuta di un'eruzione vulcanica. Esempi analoghi si sono trovati presso il sito Neolitico di Catalhoyuk, nella Turchia centrale. Axel Schmitt, geologo dell'Università di Heidelberg, in Germania, che ha studiato con i suoi collaboratori l'eruzione avvenuta nei pressi di Catalhoyuk, è certo che le immagini trovate nella grotta di Chauvet siano proprio quelle di un'antichissima eruzione vulcanica. Sarà difficile, però, secondo lui, stabilire una data precisa mediante l'analisi della roccia basaltica ivi presente.
Nessun commento:
Posta un commento