Le strutture scoperte a Ravello (Foto: ilvescovado.it) |
Nuova scoperta archeologica a Ravello nei pressi di Villa Rufolo. In occasione dei restauri di alcuni ambienti privati attigui alla residenza medioevale della maggiore famiglia patrizia di Ravello, sono emersi alcuni ambienti interrati di grosso interesse. Ne è sicura la topografa e archivista ravellese Maria Carla Sorrentino che identifica l'ambiente in un calidarium, un bagno già in epoca romana e poi nella civiltà araba, adibito a sauna, facente parte, in origine, del complesso della villa.
"Il fulcro del nuovo esercizio commerciale è sicuramente il piccolo ambiente che si apre ad una quota più bassa rispetto al pavimento dei due locali più ampi - spiega l'archeologa - L'ambiente, a pianta rettangolare con copertura a volta, con un ingresso dalla zona dei locali e una profonda vasca, separata da un'apertura ad arco, sul lato nord, ha rivelato una bella sorpresa che deve essere emersa in occasione di precedenti lavori. Sotto una complessa stratigrafia costituita da un compatto di carbonato di calcio e uno spesso riempimento di terra e qualche pietra - prosegue - si rileva il pavimento originario con tracce evidenti di combustione. Poggiati sul pavimento e ancora in posizione verticale sono visibili tre tubi di terracotta, che dovevano sorreggere il piano di calpestio che probabilmente dovette crolla re in parte antecedentemente al riempimento in terra, in quanto sul piano combusto sono stati trovati pezzi di lastre in argilla e un quarto tubo non in posizione
originaria. Interessante è poter vedere ancora la traccia del punto su cui poggiava il piano pavimentale. La struttura, così come si legge nella successione dei materiale, rimanda chiaramente alla funzione del piccolo vano che doveva essere un calidarium, il luogo, cioè, che nella struttura del bagno già in epoca romana e poi nella civiltà araba, era la sauna. Infatti la presenza dei tubi che reggevano il pavimento molto spesso permetteva la circolazione di aria calda, che, unita alla presenza di acqua, provocava la sudorazione dei frequentatori. In quest'ottica la vasca a nord doveva essere il posto dove raccogliere l'acqua per generare il vapore da utilizzare."
Di strutture adibite a calidarium si contano a Ravello numerosi esempi, riferiti a complessi edilizi anche non molto grandi ma sempre di proprietà di famiglie che costituivano la nobiltà locale e comunemente identificati come bagni arabi. "L'importanza del calidarium in questione consiste nella sigillatura della struttura pavimentale in tempo antico, probabilmente quando dovette verificarsi il crollo del pavimento sulle suspensurae costituite dai tubi, spingendo i proprietari a cambiare funzione, trasformandolo in una semplice cisterna. - Sottolinea la Sorrentino. - Il forno che alimentava la struttura potrebbe essere individuato tra quelli che sono stati messi in luce a Villa Rufolo e precisamente oltre l'area scoperta a ovest del cortile centrale. La situazione delle quote non è contrastante con tale ipotesi".
"Il fulcro del nuovo esercizio commerciale è sicuramente il piccolo ambiente che si apre ad una quota più bassa rispetto al pavimento dei due locali più ampi - spiega l'archeologa - L'ambiente, a pianta rettangolare con copertura a volta, con un ingresso dalla zona dei locali e una profonda vasca, separata da un'apertura ad arco, sul lato nord, ha rivelato una bella sorpresa che deve essere emersa in occasione di precedenti lavori. Sotto una complessa stratigrafia costituita da un compatto di carbonato di calcio e uno spesso riempimento di terra e qualche pietra - prosegue - si rileva il pavimento originario con tracce evidenti di combustione. Poggiati sul pavimento e ancora in posizione verticale sono visibili tre tubi di terracotta, che dovevano sorreggere il piano di calpestio che probabilmente dovette crolla re in parte antecedentemente al riempimento in terra, in quanto sul piano combusto sono stati trovati pezzi di lastre in argilla e un quarto tubo non in posizione
Fistulae trovate negli scavi di Ravello (Foto: ilvescovado.it) |
Di strutture adibite a calidarium si contano a Ravello numerosi esempi, riferiti a complessi edilizi anche non molto grandi ma sempre di proprietà di famiglie che costituivano la nobiltà locale e comunemente identificati come bagni arabi. "L'importanza del calidarium in questione consiste nella sigillatura della struttura pavimentale in tempo antico, probabilmente quando dovette verificarsi il crollo del pavimento sulle suspensurae costituite dai tubi, spingendo i proprietari a cambiare funzione, trasformandolo in una semplice cisterna. - Sottolinea la Sorrentino. - Il forno che alimentava la struttura potrebbe essere individuato tra quelli che sono stati messi in luce a Villa Rufolo e precisamente oltre l'area scoperta a ovest del cortile centrale. La situazione delle quote non è contrastante con tale ipotesi".
Fonte:
ilvescovado.it
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