Gli scavi di Ohoden del 2016 (Foto: Vratsa Regional Museum of History) |
Recenti scoperte archeologiche nella località neolitica di Valoga, vicino Ohoden, nel nordovest della Bulgaria, sembrano dimostrare che comunità umane provenienti dal Mediterraneo e da un territorio proto-europeo, si riunirono per formare una nuova cultura pacifica che diede luogo ad una comune civiltà preistorica nell'Europa sudorientale.
L'archeologo Georgi Ganetsovski, attuale direttore del Museo regionale di storia a Vratsa, in Bulgaria, è stato per diverso tempo responsabile degli scavi archeologici di Ohoden ed ha fatto qui diverse scoperte sull'alba della civiltà umana in Europa. Gli scavi di quest'anno hanno portato alla scoperta di una struttura in pietra di 8000 anni fa e di un artefatto in ossidiana dello stesso periodo, che in un primo tempo si era pensato provenisse dall'Armenia.
Tra le scoperte archeologiche ad Ohoden vi sono anche le prime sepolture di quest'antichissima civiltà agricola nata nella penisola balcanica dalla fusione di una cultura proto-europea e di una mediterranea. Nonostante la coesistenza di due gruppi etnici diversi, gli archeologi non hanno trovato prove di eventi violenti, segno che la comunità aveva raggiunto un livello sufficientemente elevato nello sviluppo culturale e tecnologico. Quest'ultimo è rappresentato dall'ossidiana ritrovata nel sito, lavorata in modo molto raffinato, ma soprattutto proveniente da fuori la Bulgaria dove ci sono solo giacimenti di selce.
Il sito archeologico di Valoga, vicino Ohoden, nel comune di Vratsa, è uno dei primi insediamenti umani d'Europa, risalente al VI millennio a.C.. Si compone di abitazioni preistoriche, una necropoli e due tempi dedicati ad una divinità della fertilità e ad una del sole. Quest'ultimo tempio è antico anch'esso di 8000 anni, come lo sono gli scheletri umani trovati nella necropoli.
L'analisi dei manufatti trovati nel sito li colloca nella cultura neolitica di Gradeshnitsa-Karcha, sviluppatasi nella Bulgaria nordoccidentale e sudoccidentale. I ritrovamenti effettuati in situ indicano che la penisola balcanica è stata il centro di una civiltà preistorica che da qui si diffuse in tutta Europa. Nel 2011 gli archeologi hanno scoperto, nello scavo di Ohoden, un santuario con un altare preistorico decorato con corna di alci. Questo santuario è poco lontano da una sepoltura rituale maschile scoperta nel 2010. I ricercatori hanno stabilito che l'altare venne utilizzato per celebrare i successi di caccia dell'uomo.
Si pensa che il santuario sia un tempio dedicato alla fertilità. Conteneva decine di dischi di argilla e pietra simboleggianti il disco solare nelle prime società agrarie. Questi reperti sono unici al mondo ed hanno portato a credere che il tempio scoperto sia il più antico del mondo dedicato al sole.
La prima tomba di Ohoden venne scavata nel 2004 ed apparteneva ad una donna ribattezzata con il nome femminile bulgaro di Todorka. Attualmente la sepoltura di Todorka è esposta nel Museo regionale di storia di Vratsa. Altre tre sepolture del primo Neolitico sono state scoperte in seguito, mentre le case neolitiche hanno mostrato tracce di travi e pilastri di 45 centimetri di diametro, prova di mura e tetti piuttosto robusti.
L'archeologo Georgi Ganetsovski, attuale direttore del Museo regionale di storia a Vratsa, in Bulgaria, è stato per diverso tempo responsabile degli scavi archeologici di Ohoden ed ha fatto qui diverse scoperte sull'alba della civiltà umana in Europa. Gli scavi di quest'anno hanno portato alla scoperta di una struttura in pietra di 8000 anni fa e di un artefatto in ossidiana dello stesso periodo, che in un primo tempo si era pensato provenisse dall'Armenia.
Tra le scoperte archeologiche ad Ohoden vi sono anche le prime sepolture di quest'antichissima civiltà agricola nata nella penisola balcanica dalla fusione di una cultura proto-europea e di una mediterranea. Nonostante la coesistenza di due gruppi etnici diversi, gli archeologi non hanno trovato prove di eventi violenti, segno che la comunità aveva raggiunto un livello sufficientemente elevato nello sviluppo culturale e tecnologico. Quest'ultimo è rappresentato dall'ossidiana ritrovata nel sito, lavorata in modo molto raffinato, ma soprattutto proveniente da fuori la Bulgaria dove ci sono solo giacimenti di selce.
Il sito archeologico di Valoga, vicino Ohoden, nel comune di Vratsa, è uno dei primi insediamenti umani d'Europa, risalente al VI millennio a.C.. Si compone di abitazioni preistoriche, una necropoli e due tempi dedicati ad una divinità della fertilità e ad una del sole. Quest'ultimo tempio è antico anch'esso di 8000 anni, come lo sono gli scheletri umani trovati nella necropoli.
L'analisi dei manufatti trovati nel sito li colloca nella cultura neolitica di Gradeshnitsa-Karcha, sviluppatasi nella Bulgaria nordoccidentale e sudoccidentale. I ritrovamenti effettuati in situ indicano che la penisola balcanica è stata il centro di una civiltà preistorica che da qui si diffuse in tutta Europa. Nel 2011 gli archeologi hanno scoperto, nello scavo di Ohoden, un santuario con un altare preistorico decorato con corna di alci. Questo santuario è poco lontano da una sepoltura rituale maschile scoperta nel 2010. I ricercatori hanno stabilito che l'altare venne utilizzato per celebrare i successi di caccia dell'uomo.
Si pensa che il santuario sia un tempio dedicato alla fertilità. Conteneva decine di dischi di argilla e pietra simboleggianti il disco solare nelle prime società agrarie. Questi reperti sono unici al mondo ed hanno portato a credere che il tempio scoperto sia il più antico del mondo dedicato al sole.
La prima tomba di Ohoden venne scavata nel 2004 ed apparteneva ad una donna ribattezzata con il nome femminile bulgaro di Todorka. Attualmente la sepoltura di Todorka è esposta nel Museo regionale di storia di Vratsa. Altre tre sepolture del primo Neolitico sono state scoperte in seguito, mentre le case neolitiche hanno mostrato tracce di travi e pilastri di 45 centimetri di diametro, prova di mura e tetti piuttosto robusti.
Fonte:
archaeologyinbulgaria.com
archaeologyinbulgaria.com
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