domenica 18 dicembre 2016

Le molte vite di Tiati, città dell'antica Daunia

Monete con la dicitura TIATI (Foto: teanum.com)
La città di Tiati, uno dei più importanti centri dell'antica Daunia (attuale provincia di Foggia), sorse tra la fine dell'XI e il IX secolo a.C., su versante meridionale del corso del Fortore, a pochi chilometri dalla sua foce nell'Adriatico. Il Fortore è il secondo fiume pugliese per lunghezza dopo l'Ofanto.
Il nome è tramandato, dalle fonti antiche, in due forme diverse. Il nome Tiati è documentato nelle monete d'argento e di bronzo del IV-III secolo a.C., con leggenda in lingua osca, cui si collega la variante Teate, riportata da alcune fonti letterarie più tardi. La seconda forma, Teanum Apulum, è molto più diffusa ed è attestata dalla metà del I secolo a.C., per distinguere la città dai centri omonimi dei Sidicini (Teano in Campania) e dei Marrucini (Chieti). Viene menzionata con questo nome anche da Cicerone. Alcuni studiosi ritengono che la forma Teate-Tiati sia di origine osca, mentre altri ritengono che Teanum sia la forma sannitizzata e Tiati quella originaria daunia.
Tomba in laterizi di Teanum Apulum (Foto: Archeologia Viva)
L'insediamento antico, grazie alla sua posizione di confine, diviene un importante snodo delle vie di transumanza e dei flussi commerciali nord-sud ed est-ovest. Molto intensi furono i contatti con gli Etruschi di Capua e, poi, con i Sanniti.
L'abitato si articola in modo più complesso verso la fine del VII secolo a.C., quando alle capanne si sostituiscono strutture abitative più complesse con fondazioni in pietra e pareti in mattoni crudi e legno. Dalla fine del VI e fino al I secolo a.C., un ruolo determinante è assunto dai luoghi di culto sorti lungo i tratturi. Uno di questi è stato riportato alla luce lungo il percorso di transumanza noto come Regio Tratturo. Si tratta di un edificio fondato nel VI secolo a.C., con pregevoli statue di culto fittili e raffinate decorazioni architettoniche che alludono fortemente all'influenza degli Etruschi di Capua.
Corona in lamina d'oro provenienti da Teanum Apulum
(Foto: drago.liferesult.it)
Della necropoli di Tiati, purtroppo funestata dalle incursioni degli scavatori clandestini, non si conosce l'esatta ubicazione. Negli ultimi anni sono emerse diverse tombe a fossa del VII-VI secolo a.C. tra le quali si distingue la sepoltura a tumulo di un adulto deposto in posizione fetale, come è usanza delle popolazioni daunie. L'uomo ha come corredo una brocca e un attingitoio, elementi che richiamano al simposio, pratica mutuata dagli Etruschi della Campania. Entrambi gli oggetti sono prodotti nella vicina cittadina daunia di Herdonia (attuale Ordona). Il corredo si compone anche di un fascio di spiedi in ferro e da due bacili in bronzo di produzione etrusca.
Poco distante da questa sepoltura è venuta alla luce una tomba a fossa foderata da lastroni in pietra. Si tratta di una deposizione femminile, in cui compaiono, quali parte del corredo funebre, diversi ornamenti personali: un bracciale, un'armilla e un torques in bronzo, una fibula in ferro e un grande cerchio in ferro. Del corredo fanno parte anche vasi, una brocca prodotta ad Herdonia e un attingitoio che hanno permesso di datare la tomba alla metà del VI secolo a.C.
Tomba con dromos dal territorio di Civitate
(Foto: drago.liferesult.it)
Nel IV secolo a.C. i Sanniti penetrano nel territorio di Tiati: lo provano le monete con la scritta TIATIUM in lingua osca. La città si allea con loro contro Roma. La sconfitta del 318 a.C. (seconda guerra sannitica) porta ad un patto di alleanza con i Romani, che confiscano le terre appartenenti alla fazione antiromane. In questo periodo la città assume il nome latino di Teanum Apulum e gode di una autonomia amministrativa e di un notevole sviluppo economico.
Il florido periodo di Tiati è testimoniato da una tomba a camera del III secolo a.C., la Tomba degli Ori, scoperta nel 1952 e destinata a più defunti. Il corredo è composto da due corone in lamina d'oro, un anello in oro con castone in pasta vitrea inciso con la figura di Ercole, un balsamario in argento e una coppia di anfore da trasporto. Di particolare interesse anche una tomba a grotticella del IV secolo a.C., scoperta durante i lavori per un acquedotto rurale, dove sono state rinvenute tracce di cenere e legni combusti pertinenti una pira innalzata per il rituale di sepoltura. Questa sepoltura rappresenta un mutamento del rituale funerario daunio, che all'inumazione affianca ora la semicremazione.
La battaglia di Canne del 216 a.C. segna l'inizio della romanizzazione definitiva di Teanum Apulum, portata a compimento nel II secolo a.C. con l'istituzione di un municipium e l'ascrizione dello stesso alla gens Cornelia. Nella divisione augustea dell'Italia, la città appare inclusa nella Regio II Apulia et Calabria. Nel IV secolo d.C. il territorio di Teanum Apulum entra a far parte della nuova provincia del Samnium. Comincia un periodo, per la cittadina, di forte attività edilizia che porta all'edificazione, tra gli altri monumenti, di mura (I secolo a.C.), di una basilica e di necropoli extraurbane, di cui sono noti cippi e stele, a dimostrazione della persistenza di nuclei rurali e ville rustiche durante l'età imperiale.
Nell'XI secolo viene fondata, da parte del catapano Basilio Bojoannes, la città di Civitate, centro fortificato bizantino lungo la frontiera con il principato longobardo di Benevento. Civitate sorge in un punto strategico dell'area urbana di Teanum che, però, non è chiaro se fosse ancora parzialmente abitato o del tutto abbandonato. Nei pressi di Civitate si svolse, il 18 giugno 1053, una battaglia decisiva per le sorti dell'Italia meridionale: i Normanni sconfissero l'esercito di papa Leone IX e presero prigioniero lo stesso papa.

Fonti:
liberamente tratto da "Archeologia Viva" di settembre-ottobre 2016
emeroteca.provincia.brindisi.it

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