Contenitore in legno dell'Età del Bronzo trovato sulle Alpi svizzere (Foto: Servizio Archeologico del Cantone di Berna) |
Un contenitore in legno dell'Età del Bronzo è stato trovato nel ghiaccio delle Alpi svizzere, a 2.650 metri di altezza. Il ritrovamento potrebbe aiutare gli archeologi a gettare nuova luce sulla diffusione dei semi di cereali. I ricercatori si aspettavano di trovare, nel contenitore, residui di latte, parte del pasto di un cacciatore, ma hanno scoperto, invece, i biomarcatori di grano di frumento o di segala.
La domesticazione delle piante quali il grano è stato uno dei passaggi culturali ed evolutivi più significativi della nostra specie, ma non sono mai state rinvenute prove dirette dell'utilizzo dei cerali nelle pratiche culinarie. Le piante, infatti, sono soggette ad un degrado estremamente rapido, per cui è difficile rintracciarle nei depositi antichi. Per questo, da qualche tempo, gli archeologi ricorrono sempre più spesso a tecniche molecolari per rintracciarne i resti.
Il Dottor André Colonese, della BioArCh, dipartimento di Archeologia dell'Università di York, ha dichiarato: "Si tratta di una scoperta straordinaria se si considera che di tutte le piante domestiche, il grano è la coltura più diffusa nel mondo e la più importante fonte di cibo per gli esseri umani, una coltura che si trova al centro di molte tradizioni culinarie contemporanee".
I ricercatori hanno combinato insieme analisi microscopiche e molecolari per identificare i lipidi e le proteine, servendosi della gascromatografia spettrometrica, una tecnica usualmente applicata ai manufatti in ceramica. Negli ultimi trent'anni migliaia di manufatti del genere, provenienti dall'Europa, sono stati analizzati per individuare il loro contenuto, quasi sempre latte e carne, mai nessuna prova di cereali.
"La prova della presenza di cereali è arrivata dal rilevamento dei lipidi, ma anche dalle proteine conservate. - Ha affermato la Dottoressa Jessica Hendy, dell'Istituto Max Planck per la Scienza della Storia Umana. - Quest'analisi è stata in grado di dirci che questa scatola conteneva non solo uno, ma due tipi di cereali in grani, frumento ed orzo o segale".
Il Dottor Francesco Carrer, dell'Università di Newcastle è convinto che questo ritrovamento getti nuova luce sulla vita delle comunità preistoriche alpine e sul loro rapporto con le elevate altitudini. Quanti viaggiavano attraverso i valichi, infatti, avevano l'abitudine di portare con loro il cibo necessario per il viaggio, come i moderni escursionisti.
La domesticazione delle piante quali il grano è stato uno dei passaggi culturali ed evolutivi più significativi della nostra specie, ma non sono mai state rinvenute prove dirette dell'utilizzo dei cerali nelle pratiche culinarie. Le piante, infatti, sono soggette ad un degrado estremamente rapido, per cui è difficile rintracciarle nei depositi antichi. Per questo, da qualche tempo, gli archeologi ricorrono sempre più spesso a tecniche molecolari per rintracciarne i resti.
Il Dottor André Colonese, della BioArCh, dipartimento di Archeologia dell'Università di York, ha dichiarato: "Si tratta di una scoperta straordinaria se si considera che di tutte le piante domestiche, il grano è la coltura più diffusa nel mondo e la più importante fonte di cibo per gli esseri umani, una coltura che si trova al centro di molte tradizioni culinarie contemporanee".
I ricercatori hanno combinato insieme analisi microscopiche e molecolari per identificare i lipidi e le proteine, servendosi della gascromatografia spettrometrica, una tecnica usualmente applicata ai manufatti in ceramica. Negli ultimi trent'anni migliaia di manufatti del genere, provenienti dall'Europa, sono stati analizzati per individuare il loro contenuto, quasi sempre latte e carne, mai nessuna prova di cereali.
"La prova della presenza di cereali è arrivata dal rilevamento dei lipidi, ma anche dalle proteine conservate. - Ha affermato la Dottoressa Jessica Hendy, dell'Istituto Max Planck per la Scienza della Storia Umana. - Quest'analisi è stata in grado di dirci che questa scatola conteneva non solo uno, ma due tipi di cereali in grani, frumento ed orzo o segale".
Il Dottor Francesco Carrer, dell'Università di Newcastle è convinto che questo ritrovamento getti nuova luce sulla vita delle comunità preistoriche alpine e sul loro rapporto con le elevate altitudini. Quanti viaggiavano attraverso i valichi, infatti, avevano l'abitudine di portare con loro il cibo necessario per il viaggio, come i moderni escursionisti.
Fonte:
pasthorizonspr.com
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