domenica 8 ottobre 2017

Antikythera, emerge un braccio di bronzo

Il braccio di bronzo scoperto nelle acque di Antikythera
(Foto: Brett Seymour/EUA/ARGO 2017)
Gli archeologi subacquei hanno recuperato un braccio in bronzo dall'antico e, oramai, famoso naufragio avvenuto nei pressi dell'isola greca di Antikythera. Sui fondali marini si trovano ancora almeno sette statue di inestimabile valore.
I ricercatori hanno trovato il braccio, incrostato e coperto da una patina verde, sotto mezzo metro di sedimenti nei pressi dei resti del naufragio della nave. Quest'ultima raggiungeva la ragguardevole lunghezza di circa 50 metri ed era diretta dall'Asia Minore a Roma. Il naufragio si verificò nel I secolo a.C.
Il reperto è stato scoperto grazie ad un rilevatore di metalli subacqueo, che ha individuato anche la presenza di altri grandi oggetti metallici nelle vicinanze del luogo del ritrovamento. L'archeologo greco Alexandros Sotiriou, subacqueo che fa parte del progetto di esplorazione subacquea promosso dall'Eforato greco per le antichità sommerse, ha affermato che sono almeno sette, se non addirittura nove, le statue ancora occultate dai sedimenti e dai massi che, molto probabilmente, sono piovuti in mare ed hanno contribuito ad occultare il relitto dopo il terremoto che ha scosso Antikythera e le isole circostanti nel IV secolo d.C.
Il braccio in bronzo, per l'esattezza si tratta di un braccio destro, appartiene con tutta probabilità alla statua di un uomo. Tra gli altri oggetti recuperati dai subacquei vi è una lastra in marmo rosso, un boccale d'argento, sezioni di legno che tenevano insieme il telaio della nave ed un osso umano. Lo scorso anno la stessa spedizione archeologica subacquea ha scoperto cranio, denti, costole ed altre ossa di un individuo morto nel naufragio. Sono stati fatti gli esami del Dna e si è potuto sapere che l'individuo era di sesso maschile. Una tazza, sepolta dai detriti accanto al corpo dell'uomo, reca inciso, assieme a scene erotiche, il nome di Pamphilos.
Il disco bronzeo recuperato dai fondali di Antikythera
(Foto: Brett Seymour/EUA/ARGO 2017
Nel 1900 emersero, dalle acque di Antikythera, i pezzi di un bellissimo bronzo ellenistico chiamato, in seguito, il giovane di Antikythera. La statua si trova, oggi, nel Museo Archeologico Nazionale di Atene, a fianco di un impressionante testa bronzea denominata il filosofo di Antikythera. Entrambi i reperti risalgono al IV secolo a.C. ed hanno sollevato il problema su come possano essere arrivati su una sfortunata nave 300 anni più tardi.
L'industria del riciclaggio del bronzo, in epoca classica ma anche in epoca medioevale, godeva di notevole fortuna. Molti dei migliori esemplari di statue bronzee che ora sopravvivono, infatti, sono state recuperate da naufragi. Le sculture in bronzo antiche sono molto rare, dal momento che in antichità era d'abitudine riciclare il metallo. Il recupero delle statue ancora sepolte nei fondali di Antikythera richiederà uno sforzo massiccio. E' necessario, anzitutto, rimuovere i massi che occultano i reperti, oppure forare la roccia e riempirla di malta, che fa in modo che la pietra si espanda. Un'altra opzione è di rompere i massi con piccole cariche, utilizzate per recuperare le persone intrappolate nelle grotte sottomarine.
Oltre alle statue, i fondali di Antikythera hanno restituito un disco bronzeo che sembra corrispondere, per dimensioni, alle ruote degli ingranaggi del meccanismo di Antikythera, del quale non sono stati ancora recuperati tutti i componenti. Indagini con i raggi x hanno rivelato l'immagine di un toro, il che farebbe pensare ad un elemento decorativo più che ad un ingranaggio.

Fonte:
theguardian.com

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