Parte posteriore del pilastro del faraone Psammetico I (Foto: Ministero delle antichità) |
La missione archeologica egiziano-tedesca ha scoperto la maggior parte di un colosso appartenente al faraone Psammetico I (664-610 a.C.) della XXVI Dinastia, durante gli scavi presso il tempio di Heliopolis, nella zona di Suk Al-Khamis Matariya ad est del Cairo.
Il responsabile del Dipartimento delle antichità egizie e capo della missione di scavo egiziana, Aymen Ashmawy, ha affermato che la missione congiunta ha portato alla luce circa 1.920 blocchi di quarzite che si trova nella parte inferiore del colosso. I blocchi ritrovati rivelano la maggior parte del gonnellino del faraone, delle gambe e delle dita dei piedi. Gli studiosi ritengono che il colosso sepolto sia stato costruito in posizione eretta e non seduta.
Gli scavi si sono concentrati nel punto in cui giaceva la parte superiore del colosso di Psametico, trovato dalla missione nel marzo 2017. Si ritiene che la statua sia stata distrutta in un'epoca non ancora identificabile e che i suoi frammenti siano sparsi in un raggio di 20 metri. Gli archeologi hanno scoperto anche numerosi blocchi di granito che appartengono ad altre statue, tra le quali una del faraone Ramses II, una del dio Rahurakhti e di altri ancora non identificabili. Nella prossima stagione archeologica gli studiosi contano di scoprire ulteriori particolari riferibili alla parte inferiore del colosso.
Tra le parti emerse durante gli scavi dell'ultima campagna archeologica vi è un pilastro sulla cui parte posteriore è inciso il nome di Horus, divinità sacra a Psammetico I, un fatto che non fa che confermare che il colosso scoperto raffigura proprio questo faraone e non il faraone Ramses II, come suggerito da alcuni studiosi. Gli archeologi hanno trovato anche un gigantesco frammento dell'occhio di Horus, probabilmente parte di una grande statua del dio Rahurakhti, alta forse sei metri, il che, se fosse confermato, la renderebbe la più alta statua di questa divinità finora ritrovata in Egitto.
I reperti appartenenti al colosso di Psammetico I sono stati portati al Museo egiziano Grand (GEM) per la pulizia e il restauro. Una volta che lo studio sui reperti sarà terminata, sarà messo a punto un piano per ricostruire le parti del colosso al fine di esporlo all'interno dello stesso GEM.
La parte superiore del colosso, un torso e la gran parte della testa e della corona regale, è attualmente esposta nel giardino del Museo egizio di Tahrir. Fino alla loro scoperta, i resti giacevano in una zona nelle vicinanze di suk Al-Khamis, in un luogo affollato ed umido. Al-Matariya era, un tempo, la capitale dell'Egitto, nella quale vennero eretti, dai faraoni, diversi monumenti. A causa della vicinanza del sito all'insediamento umano, la zona è stata, nei millenni, oggetto di pesanti distruzioni, a partire dal tardo periodo romano al periodo mamelucco fino ad oggi. Blocchi di antichi templi presenti, un tempo, nella zona, sono stati riutilizzati per costruire diversi monumenti della vecchia cittadella de Il Cairo.
Fonte:
Ahram Online
Il responsabile del Dipartimento delle antichità egizie e capo della missione di scavo egiziana, Aymen Ashmawy, ha affermato che la missione congiunta ha portato alla luce circa 1.920 blocchi di quarzite che si trova nella parte inferiore del colosso. I blocchi ritrovati rivelano la maggior parte del gonnellino del faraone, delle gambe e delle dita dei piedi. Gli studiosi ritengono che il colosso sepolto sia stato costruito in posizione eretta e non seduta.
Dita dei piedi del colosso di Psammetico I (Foto: Ministero delle antichità) |
Tra le parti emerse durante gli scavi dell'ultima campagna archeologica vi è un pilastro sulla cui parte posteriore è inciso il nome di Horus, divinità sacra a Psammetico I, un fatto che non fa che confermare che il colosso scoperto raffigura proprio questo faraone e non il faraone Ramses II, come suggerito da alcuni studiosi. Gli archeologi hanno trovato anche un gigantesco frammento dell'occhio di Horus, probabilmente parte di una grande statua del dio Rahurakhti, alta forse sei metri, il che, se fosse confermato, la renderebbe la più alta statua di questa divinità finora ritrovata in Egitto.
I reperti appartenenti al colosso di Psammetico I sono stati portati al Museo egiziano Grand (GEM) per la pulizia e il restauro. Una volta che lo studio sui reperti sarà terminata, sarà messo a punto un piano per ricostruire le parti del colosso al fine di esporlo all'interno dello stesso GEM.
La parte superiore del colosso, un torso e la gran parte della testa e della corona regale, è attualmente esposta nel giardino del Museo egizio di Tahrir. Fino alla loro scoperta, i resti giacevano in una zona nelle vicinanze di suk Al-Khamis, in un luogo affollato ed umido. Al-Matariya era, un tempo, la capitale dell'Egitto, nella quale vennero eretti, dai faraoni, diversi monumenti. A causa della vicinanza del sito all'insediamento umano, la zona è stata, nei millenni, oggetto di pesanti distruzioni, a partire dal tardo periodo romano al periodo mamelucco fino ad oggi. Blocchi di antichi templi presenti, un tempo, nella zona, sono stati riutilizzati per costruire diversi monumenti della vecchia cittadella de Il Cairo.
Fonte:
Ahram Online
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