venerdì 20 dicembre 2019

Israele e la produzione di garum

Israele, le vasche in si produceva il garum ad Ashkelon
(Foto: Asaf Peretz, IAA)
Scavi archeologici condotti dall'Israel Antiquities Authority nei pressi di Ashkelon, in Israele, hanno portato alla luce un'antica area industriale con presse per l'uva ed installazioni piuttosto rare per la produzione del famoso garum, la salsa di pesce tanto famosa tra i Romani.
Le vasche destinate alla produzione del garum appena scoperte sono tra le poche finora rinvenute nel Mediterraneo orientale. A detta del Dottor Tali Erickson-Gini, dell'Israel Antiquities Authority, "Molto prima della pasta e della pizza, l'antica dieta romana era in gran parte basata sulla salsa di pesce. Fonti storiche si riferiscono alla produzione di una speciale salsa di pesce utilizzata come condimento di base per il cibo in epoca romana e bizantina in tutto il bacino del Mediterraneo. Le fonti riferiscono che i forti odori che accompagnavano questa produzione richiedevano che gli stabilimenti deputati fossero distanziati dalle aree urbane". Infatti le fabbriche di garum sono state scoperte a circa 2 chilometri dall'antica Ashkelon.
Israele, frammenti di decorazione marmorea della chiesa bizantina
che sorse ad Ashkelon (Foto: Anat Rasiuk, IAA)
Secondo i ricercatori si tratta di una scoperta rara nella regione, anche se le fonti antiche fanno cenno alla produzione di un garum ebraico. Scoperte come questa dimostrano che i gusti romani, sia dal punto di vista del vestiario che dell'alimentazione, finirono per diffondersi in tutto l'impero.
Il sito romano venne abbandonato, ma fino al periodo bizantino (V secolo d.C.) sopravvissero le condizioni che avevano portato alla coltivazione della vite. In quest'epoca prosperò, in questo luogo, una comunità monastica che sopravvisse proprio grazie alla produzione di vino. I monaci edificarono anche una chiesa riccamente decorata, i cui frammenti architettonici sono stati trovati nel sito, con frammenti di marmo e mosaici. L'esportazione del vino costituiva il reddito principale del monastero.
Il sito venne abbandonato poco dopo la conquista islamica della regione, nel VII secolo d.C. Più tardi famiglie nomadi, probabilmente abitanti in tende, smantellarono le strutture esistenti vendendo il materiale superstite quale materiale da costruzione. In loco sono stati rinvenuti alcuni pozzi contenenti ossa di grandi animali quali asini e cammelli.

Fonte:
archaeology news network

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