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San Casciano dei Bagni, una delle statue tornate alla luce (Foto: Ansa/Jacopo Tabolli) |
Si tratta della "s
coperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico". Sono le parole del
direttore dei musei del MiC Massimo Osanna a commento dell'incredibile ritrovamento a
San Casciano dei Bagni, in provincia di
Siena, vicino alla
sorgente termale del Bagno grande.
Una scoperta a dir poco eccezionale:
24 statue di bronzo di raffinatissima fattura, conservate per
2300 anni dal fango e dall'acqua bollente termale in vasche sacre.
Le statue sono riemerse dagli scavi del comune toscano, integre, in
perfetto stato di conservazione. Cinque sono quasi alte un metro. Tra le più sorprendenti quella di un
giovane efebo, una statua di
Igea, dea della salute, con un
serpente arrotolato sul braccio. E poi
Apollo, altra divinità collegata alla medicina, altre divinità, matrone, fanciulli, imperatori.
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San Casciano dei Bagni, la statuetta di un orante (Foto: Ansa/Jacopo Tabolli) |
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Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo", ha detto all'Ansa l'
archeologo Jacopo Tabolli, giovane docente dell'
Università per Stranieri di Siena, che dal
2019 guida il progetto. Secondo Tabolli si tratta indubbiamente di un tesoro assolutamente unico, accompagnato da un'incredibile quantità di
iscrizioni in etrusco e in latino. E ancora:
5.000 monete in oro, argento e bronzo ed una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali.
Le opere in bronzo sono state realizzate con tutta probabilità da
artigiani locali, secondo gli studiosi si possono datare
tra il II secolo a.C. ed il I secolo d.C., in un'epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all'interno del tessuto sociale dell'Urbe. Facevano parte di un
santuario, con
piscine ribollenti,
terrazze digradanti,
fontane,
altari. Le statue dovevano essere posizionate
sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. A più riprese, sicuramente nel corso del I secolo d.C., le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo. "
Un santuario che esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V secolo d.C., quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra, le divinità affidate con rispetto all'acqua", racconta ancora Tabolli.
Nelle iscrizioni si leggono
nomi di ricche famiglie etrusche del territorio umbro e toscano interno, dai
Velimna di
Perugia ai
Marcni dell'
agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusche si trovano anche iscrizioni in latino che menzionano le
aquae calidae, le fonti calde del Bagno grande, dove sono stati trovati i bronzi.
Uno dei dati più interessanti è la
compresenza di oggetti etruschi ed oggetti latini. "
Anche in epoche storiche in cui fuori infuriano i più tremendi conflitti, all'interno di queste vasche e su questi altari i due mondi, quello etrusco e quello latino, sembrano convivere senza problemi", spiega Tabolli. "
Qui passa il tempo, cambia la lingua, cambiano persino i nomi delle divinità, ma il tipo di culto e l'intervento terapeutico rimangono gli stessi".
Tra gli oggetti rinvenuti ci sono anche statue che rappresentano
organi o
parti del corpo umano per le quali si domandava l'intervento divino.
I bronzi e le altre scoperte resteranno a San Casciano dei Bagni, dove sorgerà un nuovo museo all'interno di un palazzo cinquecentesco appena acquistato dalla Direzione generale musei del ministero della Cultura. Museo a cui si aggiungerà un parco archeologico che coinvolgerà l'intera area degli scavi e le antiche piscine termali.
Fonti:
skytg24.it
wired.it
finestresullarte.info