sabato 23 settembre 2023

Roma, tornano alla luce i resti del teatro di Nerone

Roma, capitello in marmo dal teatro di Nerone
(Foto: Soprintendenza Speciale Roma/Artribune)

Gli scavi condotti dalla Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, in collaborazione con l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, iniziati nel 2020, nell'area pertinente Palazzo Della Rovere, sede dell'Ordine, tra il Mausoleo di Adriano (Castel Sant'Angelo) e la basilica di San Pietro, hanno portato alla luce i resti del teatro di Nerone.
Imperatore eclettico, Nerone era poeta, musicista e attore, come ci tramandano Svetonio e Tacito. Celebre il suo debutto al teatro di Neapolis nel 62 d.C. dove, durante la sua performance, ci fu una violenta scossa di terremoto: gli dei lo stavano applaudendo.
L'area indagata presenta una frequentazione che va dall'età repubblicana al XV secolo. Ciò significa che si aggiunge non solo un tassello alla storia di Roma antica ma anche a quella di Roma medioevale. Del teatro neroniano, al momento, sono emerse la parte sinistra dell'emiciclo che componeva la cavea con le sue gradinate, la scenae frons, vale a dire lo sfondo architettonico del palcoscenico romano, decorazioni a stucco in foglia di oro, colonne di marmo pregiato elegantemente lavorate, ambienti di servizio, probabilmente utilizzati dagli attori e come depositi di scenografie e costumi.
Sarebbe la qualità dei materiali rinvenuti ad avvalorare l'ipotesi che il teatro rinvenuto sia quello fatto realizzare dall'imperatore in un'area utilizzata anche da Caligola per la costruzione del suo circo negli Horti di Agrippina Maggiore, madre dell'imperatore. Questa sponda del Tevere, di fronte al Campo Marzio e al Mausoleo di Augusto, era utilizzata soprattutto dalle grandi ville romane ed era collegata tramite un ponte i cui resti sono riaffiorati a giugno 2022 a causa della siccità.
Oltre alle strutture architettoniche connesse all'epoca del primo impero romano, i reperti portati alla luce sono composti da manufatti di epoca medioevale, come oggetti in osso lavorato, matrici per rosari, insegne di pellegrinaggio, vasellame e brocche in ceramica, nonché calici di vetro.
Questi sono elementi da ricondursi non solo alla pietà dei pellegrini che andavano in visita alla tomba di San Pietro, ma alla struttura della Schola Saxonum, tra i più antichi edifici realizzati per accogliere i pellegrini: come specificato dalla Soprintendenza Speciale Roma, dal X secolo questa zona si dota di edifici manifatturieri e produttivi connessi ai grandi pellegrinaggi che coinvolgono tutti i luoghi della cristianità in epoca medioevale. Significative sono le insegne di pellegrinaggio del Volto Santo di Lucca e della Santa Vergine di Rocamadour, e una fiaschetta a forma di gallo da collegarsi ai simboli di San Pietro. I manufatti rinvenuti verranno esposti, in futuro, nel Palazzo Della Rovere.

Fonte:
mediterraneoantico.it


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