Uno studio condotto da un team internazionale, coordinato da Sapienza Università di Roma e dal Cnr, rivela le origini genetiche dei Piceni e descrive la struttura genetica di una delle civiltà più affascinanti dell'Italia pre-romana.
I risultati, pubblicati sulla rivista "Genome Biology", mostrano che esisteva una piccola ma significativa differenziazione tra i popoli Tirrenici e quelli Adriatici, ed aiutano a comprendere meglio le migrazioni, le interazioni e l'evoluzione delle popolazioni nel corso dei millenni.
E' stato analizzato il DNA antico di oltre 100 resti scheletrici provenienti da diverse necropoli dell'Italia Centrale, coprendo un arco temporale di più di mille anni, dall'Età del Ferro alla tarda antichità. I risultati hanno rivelato una storia genetica sorprendente che differenzia i popoli dell'Adriatico da quelli del Tirreno e che fornisce nuovi spunti di riflessione sull'eredità genetica dell'impero Romano e sul suo ruolo nel plasmare i cambiamenti genetici e fenotipici in tutta la penisola italiana.
L'analisi genomica delle necropoli Picene, la principale delle quali è quella di Novilara, ha mostrato che, sebbene culturalmente distinto, questo popolo condivideva un patrimonio genetico comune con altre culture coeve ed in continuità con le precedenti culture italiche. Le popolazioni adriatiche, però, avevano caratteristiche proprie, legate ai continui scambi commerciali e culturali attraverso l'Adriatico, riflettendo un mosaico complesso di interazioni che hanno plasmato il pool piceno in modo diverso da quello delle popolazioni tirreniche.
Uno degli aspetti più affascinanti emersi dalla ricerca è la diversità fenotipica dei Piceni rispetto ai loro vicini. Lo studio ha evidenziato che questi mostravano una maggiore prevalenza di tratti fenotipici come occhi azzurri e capelli chiari, caratteristiche molto meno comuni tra le popolazioni coeve come gli Etruschi ed i Latini. Questa diversità fisica, unita ai contatti genetici con popolazioni del Nord Europa e del Vicino Oriente, rende i Piceni un caso unico nello studio dell'Italia pre-romana.
I risultati, pubblicati sulla rivista "Genome Biology", mostrano che esisteva una piccola ma significativa differenziazione tra i popoli Tirrenici e quelli Adriatici, ed aiutano a comprendere meglio le migrazioni, le interazioni e l'evoluzione delle popolazioni nel corso dei millenni.
E' stato analizzato il DNA antico di oltre 100 resti scheletrici provenienti da diverse necropoli dell'Italia Centrale, coprendo un arco temporale di più di mille anni, dall'Età del Ferro alla tarda antichità. I risultati hanno rivelato una storia genetica sorprendente che differenzia i popoli dell'Adriatico da quelli del Tirreno e che fornisce nuovi spunti di riflessione sull'eredità genetica dell'impero Romano e sul suo ruolo nel plasmare i cambiamenti genetici e fenotipici in tutta la penisola italiana.
L'analisi genomica delle necropoli Picene, la principale delle quali è quella di Novilara, ha mostrato che, sebbene culturalmente distinto, questo popolo condivideva un patrimonio genetico comune con altre culture coeve ed in continuità con le precedenti culture italiche. Le popolazioni adriatiche, però, avevano caratteristiche proprie, legate ai continui scambi commerciali e culturali attraverso l'Adriatico, riflettendo un mosaico complesso di interazioni che hanno plasmato il pool piceno in modo diverso da quello delle popolazioni tirreniche.
Uno degli aspetti più affascinanti emersi dalla ricerca è la diversità fenotipica dei Piceni rispetto ai loro vicini. Lo studio ha evidenziato che questi mostravano una maggiore prevalenza di tratti fenotipici come occhi azzurri e capelli chiari, caratteristiche molto meno comuni tra le popolazioni coeve come gli Etruschi ed i Latini. Questa diversità fisica, unita ai contatti genetici con popolazioni del Nord Europa e del Vicino Oriente, rende i Piceni un caso unico nello studio dell'Italia pre-romana.
Fonte:
archeomedia.net
archeomedia.net
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