Egitto, rilievo dipinto su colonna ad Esna (Foto: Ahmet Amin/Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità) |
Circa 100 templi principali dominavano il paesaggio dell'Egitto Romano, anche se oggi ne rimangono in piedi solo sei. Uno dei meglio conservati si trova in un quartiere residenziale della moderna città di Esna, sulla riva occidentale del Nilo, nell'Alto Egitto.
Il tempio era dedicato al dio creatore Khnum, alla sua famiglia e alla dea Neith. Ora, sotto il livello della strada, il pronao in arenaria rossa del tempio, o sala d'ingresso, è tutto ciò che sopravvive di quello che una volta era un complesso più grande. Gli altri resti del tempio, che si trovavano dietro la sala, sono ora sepolti sotto la città.
Nell'antichità, la sala avrebbe fatto impallidire il resto del tempio. Scene più grandi del normale, scolpite su ciascuna delle sue pareti esterne, offrivano agli antichi fedeli un semplice accenno degli splendidi rilievi dipinti che ancora coprono quasi ogni centimetro dell'interno della sala.
La costruzione del pronao del tempio iniziò dopo la conquista dell'Egitto da parte dell'imperatore Augusto nel 30 a.C., ma la sua decorazione richiese secoli per essere completata. L'atrio d'ingresso fu costruito direttamente contro la facciata del tempio, che era stato costruito durante il regno del faraone Tolomeo VI (che regnò dal 180 al 145 a.C.), uno dei re di una dinastia di reali macedoni che governò l'Egitto dal 304 al 30 a.C. In tutta la sala, cartigli ovali con i nomi di una lunga stirpe di imperatori romani attestano il lungo tempo impiegato per completare l'edificio e la sua decorazione. La costruzione della sala fu probabilmente completata a metà del I secolo d.C., sotto l'imperatore Claudio. Gli artigiani impiegarono fino al regno dell'imperatore Decio, 200 anni dopo, per finire di intagliare e dipingere l'elaborata decorazione in rilievo dell'edificio.
Alla fine del III o all'inizio del IV secolo d.C., quando il tempio era stato presumibilmente chiuso, gli abitanti di Esna iniziarono a smantellare il suo santuario principale e a riutilizzare gli elementi costitutivi per costruire canali. Usarono il pronao come rifugio per i successivi 1500 anni e, nel XIX secolo, divenne un magazzino per lo stoccaggio di cotone e munizioni. In quel lasso di tempo, i fuochi accesi all'interno per l'illuminazione e il calore ricoprirono gradualmente le pitture sui soffitti, sulle colonne e sulle colonne e sulle pareti interne con spessi strati di terra e fuliggine. Parti del pronao sono state sepolte sotto la sabbia fino al XX secolo.
I rilievi della sala erano ancora completamente ricoperti di fuliggine quando, nel 2018, un team congiunto egiziano-tedesco, guidato dall'egittologo Christian Leitz dell'Università di Tubinga e da Hisham el-Leithy, sottosegretario di Stato per la documentazione del Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità (MoTA), ha iniziato a ripristinare i vivaci colori dei disegni nel loro antico splendore.
Utilizzando principalmente acqua distillata ed alcol, i conservatori del MoTA, supervisionati da Ahmed Emam, hanno pulito le 18 colonne interne della sala, tutte e sette le campate del soffitto e sezioni delle pareti meridionale ed occidentale. Nel processo hanno rivelato immagini finora rimaste celate e quasi 200 iscrizioni dipinte sul soffitto e sulle traverse. La cristallizzazione del sale aveva influenzato i colori e causato un certo sfaldamento dei rilievi. Il team di conservazione ha ripulito gli strati di fuliggine, polvere e sporcizia e ora si possono apprezzare i colori vivaci dei dipinti e delle iscrizioni.
Il team ha scoperto e fotografato scene che rivelato come gli antichi egizi raffiguravano e adoravano i loro dei e come concepivano l'universo attraverso oggetti astronomici e segni astrologici utilizzati per adornare il soffitto del tempio.
Il culto di Khnum risale a 4000 anni fa ma le sue origini e l'evoluzione del culto ad Esna ed in altri centri religiosi, resta un mistero. Khnum è stato sempre collegato alla creazione, alla fertilità ed al Nilo. Era solitamente raffigurato come un ariete o con una testa di ariete, a volte anche come un coccodrillo. Ad Esna era venerato come Khnum-Ra, il dio del sole Ra conferiva a Khnum un potere divino. La scelta del colore rosso e del colore giallo, entrambi comunemente usati per raffigurare il sole, come colori dominanti per i rilievi nella sala d'ingresso, potrebbe simboleggiare proprio la connessione tra le due divinità.
Nel II secolo a.C., il culto di Khnum ad Esna si arricchì di un'altra divinità creatrice, la dea Neith. Gli inni incisi sulle colonne e sulle pareti della sala del tempio lodano Khnum e Neith come Signore e Signora di Esna. Secondo un mito riportato su una delle colonne del tempio di Esna, Neith, chiamata "madre delle madri", diede alla luce Ra e altri dei pronunciando i loro nomi.
Ogni colonna del pronao del tempio di Esna presenta scene rituali nella sua parte inferiore ed è incisa con 28 pannelli verticali di geroglifici che descrivono il culto degli dei di Esna. Una colonna conserva una litania di 143 versi a Khnum-Ra, che loda tutto ciò che il dio ha portato all'esistenza.
I rilievi recentemente puliti sulle pareti interne del pronao forniscono indizi su quello che comportavano i riti in onore di Khnum. Una scena mostra l'imperatore Traiano che dedica quattro bruciatori di incenso al dio, mentre un sacerdote vestito di pelle di leopardo, in piedi di fronte a lui, offre a Khnum un tornio da vasaio. Un altro ritrae i sacerdoti che trasportano la barca solare di Khnum, in cui si trova il santuario del dio, fuori dal santuario interno del tempio. In occasioni speciali, tali processioni avrebbero viaggiato dal santuario interno alla sala d'ingresso, lungo la navata centrale, fino alla folla di fedeli riuniti all'esterno.
I conservatori che lavorano presso il tempio di Khnum di Esna continuano a ripulire le scene sulle pareti interne del pronao e le colonne lungo la sua facciata. Hanno trovato precisi parallelismi tra la miriade di testi e immagini all'interno del pronao e quelli di altri templi. Queste connessioni forniscono un'idea di come i sacerdoti del tempio di Khnum di Esna abbiano ideato ed eseguito il piano generale per la decorazione della sala.
Il tempio era dedicato al dio creatore Khnum, alla sua famiglia e alla dea Neith. Ora, sotto il livello della strada, il pronao in arenaria rossa del tempio, o sala d'ingresso, è tutto ciò che sopravvive di quello che una volta era un complesso più grande. Gli altri resti del tempio, che si trovavano dietro la sala, sono ora sepolti sotto la città.
Nell'antichità, la sala avrebbe fatto impallidire il resto del tempio. Scene più grandi del normale, scolpite su ciascuna delle sue pareti esterne, offrivano agli antichi fedeli un semplice accenno degli splendidi rilievi dipinti che ancora coprono quasi ogni centimetro dell'interno della sala.
Egitto, capitello con raffigurazione di Bes nel tempio di Khnum ad Esna (Foto: Ahmet Amin/Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità) |
Alla fine del III o all'inizio del IV secolo d.C., quando il tempio era stato presumibilmente chiuso, gli abitanti di Esna iniziarono a smantellare il suo santuario principale e a riutilizzare gli elementi costitutivi per costruire canali. Usarono il pronao come rifugio per i successivi 1500 anni e, nel XIX secolo, divenne un magazzino per lo stoccaggio di cotone e munizioni. In quel lasso di tempo, i fuochi accesi all'interno per l'illuminazione e il calore ricoprirono gradualmente le pitture sui soffitti, sulle colonne e sulle colonne e sulle pareti interne con spessi strati di terra e fuliggine. Parti del pronao sono state sepolte sotto la sabbia fino al XX secolo.
I rilievi della sala erano ancora completamente ricoperti di fuliggine quando, nel 2018, un team congiunto egiziano-tedesco, guidato dall'egittologo Christian Leitz dell'Università di Tubinga e da Hisham el-Leithy, sottosegretario di Stato per la documentazione del Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità (MoTA), ha iniziato a ripristinare i vivaci colori dei disegni nel loro antico splendore.
Egitto, raffigurazioni di divinità nel tempio di Khnum a Esna (Foto: Ahmet Amin/Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità) |
Il team ha scoperto e fotografato scene che rivelato come gli antichi egizi raffiguravano e adoravano i loro dei e come concepivano l'universo attraverso oggetti astronomici e segni astrologici utilizzati per adornare il soffitto del tempio.
Il culto di Khnum risale a 4000 anni fa ma le sue origini e l'evoluzione del culto ad Esna ed in altri centri religiosi, resta un mistero. Khnum è stato sempre collegato alla creazione, alla fertilità ed al Nilo. Era solitamente raffigurato come un ariete o con una testa di ariete, a volte anche come un coccodrillo. Ad Esna era venerato come Khnum-Ra, il dio del sole Ra conferiva a Khnum un potere divino. La scelta del colore rosso e del colore giallo, entrambi comunemente usati per raffigurare il sole, come colori dominanti per i rilievi nella sala d'ingresso, potrebbe simboleggiare proprio la connessione tra le due divinità.
Nel II secolo a.C., il culto di Khnum ad Esna si arricchì di un'altra divinità creatrice, la dea Neith. Gli inni incisi sulle colonne e sulle pareti della sala del tempio lodano Khnum e Neith come Signore e Signora di Esna. Secondo un mito riportato su una delle colonne del tempio di Esna, Neith, chiamata "madre delle madri", diede alla luce Ra e altri dei pronunciando i loro nomi.
Ogni colonna del pronao del tempio di Esna presenta scene rituali nella sua parte inferiore ed è incisa con 28 pannelli verticali di geroglifici che descrivono il culto degli dei di Esna. Una colonna conserva una litania di 143 versi a Khnum-Ra, che loda tutto ciò che il dio ha portato all'esistenza.
I rilievi recentemente puliti sulle pareti interne del pronao forniscono indizi su quello che comportavano i riti in onore di Khnum. Una scena mostra l'imperatore Traiano che dedica quattro bruciatori di incenso al dio, mentre un sacerdote vestito di pelle di leopardo, in piedi di fronte a lui, offre a Khnum un tornio da vasaio. Un altro ritrae i sacerdoti che trasportano la barca solare di Khnum, in cui si trova il santuario del dio, fuori dal santuario interno del tempio. In occasioni speciali, tali processioni avrebbero viaggiato dal santuario interno alla sala d'ingresso, lungo la navata centrale, fino alla folla di fedeli riuniti all'esterno.
I conservatori che lavorano presso il tempio di Khnum di Esna continuano a ripulire le scene sulle pareti interne del pronao e le colonne lungo la sua facciata. Hanno trovato precisi parallelismi tra la miriade di testi e immagini all'interno del pronao e quelli di altri templi. Queste connessioni forniscono un'idea di come i sacerdoti del tempio di Khnum di Esna abbiano ideato ed eseguito il piano generale per la decorazione della sala.
Fonte:
archaeology.org
Nessun commento:
Posta un commento