domenica 7 settembre 2025

Sicilia, rinvenuto, in fondo al mare, un elmo della battaglia delle Isole Egadi in fondo

Sicilia, l'elmo recuperato nelle acque delle Egadi
(Foto: finestresullarte.info)

Scoperta straordinaria nelle acque delle isole Egadi: i subacquei hanno riportato alla luce un elmo in bronzo in eccezionale stato di conservazione dall'area della storica battaglia delle Isole Egadi del 241 a.C. Con il reperto sono riemerse anche una maniglia in bronzo e armi individuate tramite indagini radiologiche.
Il ritrovamento, avvenuto lo scorso agosto ma la notizia è stata data solo di recente, getta nuove luci su uno degli episodi più significativi della storia antica del Mediterraneo.
A rinvenire l'importantissimo reperto sono stati i subacquei altofondisti della Società per la documentazione dei siti sommersi (Sdss), guidati da Mario Arena, sotto la supervisione della Soprintendenza del Mare, con il supporto dell'Area marina protetta, del Comune di Favignana e della Capitaneria di porto.
Il manufatto proviene da un'area di mare carica di memoria. Qui, nel 241 a.C., si combatté la battaglia delle Isole Egadi, scontro decisivo della prima guerra punica tra Roma e Cartagine. L'elmo, del tipo utilizzato dalle truppe romane tra IV e I secolo a.C., rappresenta uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi anni, sia per l'integrità del reperto, sia per il contesto storico al quale rimanda.
Il recupero dell'elmo si inserisce in un'attività di ricerca più ampia, che negli anni ha portato alla scoperta di numerosi reperti legati tanto alla battaglia delle Isole Egadi quanto ad altre epoche. Durante la stessa campagna è stata riportata in superficie anche una grande maniglia di bronzo proveniente dal cosiddetto "relitto del banco dei pesci", datato al V secolo d.C. La funzione dell'oggetto resta incerta, ma la sua lavorazione e le sue dimensioni ne fanno un pezzo di grande interesse per gli studiosi.
Le ricerche si sono avvalse delle più avanzate tecniche diagnostiche. Presso lo studio radiologico del Dottor Giuseppe Perricone, a Trapani, sono state eseguite tomografie computerizzate (Tac) su circa 30 reperti metallici recuperati in anni precedenti ed ancora coperti da uno spesso strato di incrostazioni. Le indagini hanno permesso di identificare, all'interno delle concrezioni, spade, lance e giavellotti, armi utilizzate nello scontro del 241 a.C., celate per duemila anni nei fondali marini.
La battaglia delle Isole Egadi, combattuta il 10 marzo del 241 a.C., rappresentò la conclusione della prima guerra punica. Lo scontro vide la flotta romana, guidata da Gaio Lutazio Catulo, prevalere su quella cartaginese comandata da Annone. La vittoria consentì a Roma di avviare la campagna di supremazia nel Mediterraneo occidentale.
Lo straordinario elmo di Montefortino, appena scoperto, è in straordinario stato di conservazione: conserva ancora, integri, i paraguance, il che lo rende un reperto estremamente raro, che può offrire agli studiosi dati preziosi sulla tipologia di equipaggiamento utilizzata dai soldati romani e sulle tecniche di fabbricazione del periodo.
Nel contempo è stato pulito il rostro numero 25, già recuperato in una precedente campagna. Si tratta di un rostro romano che presenta l'iscrizione "Ser. Solpicio C.F. Quaestor Probavi(t)", da tradursi, probabilmente, come "Servio Sulpicio, questore, figlio di Gaio approvò", sottinteso il rostro. Il Gaio, di cui il questore nominato era il figlio, potrebbe essere identificato con Gaio Sulpicio, console dal 243 a.C., in piena guerra punica.

Fonte:
finestresullarte.info

Tarquinia, trovata una sepoltura intatta nella necropoli di Monterozzi

Tarquinia, l'ingresso alla tomba appena
scoperta (Foto: finestresullarte.info)

Nella necropoli tarquiniese dei Monterozzi, patrimonio Unesco insieme a quella della Banditaccia a Cerveteri, si è conclusa la prima campagna di scavi promossa dal Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Le indagini hanno portato alla scoperta di una tomba a camera etrusca rimasta intatta, da datarsi, con tutta probabilità, alla fine dell'VIII secolo a.C.
All'interno della sepoltura è stata trovata una sola banchina modanata destinata alla sepoltura. Durante le operazioni di pulizia delle pareti e del letto funebre sono emerse tracce di colore rosso e giallo, riconducibili ad una semplice decorazione pittorica a fasce, la più antica finora documentata a Tarquinia.
Il corredo funebre, spostato a causa delle infiltrazioni dell'acqua e frammentato per il crollo di parte della copertura della sepoltura, è stato in gran parte recuperato ed è sottoposto attualmente a restauro. Tra i reperti figurano vasi d'impasto non tornito e di argilla depurata, ornamenti personali e vasellame in lamina di bronzo. Particolarmente numerosi dei piccoli anelli di bronzo, disseminati in tutto l'ambiente.
Lo spazio antistante all'ingresso dell'ipogeo, delimitato in parte da grandi blocchi calcarei, fu in seguito riutilizzato per una seconda sepoltura, probabilmente più recente, anch'essa accompagnata da un corredo recuperato in frammenti.
Il sepolcro ipogeo, di ridotte dimensioni e del tipo a "fenditura superiore", scavato nel banco calcareo ricco di resti fossili e marini, si trova ai margini del pianoro dei Monterozzi, in una zona periferica del complesso monumentale, con una veduta suggestiva sull'antica città. In quest'area le indagini condotte dalla Fondazione Lerici tra gli anni '50 e '70 del Novecento non avevano segnalato testimonianze archeologiche di rilievo.

Fonte:
finestresullarte.info

Sicilia, rinvenuto, in fondo al mare, un elmo della battaglia delle Isole Egadi in fondo

Sicilia, l'elmo recuperato nelle acque delle Egadi (Foto: finestresullarte.info) Scoperta straordinaria nelle acque delle isole Egadi : ...