martedì 21 luglio 2009

L'idea della Grande Madre




Oramai è accertato che, in tempi antichissimi, la figura di una divinità femminile definita come Grande Madre era predominante nelle culture del bacino del Mediterraneo.
A confermare e suffragare quest'affermazione ci sono i numerosi ritrovamenti di statuette in terracotta ed incisioni che risalgono a 30.000-25.000 anni prima di Cristo. Statuette ed incisioni che hanno le fattezze di una figura femminile, spesso chiamata Venere Preistorica, dai seni prosperosi, dai fianchi e dal ventre generoso. Una figura che incarnava il fenomeno della procreazione, della fecondità, della nutrizione.
Nel III millennio a.C. le antiche popolazioni della Mesopotamia veneravano la dea Inanna, che successivamente verrà chiamata con un nome a noi più familiare: Ishtar. Della sua unione con il Figlio-Compagno Dumuzi (chiamato, in seguito, Tammuz) si narra ampiamente nel famoso Poema di Gilgamesh, la prima epopea concepita dall'uomo.
Inanna e Dumuzi, in seguito, "trasmigrarono" in Grecia con il mito di Tammuz, giovane eroe nato dalla corteccia dell'albero in cui era stata trasformata sua madre Mirra. Tammuz fu conteso, a sua volta, da due donne, Aphrodite e Persephone ed ucciso, per gelosia, da quest'ultima. I Romani chiamarono Attis il giovane Tammuz e gli diedero come compagna la dea Cibele. La vicenda, però, ebbe un epilogo tragico quando Attis si sposò, malgrado l'amore di Cibele e costei rese folli tutti i partecipanti al banchetto di nozze. Attis, per la disperazione, si evirò sotto un pino e Cibele lo trasformò in albero. La cerimonia funebre di Attis si teneva durante il giorno dell'equinozio e rappresentava i cicli riproduttivi di morte e rinascita della vegetazione.
Un destino simile ebbe il dio egizio Osiride, rinchiuso in una cassa e gettato nel Nilo dal suo fratello-rivale Seth. La cassa finì per arenarsi sotto un melograno ed il dio crebbe all'interno dell'albero. Quest'albero sarebbe diventato, più tardi, lo zed e sarebbe stato associato al culto di Osiride malgrado questa divinità fosse addirittura di origine predinastica. In Egitto le funzioni di vivificazione erano proprie di una divinità femminile, Hathor, la dea-vacca tra le cui corna sorge il sole (metafora dell'utero dal quale fuoriesce la vita). Hathor è, dapprincipio, la madre di Horus che, più tardi, diventerà il figlio postumo di Osiride ed Iside rendendo, pertanto, necessaria una fusione tra la figura di Hathor e quella di Iside.
Nell'area siro palestinese compaiono, più o meno nello stesso periodo in cui in Egitto compare Osiride e Iside, la dea Anat ed il suo fratello-marito Baal. Anche Anat è spesso rappresentata come una vacca selvatica, sostanzialmente un animale totemico comune a molte popolazioni dell'area mediorientale per rappresentare la Grande Madre. Anche Baal è ucciso, precisamente dal dio degli Inferi Mot ed Anat lo fa rivivere e con lui fa rivivere tutta la natura. Anat aveva avuto, però, un primo consorte, El (confuso e, poi, rappresentato come Baal), il dio con le ali, posto sopra il sacro albero che riporta direttamente ai riti di rinascita che, solitamente, si svolgevano in primavera (Ver Sacrum) in tutto il bacino del Mediterraneo.
Ma altre caratteristiche colpiscono, nel culto della Grande Madre. Innanzi tutto, ovviamente, il suo dominio sugli animali con i quali, spesso, è rappresentata in una sorta di commistione. Ishtar era accompagnata da leoni alati, Diana (altra raffigurazione classica di un'Antica Divinità femminile) da un cervo, la dea cretese comunemente chiamata Potnia Theron (vale a dire Signora delle Fiere) aveva, come suoi "accompagnatori" i serpenti. Altra caratteristica è la forte connotazione ctonia, sotterranea, notturna, del culto a questa divinità primigenia (i Misteri Eleusini, relitto di un'antica grande festa di rigenerazione legata al culto di una divinità femminile, si svolgevano prevalentemente di notte).

Nessun commento:

Egitto trovato il busto di una statua di Ramses scoperta nel 1930

Egitto, il busto di Ramses II appena rivenuto (Foto: finestresullarte.info) Un team di archeologi egiziani e di ricercatori dell'Univers...