Strada colonnata di Aelia Capitolina |
Un team di archeologi ha condotto, recentemente, degli scavi a Gerusalemme ovest che hanno fatto emergere nuovi interrogativi sulla città del II secolo d.C. Gli scavi sono diretti da Shlomit Weksler-Bdolah e sono iniziati nel 2005. Nel 2010 è emersa un'importante arteria stradale romana che attraversava il centro di Gerusalemme nel II secolo d.C., il periodo successivo alle fallite rivolte ebraiche, che vide sorgere una nuova città completamente romanizzata con il nome di Aelia Capitolina.
Gli scavi sono andati in profondità fino ad intercettare una cava di VIII secolo a.C., utilizzata dagli antichi scalpellini per estrarre il calcare per costruire la maggior parte delle strutture murarie di Gerusalemme. Al di sopra di questa cava gli archeologi hanno individuato un ambiente di quattro stanze in tipico stile israelita del Primo Tempio, con tre camere sviluppate in lunghezza e parallele le une alle altre ed una stanza più grande, perpendicolare a tutte. All'interno di questa struttura sono venuti alla luce parecchi sigilli personali in forma sia circolare che ellittica, con incisi dei nomi ebraici. Tra la sporcizia che ostruiva l'interno erano sparsi migliaia di frammenti di vasellame e di terrecotte zoomorfe e antropomorfe, tutte datate alla seconda parte del periodo del Primo Tempio (VIII-VI secolo a.C.). Gli archeologi pensano che la struttura sia stata distruta dai Babilonesi nel 586 a.C., insieme al resto di Gerusalemme, ma mancano le prove tangibili di un incendio, generalmente associato a questa distruzione. La struttura potrebbe anche essere stata distrutta da un terremoto. Comunque sia l'edificio somiglia molto ad una casa forse abitata dai membri della tribù di Giuda, come testimoniano i sigilli e il resto del materiale ritrovato che, tra l'altro, manifestano forti richiami alla cultura assira.
Sono stati ritrovati pochissimi reperti della fine del periodo del Primo Tempio e dell'inizio del periodo tardo romano (II secolo d.C.), malgrado Gerusalemme sia stata notevolmente ingrandita durante il periodo asmoneo (167-37 a.C.). Probabilmente una qualche risposta può essere trovata tra i resti della strada colonnata conosciuta come cardo orientale romano, una delle due strade principali della Gerusalemme del II secolo d.C.. Qui i Romani, secondo gli archeologi, hanno praticamente distrutto tutti gli strati che potevano contenere materiale del periodo del Secondo Tempio al fine di costruire la strada. Quest'ultima, per essere posta in opera, comportava, infatti, il taglio della naturale pendenza che si trova in quel punto di Gerusalemme.
Il tratto di strada romana finora riportato alla luce è di 26 metri di larghezza ed è pavimentato con grandi lastre di calcare o di pietra poste in diagonale. Ai lati della strada correva un marciapiede (crepidine) piuttosto alto, anch'esso ricavato da lastre di pietra disposte parallelamente alla direzione della strada. su entrambi i lati del cardo vi era un colonnato coperto, riservato al passaggio dei pedoni. Nel lato occidentale e paralleli alla strada sono emersi i resti di ben otto punti vendita scavati nella rupe rocciosa contemporaneamente alla posa in opera delle pietre della strada.
Il cardo fu costruito sicuramente nel II secolo d.C. e per questo ha fornito la base per la datazione dei reperti ritrovati sotto il solciato, tra i quali anche una moneta datata 116-138 d.C. e un assemblaggio di vasi in argilla che risalgono, presumibilmente, al 70 o 130 d.C. Il cardo continuò ad essere utilizzato anche in epoca bizantina (VI secolo d.C.), da notare che esso scorre parallelamente al Muro Occidentale che, in epoca erodiana, costituiva la parete del Monte del Tempio di Erode.
Gli archeologi hanno anche riportato alla luce due strade colleterali che corrono perpendicolarmente al cardo verso il Muro Occidentale o Monte del Tempio. Probabilmente queste strade sono una traccia per scoprire qualcosa di veramente importante, risalente all'epoca di Aelia Capitolina, che sorgeva nel luogo in cui sorgeva, un tempo, il Secondo Tempio. Alcuni studiosi hanno proposto l'idea che si trattasse di un tempio consacrato a Juppiter (Giove Capitolino) o a qualche divinità romana, oppure ad una serie di divinità pagane. Ancora non è stato, però, ritrovato niente di concreto che possa sostenere quest'ipotesi.
Gli scavi sono andati in profondità fino ad intercettare una cava di VIII secolo a.C., utilizzata dagli antichi scalpellini per estrarre il calcare per costruire la maggior parte delle strutture murarie di Gerusalemme. Al di sopra di questa cava gli archeologi hanno individuato un ambiente di quattro stanze in tipico stile israelita del Primo Tempio, con tre camere sviluppate in lunghezza e parallele le une alle altre ed una stanza più grande, perpendicolare a tutte. All'interno di questa struttura sono venuti alla luce parecchi sigilli personali in forma sia circolare che ellittica, con incisi dei nomi ebraici. Tra la sporcizia che ostruiva l'interno erano sparsi migliaia di frammenti di vasellame e di terrecotte zoomorfe e antropomorfe, tutte datate alla seconda parte del periodo del Primo Tempio (VIII-VI secolo a.C.). Gli archeologi pensano che la struttura sia stata distruta dai Babilonesi nel 586 a.C., insieme al resto di Gerusalemme, ma mancano le prove tangibili di un incendio, generalmente associato a questa distruzione. La struttura potrebbe anche essere stata distrutta da un terremoto. Comunque sia l'edificio somiglia molto ad una casa forse abitata dai membri della tribù di Giuda, come testimoniano i sigilli e il resto del materiale ritrovato che, tra l'altro, manifestano forti richiami alla cultura assira.
Sono stati ritrovati pochissimi reperti della fine del periodo del Primo Tempio e dell'inizio del periodo tardo romano (II secolo d.C.), malgrado Gerusalemme sia stata notevolmente ingrandita durante il periodo asmoneo (167-37 a.C.). Probabilmente una qualche risposta può essere trovata tra i resti della strada colonnata conosciuta come cardo orientale romano, una delle due strade principali della Gerusalemme del II secolo d.C.. Qui i Romani, secondo gli archeologi, hanno praticamente distrutto tutti gli strati che potevano contenere materiale del periodo del Secondo Tempio al fine di costruire la strada. Quest'ultima, per essere posta in opera, comportava, infatti, il taglio della naturale pendenza che si trova in quel punto di Gerusalemme.
Il tratto di strada romana finora riportato alla luce è di 26 metri di larghezza ed è pavimentato con grandi lastre di calcare o di pietra poste in diagonale. Ai lati della strada correva un marciapiede (crepidine) piuttosto alto, anch'esso ricavato da lastre di pietra disposte parallelamente alla direzione della strada. su entrambi i lati del cardo vi era un colonnato coperto, riservato al passaggio dei pedoni. Nel lato occidentale e paralleli alla strada sono emersi i resti di ben otto punti vendita scavati nella rupe rocciosa contemporaneamente alla posa in opera delle pietre della strada.
Il cardo fu costruito sicuramente nel II secolo d.C. e per questo ha fornito la base per la datazione dei reperti ritrovati sotto il solciato, tra i quali anche una moneta datata 116-138 d.C. e un assemblaggio di vasi in argilla che risalgono, presumibilmente, al 70 o 130 d.C. Il cardo continuò ad essere utilizzato anche in epoca bizantina (VI secolo d.C.), da notare che esso scorre parallelamente al Muro Occidentale che, in epoca erodiana, costituiva la parete del Monte del Tempio di Erode.
Gli archeologi hanno anche riportato alla luce due strade colleterali che corrono perpendicolarmente al cardo verso il Muro Occidentale o Monte del Tempio. Probabilmente queste strade sono una traccia per scoprire qualcosa di veramente importante, risalente all'epoca di Aelia Capitolina, che sorgeva nel luogo in cui sorgeva, un tempo, il Secondo Tempio. Alcuni studiosi hanno proposto l'idea che si trattasse di un tempio consacrato a Juppiter (Giove Capitolino) o a qualche divinità romana, oppure ad una serie di divinità pagane. Ancora non è stato, però, ritrovato niente di concreto che possa sostenere quest'ipotesi.
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