Il pozzo dell'acqua trovato dalla professoressa Emmerson tra due "butti" romani |
Gli archeologi americani, diretti dalla professoressa Emmerson, stanno formulando ipotesi sul come e perchè vicino alle tombe dell'antica Pompei si trovassero depositi di rifiuti, tra i quali ossa di animali macellati e bruciati, stoviglie rotte e materiale architettonico. Questi materiali sono stati ritrovati sia dentro che accanto alle strutture sepolcrali, anche quelle meglio conservate, sopravvissuti all'eruzione del 79 d.C.
Gli studiosi pensano che le tombe ricoperte da rifiuti e antica spazzatura, nonchè da graffiti, dovevano essere in declino già due decenni prima della catastrofica eruzione del Vesuvio. Causa di questo declino è stato, probabilmente, il terremoto del 62 d.C., che ha portato ad un progressivo abbandono delle tombe, poichè i pompeiani erano occupati a pensare alla vita di tutti i giorni e a come riprendersi dai danni provocati dal sisma.
Le indagini degli ultimi 15 anni hanno rivelato che dopo il terremo del 62 d.C. e fino al momento dell'eruzione, Pompei si sforzò di tornare alla normalità, rinnovando ogni monumento e caseggiato. I pompeiani, però, avevano smesso di riparare e riedificare la loro città già prima della devastazione dell'eruzione del 79 d.C..
La professoressa Emmerson ha scavato una stanza in una casa, dove ha trovato una cisterna per lo stoccaggio dell'acqua potabile tra due pozzi destinati ai rifiuti, entrambi completamente pieni di spazzatura: vasellame domestico rotto, ossa di animali e rifiuti alimentari (semi d'uva e noccioli d'olive). I ricercatori hanno scoperto anche che diversa immondizia è stata depositata sui pavimenti delle case, nelle strade e nei vicoli fuori le case (a volte sono stati trovati diversi strati di sporcizia), nonchè nel margine urbano, lungo le mura di Pompei.
Non ci sono prove che la città avesse un sistema centralizzato di smaltimento dei rifiuti ed è probabile che gli abitanti trovassero naturale vivere a stretto contatto con la loro immondizia. Cimiteri e tombe, pertanto, erano ritenuti un luogo alternativo per concentrare la spazzatura. Coloro che scavarono ai primi del Novecento non fecero cenno alla presenza di spazzatura accanto alle tombe e nelle case, perchè non potevano pensare che gli antichi pompeiani convivessero tranquillamente con i loro rifiuti.
Gli studiosi pensano che le tombe ricoperte da rifiuti e antica spazzatura, nonchè da graffiti, dovevano essere in declino già due decenni prima della catastrofica eruzione del Vesuvio. Causa di questo declino è stato, probabilmente, il terremoto del 62 d.C., che ha portato ad un progressivo abbandono delle tombe, poichè i pompeiani erano occupati a pensare alla vita di tutti i giorni e a come riprendersi dai danni provocati dal sisma.
Le indagini degli ultimi 15 anni hanno rivelato che dopo il terremo del 62 d.C. e fino al momento dell'eruzione, Pompei si sforzò di tornare alla normalità, rinnovando ogni monumento e caseggiato. I pompeiani, però, avevano smesso di riparare e riedificare la loro città già prima della devastazione dell'eruzione del 79 d.C..
La professoressa Emmerson ha scavato una stanza in una casa, dove ha trovato una cisterna per lo stoccaggio dell'acqua potabile tra due pozzi destinati ai rifiuti, entrambi completamente pieni di spazzatura: vasellame domestico rotto, ossa di animali e rifiuti alimentari (semi d'uva e noccioli d'olive). I ricercatori hanno scoperto anche che diversa immondizia è stata depositata sui pavimenti delle case, nelle strade e nei vicoli fuori le case (a volte sono stati trovati diversi strati di sporcizia), nonchè nel margine urbano, lungo le mura di Pompei.
Non ci sono prove che la città avesse un sistema centralizzato di smaltimento dei rifiuti ed è probabile che gli abitanti trovassero naturale vivere a stretto contatto con la loro immondizia. Cimiteri e tombe, pertanto, erano ritenuti un luogo alternativo per concentrare la spazzatura. Coloro che scavarono ai primi del Novecento non fecero cenno alla presenza di spazzatura accanto alle tombe e nelle case, perchè non potevano pensare che gli antichi pompeiani convivessero tranquillamente con i loro rifiuti.
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