La piana dove sorgeva il Santuario di Hera |
Il luogo dove sorgeva il Santuario, infatti, appariva dotato di tutti i caratteri del locus sacer: un fiume navigabile, una laguna a proteggere l'area, vegetazione palustre alternata ad olmi, pioppi, salici, un approdo al riparo dalle correnti. Anche l'approdo confortevole fu, senza dubbio, determinante nella scelta di questo luogo. Il porto era sistemato nell'ansa del fiume un tempo chiamato Silari, oggi Sele, la cosiddetta Volta del Forno, dove, si pensa, era ubicato il Portus Alburnus. Ed è proprio il fiume Sele a fungere da confine naturale tra le genti di lingua etrusca, attestatesi sulla riva destra, e genti di lingua greca, che andarono ad occupare la riva sinistra.
Statuetta di Hera Argiva |
Purtroppo non si possiedono notizie sulla struttura del santuario arcaico. Sicuramente doveva avere una ricchissima decorazione, della quale sono rimasti alcuni elementi: metope scolpite, triglifi, capitelli d'anta, risalenti ad un periodo compreso tra il 570 e il 550 a.C.. Sono proprio questi elementi, inoltre, a spingere gli archeologi a credere che gli edifici deputati al culto fossero più di uno. Già negli scavi degli anni '30 del secolo scorso era stato individuato un livello molto ricco di materiale arcaico al di sotto delle fondazioni del tempio. La documentazione dell'esistenza di questa struttura templare pre-arcaica è emersa nel corso delle indagini degli anni '90, quando lo scavo ha evidenziato larghe trincee di fondazione riempite di sabbia fine e sottile che disegnano, sul terreno, proprio l'impianto di un tempio con cella. Le misure di questo tempio pre-arcaico sono quelle di un hekatompedon (100 piedi di lunghezza) e le proporzioni rispettano quelle dell'architettura greca arcaica.
Statuette raffiguranti Hera ritrovate nell'area dell'Heraion |
L'architetto Fr. Krauss ha ipotizzato, appunto, l'esistenza di un tempio con otto colonne in facciata e 17 sui lati lunghi (octastilo periptero), con orientamento est-ovest. Dovevano esservi almeno tre gradini e l'interno della struttura era suddiviso in tre spazi: una cella stretta ed allungata (il naos), un vestibolo (pronaos) con colonne ioniche e, in fondo alla cella, un muro che chiudeva un ambiente rettangolare (adyton) dove si custodivano i doni presentati ad Hera. La decorazione del tempio era in arenaria, con fregi e metope scolpite.
Successiva alla costruzione del tempio è quella di due altari di circa 40 metri, posti di fronte al tempio, entrambi con un corpo principale, quattro gradini dei quali l'ultimo più largo, dove si svolgevano i sacrifici. I due altari, perfettamente affiancati e allineati tra loro, non sono in asse con il tempio e sono uno più grande dell'altro.
Una delle metope dell'Heraion |
Nell'area di questi edifici sono stati individuati dei pozzi scavati nel terreno (bothroi), nei quali erano sepolti i resti dei sacrifici consumati sugli altari vicini. In uno di questi pozzi, scoperto nel 1937, furono ritrovate ossa, coppe, oinochoai e aryballoi a vernice nera, qualche statuetta in argilla e oggetti in metallo.
Tra il V e il IV secolo a.C., alle spalle degli altari monumentali, venne costruito un edificio quadrato con gli spazi ben definiti. E' una costruzione dovuta ai Lucani ed effettuata con materiali di reimpiego. Questo edificio fu distrutto dai Romani quando fondarono la colonia latina di Paestum nel 273 a.C.. Qui sono stati ritrovati degli oggetti interessanti: innanzitutto una piccola statua in marmo che raffigura Hera in trono, poi numerosi oggetti votivi tra cui 300 pesi da telaio che, all'inizio, hanno fatto pensare che l'ambiente ospitasse una consorteria femminile dedita alla tessitura delle stoffe da offrire annualmente alla dea.
Lastra con processione di fanciulle,dall'Heraion sul Sele |
Scavi del 1991 hanno permesso di individuare l'esistenza, attorno alla struttura di III secolo a.C., di un canale di drenaggio a forma di ferro di cavallo, la cui funzione era principalmente quella di asciugare il terreno durante la fase di costruzione. Il canale presentava riempimenti pertinenti a diversi momenti della vita del Santuario: materiali di età ellenistica e frammenti di ceramica e statuette che risalgono al III secolo a.C..
Heraion, ricostruzione di deposito votivo |
Le lastre - così come ricostruite all'interno del Museo - rappresentano, sul lato est dell'edificio arcaico, una delle storie meno note delle fatiche di Eracle: l'incontro con i Centauri che si trasforma presto in scontro corpo a corpo. Sul lato ovest, invece, l'eroe semidivino greco affronta i lascivi Sileni che cercano di insidiare Hera.
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