sabato 28 aprile 2012

Un tempio a Laodicea, regina seleucide

Busto di Antioco III
Un gruppo di archeologi si è recentemente messo in cerca, nella città di Nahavand, nell'Iran occidentale, delle tracce del tempio di Laodicea, poiché ritengono che esso sia sepolto sotto diverse abitazioni costruite nel corso degli anni. Proprio questo proliferare edilizio ha causato distruzioni su vasta scala, al punto che le probabilità di rintracciare i resti sono piuttosto scarse.
Nel 1943 gli archeologi hanno scoperto un'antica iscrizione di 30 righe distribuite su una superficie di 85 x 36 centimetri. L'iscrizione era in greco e richiamava gli antichi abitanti di Nahavand all'obbedienza delle leggi. Nell'iscrizione era anche menzionata l'esistenza di un tempio di Laodicea, costruito da Antioco III il Grande (223-187 a.C.), re seleucide che governava l'Asia minore, per sua moglie Laodicea.
Sul sito degli scavi sono state ritrovate anche quattro statuette di bronzo ora esposte nel Museo nazionale iraniano a Teheran. Un certo numero di capitelli e basi di colonne, scavate nel corso degli anni, ora sono utilizzati con funzione decorativa in molti luoghi della città di Nahavand.
Antioco III fu il più illustre esponente della dinastia seleucide. Ridusse allo stato di vassallaggio la nazione dei Parti, nell'attuale Iran nord-orientale, e la Battriana, nell'Asia centrale. Combatté anche contro il faraone Tolomeo V e nel 198 a.C. entrò in possesso di tutta la Palestina e il Libano. Più tardi venne coinvolto in un conflitto con i Romani, che lo sconfissero alle Termopili nel 191 a.C. ed a Magnesia (oggi Manisa, in Turchia), nel 190 a.C.. La pace costò ad Antioco la cessione di tutti i suoi domini ad ovest del massiccio del Tauro.
Emissione monetaria con Antioco III
I culti cittadini in onore di Antioco III e di Laodice sono il riflesso del prestigio personale della regina e del ruolo da lei ricoperto nei rapporti con le città. Nel 213 a.C. la città di Sardi aveva decretato la costruzione di un recinto sacro (témenos Laodikeion) in onore di Laodice, un altare, feste in suo onore con tanto di processione e sacrificio. Durante le festività in onore della regina, la popolazione era esentata dal pagamento delle tasse.
Il documento che chiarisce ulteriormente il culto dinastico nella dinastia seleucide è un editto (pròstagma) del 193 a.C. con il quale Antioco III introdusse nell'impero il culto ufficiale della regina Laodice, affiancandolo al culto degli antenati (prògonoi) e al suo stesso culto. Il primo esemplare di questo editto venne scoperto a Eriza/Dodurga in Frigia nel 1884; il secondo a Laodicea di Media/Nahavand, nel 1947; il terzo nella regione di Kermansha, sempre in Iran, nel 1967.
L'editto dispone che in ogni satrapia, accanto ai gran sacerdoti degli antenati e di Antioco, siano istituite le grandi sacerdotesse eponime della regina Laodice, che avrebbero portato una corona d'oro sacerdotale con l'immagine della sovrana. Queste sacerdotesse dovevano avere un rapporto di parentela con la stessa Laodice.

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