Discobolo, copia romana di un bronzo greco del V secolo a.C., da Villa Adriana |
In occasione dei giochi olimpici del 2012 che si svolgeranno a Londra, il British Museum ha voluto onorare l'atletismo nell'antica Grecia attraverso una serie di reperti di statuaria raffiguranti la vittoria nel mondo antico. La mostra, con ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 9 settembre 2012.
Alcuni oggetti esposti provengono direttamente dal British Museum, come il Discobolo di Townley, copia romana di una statua greca, attribuita al greco Mirone di Eleutere, andata perduta e risalente al V secolo a.C.; o come il Diadumeno di Vaison-la-Romaine, copia anch'essa romana di un originale greco del V secolo a.C. scolpito da Policleto e raffigurante un atleta mentre si lega, attorno alla testa, il nastro della vittoria.
Il pezzo più prezioso dell'esposizione è l'Auriga di Mozia, un'enorme scultura del V secolo a.C., caratterizzata dal panneggio bagnato, tipico della scultura del periodo classico. L'Auriga fu scoperto a Mozia nel 1979. Mozia era, un tempo, una città fenicia e si chiamava Motya. L'Auriga non è mai stato presentato fuori dal Museo Giuseppe Whitaker di Mozia ma ora è per la prima volta in Gran Bretagna, in cambio dell'Apollo di Strangford, un kouros tardo-arcaico.
Non è sicuro che la statua di Mozia raffiguri un Auriga. Alcuni pensano, piuttosto, che rappresenti Ercole o un magistrato, anche se il fisico atletico e diversi altri attributi lo accomunano all'Auriga di Delfi (il lungo chitone, per esempio, che l'Auriga di Mozia indossa con una banda attorno al torace). Quattro chiodi di bronzo presenti sulla testa dell'atleta di Mozia fanno pensare alla presenza, un tempo, di un oggetto circolare, forse una corona della vittoria.
Nella mostra inglese saranno visibili anche quattro vasi greci che recano, sulle pareti, le raffigurazioni di diversi sport. Proprio una di queste raffigurazioni, un velocista su un'anfora proveniente da Rodi, è stato preso a simbolo della mostra.
Alcuni oggetti esposti provengono direttamente dal British Museum, come il Discobolo di Townley, copia romana di una statua greca, attribuita al greco Mirone di Eleutere, andata perduta e risalente al V secolo a.C.; o come il Diadumeno di Vaison-la-Romaine, copia anch'essa romana di un originale greco del V secolo a.C. scolpito da Policleto e raffigurante un atleta mentre si lega, attorno alla testa, il nastro della vittoria.
Il pezzo più prezioso dell'esposizione è l'Auriga di Mozia, un'enorme scultura del V secolo a.C., caratterizzata dal panneggio bagnato, tipico della scultura del periodo classico. L'Auriga fu scoperto a Mozia nel 1979. Mozia era, un tempo, una città fenicia e si chiamava Motya. L'Auriga non è mai stato presentato fuori dal Museo Giuseppe Whitaker di Mozia ma ora è per la prima volta in Gran Bretagna, in cambio dell'Apollo di Strangford, un kouros tardo-arcaico.
Non è sicuro che la statua di Mozia raffiguri un Auriga. Alcuni pensano, piuttosto, che rappresenti Ercole o un magistrato, anche se il fisico atletico e diversi altri attributi lo accomunano all'Auriga di Delfi (il lungo chitone, per esempio, che l'Auriga di Mozia indossa con una banda attorno al torace). Quattro chiodi di bronzo presenti sulla testa dell'atleta di Mozia fanno pensare alla presenza, un tempo, di un oggetto circolare, forse una corona della vittoria.
Nella mostra inglese saranno visibili anche quattro vasi greci che recano, sulle pareti, le raffigurazioni di diversi sport. Proprio una di queste raffigurazioni, un velocista su un'anfora proveniente da Rodi, è stato preso a simbolo della mostra.
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