Il geoglifo russo |
Un enorme geoglifo a forma di alce o di cervo, ritrovato in Russia, è forse il più antico geoglifo del mondo, ancora più antico delle Linee di Nazca.
Il geoglifo si trova nei pressi del lago Zjuratkul, sui monti Urali, a nord del Kazakistan. La figura si allunga per 275 metri, pari a quasi due campi di calcio americani. Gli archeologi russi ritengono che possa essere il prodotto di una cultura megalitica. Sono centinaia i siti megalitici scoperti negli Urali.
A scoprire i glifi è stato un certo Alexander Shestakov, che ha utilizzato le immagini satellitari. I ricercatori si sono serviti di un idrovolante e del parapendio per raggiungere e rilevare la gigantesca struttura. Sono stati anche rilevati i resti di percorsi e costruzioni simili a muretti sullo zoccolo e sul muso della figura. Lo zoccolo, in particolare, è formato di piccole pietre schiacciate e da argilla.
Tra i reperti ritrovati accanto alla figura, vi sono circa 40 strumenti in quarzite. Si tratta, per la maggior parte, di picconi e zappe, utilizzate per scavare il terreno e rompere le pietre. Probabilmente questi strumenti sono stati utilizzati per l'estrazione dell'argilla. Questi strumenti sono stati datati, in base allo stile in cui è stata lavorata la pietra, al Neolitico e all'Eneolitico, tra il IV e il III millennio a.C.. Se questa datazione è corretta, il geoglifo russo è ancora più antico delle linee di Nazca. Gli studiosi analizzeranno i pollini per individuare con più certezza il periodo storico al quale risalgono i geoglifi.
Per i siti megalitici degli Urali si comincia, pertanto, a parlare di una cultura megalitica. I complessi più spettacolari sono quelli dell'isola di Vera, nel lago di Turgoyak. Si tratta di un vero e proprio insieme di tumuli, gallerie e camere in cui compaiono sculture a bassorilievo. Sia gli utensili che le ceramiche ritrovate in questi siti megalitici risalgono ad un periodo compreso tra l'Eneolitico e l'Età del Ferro.
Il geoglifo si trova nei pressi del lago Zjuratkul, sui monti Urali, a nord del Kazakistan. La figura si allunga per 275 metri, pari a quasi due campi di calcio americani. Gli archeologi russi ritengono che possa essere il prodotto di una cultura megalitica. Sono centinaia i siti megalitici scoperti negli Urali.
A scoprire i glifi è stato un certo Alexander Shestakov, che ha utilizzato le immagini satellitari. I ricercatori si sono serviti di un idrovolante e del parapendio per raggiungere e rilevare la gigantesca struttura. Sono stati anche rilevati i resti di percorsi e costruzioni simili a muretti sullo zoccolo e sul muso della figura. Lo zoccolo, in particolare, è formato di piccole pietre schiacciate e da argilla.
La parate terminale del muso dell'animale del geoglifo |
Per i siti megalitici degli Urali si comincia, pertanto, a parlare di una cultura megalitica. I complessi più spettacolari sono quelli dell'isola di Vera, nel lago di Turgoyak. Si tratta di un vero e proprio insieme di tumuli, gallerie e camere in cui compaiono sculture a bassorilievo. Sia gli utensili che le ceramiche ritrovate in questi siti megalitici risalgono ad un periodo compreso tra l'Eneolitico e l'Età del Ferro.
2 commenti:
Quanti segreti ci nasconde la steppa russa, ai piedi degli Urali! Questa terra mi affascina molto. E' fredda, inospitale, eppure anch'essa è una culla di civiltà antiche!
Eh già! Solitamente si studiano le civiltà classiche, quelle che si sono affacciate sul Mediterraneo o quelle che hanno dato vita alla grande Cina, o all'India. Ma delle fredde terre russe sono in pochi a parlare...
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