Una phiale d'oro recuperata da Thonis-Heracleion (Foto: Christoph Gerigk - F. Goddio/Hilti Foundation) |
I risultati di una recente ricerca archeologica nell'antica città portuale sommersa di Thonis-Heracleion, considerata la porta di ingresso all'Egitto del I millennio a.C., sono stati proposti in una conferenza internazionale all'Università di Oxford.
Il porto della città è situato a 6,5 chilometri dall'odierna costa ed era considerato uno dei più grandi porti commerciali del Mediterraneo ancor prima della fondazione di Alessandria. Il Centro per l'Archeologia Sottomarina di Oxford sta collaborando con l'Istituto Europeo per l'Archeologia Subacquea e con il Ministero di Stato egiziano per le Antichità.
L'antichissima città era nota agli egiziani come Thonis, mentre i greci la chiamavano Heracleion. Qui le navi attraccavano di frequente per scaricare le loro merci che dovevano essere valutate dai funzionari dei templi, i quali avevano il compito di far anche pagare una tassa prima di imbarcarle su battelli egiziani.
Nel porto, ora sommerso, gli archeologi stanno esaminando 64 navi egiziane datate ad un periodo compreso tra l'VIII e il II secolo a.C., molte delle quali sembrano essere state deliberatamente affondate. I resti delle imbarcazioni sono eccezionalmente ben conservati. Sono stati anche ritrovati ben 700 esemplari di antiche ancore.
"L'indagine ha rivelato un enorme paesaggio sommerso, con i resti di almeno due importanti insediamenti antichi, all'interno di una parte del delta del Nilo, attraversato da corsi d'acqua sia naturali che artificiali", ha affermato Damian Robinson, direttore del Centro di Archeologia Marittima dell'Università di Oxford. Il dottor Robinson sovrintende allo scavo di una delle navi sommerse, ribattezzata Nave 43, ed ha scoperto che gli egiziani avevano elaborato uno stile originale per fabbricare le loro imbarcazioni. Il dottor Robinson sta anche cercando il motivo per il quale alcune navi sono state deliberatamente affondate.
"Una delle questioni chiave è il motivo per il quale i cimiteri delle navi siano stati creati a circa un miglio dalla foce del Nilo. Il reperto Nave 43 sembra essere parte di un grande assembramento di almeno una decina di altre imbarcazioni facenti parte di un vasto cimitero marittimo", ha spiegato il dottor Robinson. "Non si tratterebbe di un semplice abbandono, ma di uno stratagemma per bloccare le navi nemiche all'ingresso della città portuale. Dobbiamo, però, anche considerare l'ipotesi che queste imbarcazioni siano state affondate per semplici scopi di bonifica", ha aggiunto.
Il porto ed i suoi bacini portuali hanno restituito anche pesi commerciali e prove della diffusione e della circolazione della moneta, come i pesi che servivano per attribuire valore alle monete. Thonis-Heracleion ha svolto un ruolo davvero importante nella rete del commercio a lunga distanza nel Mediterraneo orientale. Era la prima tappa per i commercianti stranieri che arrivavano in Egitto.
Tra i pesi in piombo recuperati dal mare ve ne sono alcuni piuttosto interessanti che sembrano di provenienza ateniese. E' la prima volta che pesi come questi vengono individuati in uno scavo in terra d'Egitto. I ricercatori hanno anche analizzato più di 300 tra statuette ed amuleti dell'epoca tolemaica. La maggior parte di queste statuette raffigura divinità egizie quali Osiride, Iside ed Horus e sono in condizioni davvero eccellenti.
Il porto della città è situato a 6,5 chilometri dall'odierna costa ed era considerato uno dei più grandi porti commerciali del Mediterraneo ancor prima della fondazione di Alessandria. Il Centro per l'Archeologia Sottomarina di Oxford sta collaborando con l'Istituto Europeo per l'Archeologia Subacquea e con il Ministero di Stato egiziano per le Antichità.
L'antichissima città era nota agli egiziani come Thonis, mentre i greci la chiamavano Heracleion. Qui le navi attraccavano di frequente per scaricare le loro merci che dovevano essere valutate dai funzionari dei templi, i quali avevano il compito di far anche pagare una tassa prima di imbarcarle su battelli egiziani.
Resti dell'antico porto sommerso di Thonis-Heracleion (Foto: Christoph Gerigk - F. Goddio/Hilti Foundation) |
"L'indagine ha rivelato un enorme paesaggio sommerso, con i resti di almeno due importanti insediamenti antichi, all'interno di una parte del delta del Nilo, attraversato da corsi d'acqua sia naturali che artificiali", ha affermato Damian Robinson, direttore del Centro di Archeologia Marittima dell'Università di Oxford. Il dottor Robinson sovrintende allo scavo di una delle navi sommerse, ribattezzata Nave 43, ed ha scoperto che gli egiziani avevano elaborato uno stile originale per fabbricare le loro imbarcazioni. Il dottor Robinson sta anche cercando il motivo per il quale alcune navi sono state deliberatamente affondate.
Il relitto Nave 43 |
Il porto ed i suoi bacini portuali hanno restituito anche pesi commerciali e prove della diffusione e della circolazione della moneta, come i pesi che servivano per attribuire valore alle monete. Thonis-Heracleion ha svolto un ruolo davvero importante nella rete del commercio a lunga distanza nel Mediterraneo orientale. Era la prima tappa per i commercianti stranieri che arrivavano in Egitto.
Tra i pesi in piombo recuperati dal mare ve ne sono alcuni piuttosto interessanti che sembrano di provenienza ateniese. E' la prima volta che pesi come questi vengono individuati in uno scavo in terra d'Egitto. I ricercatori hanno anche analizzato più di 300 tra statuette ed amuleti dell'epoca tolemaica. La maggior parte di queste statuette raffigura divinità egizie quali Osiride, Iside ed Horus e sono in condizioni davvero eccellenti.
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