venerdì 19 giugno 2015

I gladiatori di Afrodisia

I graffiti dell'antica  Afrodisia che raffigurano combattimenti gladiatori
(Foto: Nicholas Quiring, Angelos Chaniotis)
Centinaia di graffiti incisi sulla pietra, trovati nell'antica città di Afrodisia, oggi in Turchia, sono stati decifrati ed hanno restituito agli archeologi una parte della storia di 1500 anni fa. I graffiti si riferiscono a diversi aspetti della vita cittadina, tra i quali combattimenti di gladiatori, gare di carri e conflitti religiosi. La datazione di questi graffiti va dall'impero romano all'epoca bizantina. Tra le raffigurazioni non mancano quelle di carattere spiccatamente sessuale.
La popolazione di Afrodisia continuò a parlare greco anche durante il dominio romano, che portò in queste terre l'uso dei combattimenti gladiatori. Proprio i graffiti di questi ultimi sono molto numerosi e lasciano pochi dubbi sulla popolarità di questo passatempo tra la popolazione di lingua greca.
Alcuni dei graffiti più interessanti riguardanti combattimenti gladiatori, sono stati trovati su una placca all'interno dell'anfiteatro cittadino. Vi sono raffigurati un reziario e un secutor. Il reziario sembra essere il vincitore, dal momento che brandisce la sua arma, il tridente, al di sopra del secutor in fuga. Un'altra scena sulla stessa placca mostra un secutor che insegue un reziario in fuga. Gli archeologi ritengono che si tratti di graffiti fatti da qualche spettatore.
Altre immagini popolari nei graffiti di Afrodisia sono le corse dei carri. Vi erano tre squadre, in città, che erano in competizione l'una con l'altra: i rossi, i verdi ed i blu. I graffiti restituiscono anche messaggi di vittoria, di vanto e di sconforto dei "tifosi" delle tre fazioni cittadine.
Sono stati trovati anche graffiti di contenuto religioso, dal momento che ebrei e cristiani costituivano comunità piuttosto importanti ad Afrodisia, sempre in competizione tra loro. Gli archeologi hanno trovato resti di statue di governatori pagani con incisioni cristiane inneggianti alla nascita del Cristo. Ma anche i pagani "sfruttavano" i graffiti cristiani. Il simbolo della croce, uno dei più importanti nella religione cristiana, venne trasformato, ad Afrodisia, nella doppia ascia dai sostenitori pagani di Zeus Cario, che aveva proprio nella doppia ascia il suo simbolo. E' stato trovato anche un graffito della menorah, il candelabro ebraico che si usa accendere durante la festa di Hanukkah, che probabilmente costituisce una delle più antiche rappresentazioni di quest'oggetto.
La maggior parte dei graffiti riproducenti gare di carri risalgono ad un periodo compreso tra il 350 e il 500 d.C., prima che Giustiniano divenisse imperatore di Costantinopoli (525 d.C.) e limitasse o vietasse del tutto sia le pratiche pagane che quelle ebraiche. Giustiniano arrivò, addirittura, a mutare il nome di Afrodisia, che ricordava troppo il nome della dea greca dell'amore, in Stauropolis e a distruggere alcuni graffiti di natura pagana ed ebraica.
La città di Afrodisia venne abbandonata nel VII secolo d.C. 

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