Chiesa di San Giovanni di Sinis (Foto: Italianways.com) |
(Fonte: La Nuova Sardegna) - CABRAS. Non solo Mont'e Prma. La geografia archeologica del Sinis è molto più ricca e complessa e soprattutto regala tesori anche in zone dove ormai si pensava che tutto fosse già venuto alla luce o, peggio, fosse già stato razziato dai soliti tombaroli. Così succede che un intero corredo funerario sia spuntato dal sottosuolo di San Giovanni di Sinis a due passi dalla recinzione della necropoli settentrionale di Tharros.
Nelle scorse settimane, due anziani, per caso, hanno notato alcuni oggetti praticamente in superficie e hanno immediatamente capito che si trattava di qualcosa di molto antico. Hanno così raccolto un'anfora, un piatto e altri due oggetti facilmente riconducibili ad un corredo funerario e, con estrema correttezza, si sono presentati in caserma dai carabinieri di Cabras dove hanno denunciato il ritrovamento.
Gli uomini dell'Arma hanno poi avvisato la Soprintendenza che ha così proseguito gli scavi con risultati immediati. Dalla stradina che affianca la necropoli che si trova tra due case costruite oltre mezzo secolo fa dove oggi c'è la borgata marina e che si affaccia sul mare, è saltato fuori un piccolo tesoro. Secondo occhi esperti dovrebbe essere un intero corredo funerario di età fenicio-punica lasciato in qualcuna delle tombe per supportare il defunto nel viaggio nell'aldilà. Oltre all'anfora, che dovrebbe essere il pezzo pregiato di questa collezione, ci sono anche dei piatti, delle urne cinerarie e altri oggetti che facevano parte del corredo che i vivi, secondo le antiche tradizioni, lasciavano a chi compiva il grande viaggio verso il mondo delle anime.
Ovviamente per capire esattamente la portata del ritrovamento, serviranno indispensabili studi, ma già le prime occhiate degli studiosi hanno confermato che ci si trova davanti a qualcosa di molto prezioso dal punto di vista archeologico. Il ritrovamento ha poi anche un significato ulteriore, perché è indubitabile che il sottosuolo di quel costone roccioso che domina alcuni tratti delle spiagge di San Giovanni di Sinis dovrebbe conservare ancora un numero di reperti notevole. La riprova è il fatto che gli oggetti siano stati ritrovati al di là della recinzione: la necropoli settentrionale era quindi più estesa anche se, in anni in cui la sensibilità era decisamente inferiore, potrebbe essere stata frettolosamente sepolta sotto le fondamenta delle tante case sorte dal secondo dopoguerra in poi a San Giovanni di Sinis. Essendo impensabile buttar giù le case, resta comunque del terreno che probabilmente merita di essere ispezionato. Magari potrebbe regalare altre sorprese, visto che quella di questo 2015 è stata un dono della pioggia invernale che ha scavato il terreno nemmeno troppo in profondità
Nelle scorse settimane, due anziani, per caso, hanno notato alcuni oggetti praticamente in superficie e hanno immediatamente capito che si trattava di qualcosa di molto antico. Hanno così raccolto un'anfora, un piatto e altri due oggetti facilmente riconducibili ad un corredo funerario e, con estrema correttezza, si sono presentati in caserma dai carabinieri di Cabras dove hanno denunciato il ritrovamento.
Gli uomini dell'Arma hanno poi avvisato la Soprintendenza che ha così proseguito gli scavi con risultati immediati. Dalla stradina che affianca la necropoli che si trova tra due case costruite oltre mezzo secolo fa dove oggi c'è la borgata marina e che si affaccia sul mare, è saltato fuori un piccolo tesoro. Secondo occhi esperti dovrebbe essere un intero corredo funerario di età fenicio-punica lasciato in qualcuna delle tombe per supportare il defunto nel viaggio nell'aldilà. Oltre all'anfora, che dovrebbe essere il pezzo pregiato di questa collezione, ci sono anche dei piatti, delle urne cinerarie e altri oggetti che facevano parte del corredo che i vivi, secondo le antiche tradizioni, lasciavano a chi compiva il grande viaggio verso il mondo delle anime.
Ovviamente per capire esattamente la portata del ritrovamento, serviranno indispensabili studi, ma già le prime occhiate degli studiosi hanno confermato che ci si trova davanti a qualcosa di molto prezioso dal punto di vista archeologico. Il ritrovamento ha poi anche un significato ulteriore, perché è indubitabile che il sottosuolo di quel costone roccioso che domina alcuni tratti delle spiagge di San Giovanni di Sinis dovrebbe conservare ancora un numero di reperti notevole. La riprova è il fatto che gli oggetti siano stati ritrovati al di là della recinzione: la necropoli settentrionale era quindi più estesa anche se, in anni in cui la sensibilità era decisamente inferiore, potrebbe essere stata frettolosamente sepolta sotto le fondamenta delle tante case sorte dal secondo dopoguerra in poi a San Giovanni di Sinis. Essendo impensabile buttar giù le case, resta comunque del terreno che probabilmente merita di essere ispezionato. Magari potrebbe regalare altre sorprese, visto che quella di questo 2015 è stata un dono della pioggia invernale che ha scavato il terreno nemmeno troppo in profondità
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