La maschera di giada di Calakmul (Foto: MNA-INAH) |
Una serie di mostre temporanee chiamate "Un pezzo, una cultura" sono state inaugurate dal Museo Nazionale di Antropologia a Città del Messico. La prima di queste brevi esposizioni è stata intitolata "La maschera di Calakmul. Universo in giada". Si tratta di un pezzo unico di grande rilievo che riassume in sé gran parte degli elementi del pensiero e della visione del mondo dei Maya.
La serie di mostre, inaugurate con l'esposizione della straordinaria maschera in giada, si avvale della tecnologia più recente per avvicinare le opere più rappresentative della antiche civiltà messicane ed è pensata soprattutto per un pubblico giovane. Le prime due sale sono dedicate alla percezione sensoriale ottenuta attraverso effetti visivi, sonori e grafici. Un terzo spazio fa sì che il visitatore possa stare a tu per tu con la maschera. La cosmogonia maya non ha alla base un pensiero lineare, in essa la divinità, la natura, gli animali, gli esseri umani, la vita e la morte sono piani diversi che si intrecciano continuamente.
Nel corso di questa serie interessantissime di esposizioni, scrittori e premi Nobel per la letteratura leggeranno degli estratti da libri sacra come il Popol Vuh e il Chilam Balam de Chumayel, invitando i visitatori ad un approfondimento della cultura maya e delle sue opere.
La maschera funeraria Calakmul è un mosaico composto con la giada, la conchiglia e l'ossidiana grigia. E' stata rinvenuta in una sepoltura nella zona archeologica di Calakmul, da cui prende il nome, nello stato di Campeche, e risale ad un periodo compreso tra il 660 e il 750 d.C..
La giada, per la sua bellezza ed il suo carattere sacro, è stata una delle componenti più importanti delle maschere maya. La pietra, inoltre, era associata all'acqua e collegata al cielo ed al mare come principali elementi della creazione, simboli del respiro, della fertilità e della rinascita. La maschera rappresenta il dio del mais, con le cui sembianze il defunto viaggiava nel mondo sotterraneo. Per i Maya il primo uomo era stato modellato con tre chicchi di mais e questo spiega l'importanza della maggior fonte di sostentamento di questa popolazione e come l'elemento mais sia un elemento centrale per tutte le culture messicane.
La serie di mostre, inaugurate con l'esposizione della straordinaria maschera in giada, si avvale della tecnologia più recente per avvicinare le opere più rappresentative della antiche civiltà messicane ed è pensata soprattutto per un pubblico giovane. Le prime due sale sono dedicate alla percezione sensoriale ottenuta attraverso effetti visivi, sonori e grafici. Un terzo spazio fa sì che il visitatore possa stare a tu per tu con la maschera. La cosmogonia maya non ha alla base un pensiero lineare, in essa la divinità, la natura, gli animali, gli esseri umani, la vita e la morte sono piani diversi che si intrecciano continuamente.
La maschera di Calakmul (Foto: MNA-INAH) |
La maschera funeraria Calakmul è un mosaico composto con la giada, la conchiglia e l'ossidiana grigia. E' stata rinvenuta in una sepoltura nella zona archeologica di Calakmul, da cui prende il nome, nello stato di Campeche, e risale ad un periodo compreso tra il 660 e il 750 d.C..
La giada, per la sua bellezza ed il suo carattere sacro, è stata una delle componenti più importanti delle maschere maya. La pietra, inoltre, era associata all'acqua e collegata al cielo ed al mare come principali elementi della creazione, simboli del respiro, della fertilità e della rinascita. La maschera rappresenta il dio del mais, con le cui sembianze il defunto viaggiava nel mondo sotterraneo. Per i Maya il primo uomo era stato modellato con tre chicchi di mais e questo spiega l'importanza della maggior fonte di sostentamento di questa popolazione e come l'elemento mais sia un elemento centrale per tutte le culture messicane.
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