Il pestello trovato nella Grotta Paglicci (Foto: Stefano Ricci/PNAS) |
Gli abitanti di Grotta Paglicci, nel Gargano, producevano farina ben 32000 anni fa. Essi usavano macinare chicchi di avena selvatica migliaia di anni prima dell'avvento dell'agricoltura.
Lo studio è di alcuni ricercatori italiani dell'Università di Firenze e di Siena, della Soprintendenza all'archeologia della Toscana e dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria. I ricercatori hanno analizzato un pestello da macinazione in pietra, trovato nel 1989 nella Grotta Paglicci. Su di esso sono stati trovati i residui di grani di amido.
Gli antichi abitanti di questa zona della Puglia erano cacciatori-raccoglitori che avevano appreso la sofisticata tecnica di estrazione di farina dalle piante. Prima le raccoglievano, poi le essiccavano nella parte da macinare, poi macinavano i semi e li mescolavano con acqua per la cottura.
Erano utilizzati soprattutto i chicchi di graminacee selvatiche, in maggioranza avena.
Lo studio è di alcuni ricercatori italiani dell'Università di Firenze e di Siena, della Soprintendenza all'archeologia della Toscana e dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria. I ricercatori hanno analizzato un pestello da macinazione in pietra, trovato nel 1989 nella Grotta Paglicci. Su di esso sono stati trovati i residui di grani di amido.
Gli antichi abitanti di questa zona della Puglia erano cacciatori-raccoglitori che avevano appreso la sofisticata tecnica di estrazione di farina dalle piante. Prima le raccoglievano, poi le essiccavano nella parte da macinare, poi macinavano i semi e li mescolavano con acqua per la cottura.
Erano utilizzati soprattutto i chicchi di graminacee selvatiche, in maggioranza avena.
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