Interno del cosiddetto Tempio E di Selinunte (Foto: Evan Erikson) |
Nel 409 a.C. le truppe cartaginesi ridussero in schiavitù o uccisero gli abitanti di Selinunte, una città magnogreca di cui si sono conservati, nel tempo, gli antichi templi. Gli archeologi hanno lavorato per diversi anni allo scavo della città, riportando alla luce l'impianto di 2.500 case, le strade, il porto e la zona industriale.
I ricercatori hanno paragonato Selinunte a Pompei per il grado di conservazione. Il 15 per cento della città, compresa la spettacolare acropoli ed i suoi templi, è rimasto esposto ed è stato indagato dagli inglesi ai tempi del Grand Tour. Selinunte era chiamata "la Città degli Dei" ed è l'unica città greca dell'epoca classica ben conservata, dal momento che è stata per la maggior parte sepolta dalla sabbia e dalla terra. "E', quindi, un'occasione unica per scoprire come funzionava una città greca", ha affermato il Dottor Martin Bentz, dell'Università di Bonn, responsabile degli scavi che sono attualmente in corso nell'antica città siciliana.
Prima della scoperta di Selinunte, gli studiosi non avevano trovato una sola città greca intatta e i loro studi sulla planimetria antica era piuttosto frammentaria. Lo studio di Selinunte ha permesso di far luce sul mondo antico, sulla demografia e gli stili di vita. Gli archeologi hanno trovato anche resti di cibo in un'abitazione, accanto ad un camino, lasciati a bruciare forse proprio durante l'assedio della città. Sono stati trovati anche decine di vasi in ceramica cruda e piastrelle, in una città nota per avere una notevole produzione di ceramica.
Recentemente sono stati portati alla luce forni per ceramica e interi laboratori. I ricercatori hanno anche individuato i pigmenti utilizzati per dipingere la ceramica e circa 80 forni, alcuni dei quali circolari, impiegati per la produzione di tegole, vasi, anfore ma anche le statue delle divinità. I ceramisti avevano una cappella in cui potevano adorare Athena Ergane, l'Athena dei lavoratori, unitamente ad Artemide, Demetra e Zeus.
Gli studiosi stanno ora esaminando diverse ceramiche che circolavano nel Mediterraneo antico per capire quante di queste provenissero da Selinunte. Una stima sulla produzione della città parla di 300.000 pezzi di ceramica prodotti in un anno. Poco meno del 20 per cento era destinata ad uso domestico.
In città sono stati trovati anche vetro e pezzi di bronzo provenienti dall'Egitto, dalla Turchia, dalla Francia meridionale e dall'Italia settentrionale. Gli antichi Greci fondarono Selinunte tra il 650 e il 630 a.C.. Poco più di 200 anni dopo essa venne attaccata e distrutta dai Cartaginesi, che ridussero in schiavitù la maggior parte dei residenti e dei difensori. Selinunte cadde dopo un assedio di nove giorni. Selinunte non risorse mai più all'antico splendore. Durante la prima guerra punica, nel 250 a.C., i Cartaginesi distrussero la città prima che potesse essere conquistata dalle truppe romane.
I ricercatori hanno paragonato Selinunte a Pompei per il grado di conservazione. Il 15 per cento della città, compresa la spettacolare acropoli ed i suoi templi, è rimasto esposto ed è stato indagato dagli inglesi ai tempi del Grand Tour. Selinunte era chiamata "la Città degli Dei" ed è l'unica città greca dell'epoca classica ben conservata, dal momento che è stata per la maggior parte sepolta dalla sabbia e dalla terra. "E', quindi, un'occasione unica per scoprire come funzionava una città greca", ha affermato il Dottor Martin Bentz, dell'Università di Bonn, responsabile degli scavi che sono attualmente in corso nell'antica città siciliana.
Ceramica fatta a Selinunte che mostra Artemide di fronte ad un altare (Foto: Marie-Lan Nguyen) |
Recentemente sono stati portati alla luce forni per ceramica e interi laboratori. I ricercatori hanno anche individuato i pigmenti utilizzati per dipingere la ceramica e circa 80 forni, alcuni dei quali circolari, impiegati per la produzione di tegole, vasi, anfore ma anche le statue delle divinità. I ceramisti avevano una cappella in cui potevano adorare Athena Ergane, l'Athena dei lavoratori, unitamente ad Artemide, Demetra e Zeus.
Gli studiosi stanno ora esaminando diverse ceramiche che circolavano nel Mediterraneo antico per capire quante di queste provenissero da Selinunte. Una stima sulla produzione della città parla di 300.000 pezzi di ceramica prodotti in un anno. Poco meno del 20 per cento era destinata ad uso domestico.
In città sono stati trovati anche vetro e pezzi di bronzo provenienti dall'Egitto, dalla Turchia, dalla Francia meridionale e dall'Italia settentrionale. Gli antichi Greci fondarono Selinunte tra il 650 e il 630 a.C.. Poco più di 200 anni dopo essa venne attaccata e distrutta dai Cartaginesi, che ridussero in schiavitù la maggior parte dei residenti e dei difensori. Selinunte cadde dopo un assedio di nove giorni. Selinunte non risorse mai più all'antico splendore. Durante la prima guerra punica, nel 250 a.C., i Cartaginesi distrussero la città prima che potesse essere conquistata dalle truppe romane.
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