Particolare del pavimento del calidarium maschile (Foto: Gazzetta del Mezzogiorno) |
I Pompeiani avevano una vera e propria passione per le terme. Diversi sono gli stabilimenti pubblici disseminati nell'antica città romana, quasi tutti restaurati dopo il violento terremoto dl 62-63 d.C.. Tra le terme meno conosciute vi sono le Terme Repubblicane, nella Regio VIII, vicino all'ingresso del Foro Triangolare.
Le Terme Repubblicane sono tra i più antichi edifici balneari dell'intera area campana se non romana. Proprio qui, da qualche mese, è è in atto un nuovo progetto di ricerca archeologica. Infatti, dal punto di vista architettonico, le Terme Repubblicane sarebbero un impianto sperimentale che precede la soluzione ottimale adottata, in seguito, nelle vicine Terme Stabiane.
Le Terme Repubblicane sono riferibili alla fase di passaggio tra il modello greco (balaneion) e quello romano. Vennero scavate nel 1950 e pubblicate da Amedeo Maiuri, l'archeologo che assunse la direzione degli scavi di Pompei dal 1924 al 1961. Maiuri descrisse gli ambienti delle Terme Repubblicane e ne redasse una planimetria. In seguito le terme caddero nell'oblìo, pur essendo collocate in corrispondenza di una delle più antiche zone di Pompei.
Le prime tracce di frequentazione dell'area risalgono all'età arcaica (VI secolo a.C.) e continuano nell'epoca ellenistica (IV-III secolo a.C.). L'impianto termale vero e proprio viene costruito nel II secolo a.C., con pianta quadrangolare e perimetro di 30 metri x 30. Le terme vengono suddivise in un settore maschile e in uno femminile, con ingressi separati. Ciascuno dei settori presenta la medesima sequenza: un apodyterium (spogliatoio), la sala per il bagno tiepido (tepidarium) e quella per il bagno caldo (calidarium). I due calidaria sono affiancati e connessi al praefurnium, il forno che alimentava il riscaldamento dei due ambienti. Nel settore sudest viene collocato un laconicum (sauna).
Tutti gli ambienti balneari delle Terme Repubblicane hanno un pavimento in cocciopesto, ornato di inserti di calcari bianchi o pietre policrome oppure da motivi geometrici in tessere bianche. Unica eccezione il calidarium maschile, in cui il pavimento è coperto di scaglie di calcare (lytostroton) con una sinuosa coppia di palmette. Le pareti dei vari ambienti recavano affreschi di I stile, oramai, purtroppo, totalmente perduti.
Le Terme Repubblicane non sembrano essere state utilizzate a lungo. Vengono costruite durante l'ultima fase di vita della Pompei sannitica e sembra siano state frequentate fino al I secolo a.C., quando lo stabilimento viene smantellato completamente. Dopo decenni di abbandono la Soprintendenza Speciale per Pompei sta sostenendo un progetto di studio e valorizzazione dell'edificio, condotto dalla Freie Universitat di Berlino - con direzione Monika Trumper - in collaborazione con la Oxford University. Il progetto mira a migliorare la conoscenza archeologica dell'impianto e lo sviluppo della cultura termale a Pompei.
Lo scorso settembre si è conclusa la prima campagna di indagini, concentrata sul settore sud, nell'area del laconicum e del praefurnium. I primi dati raccolti confermano l'antica origine dell'impianto, caratterizzato dalla presenza di particolari intercapedini per la diffusione di aria calda al di sotto dei pavimenti dei calidaria maschile e femminile. Si tratta di canali paralleli in opera cementizia al posto del tradizionale sistema di colonnine in mattoni.
L'invenzione del riscaldamento a ipocausto (pensiles balnea) viene attribuito al campano Sergius Orata, che, tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C., si sarebbe ispirato al sistema dell'itticoltura, una delle sue attività favorite, come dimostra il cognome che deriva, probabilmente, dal suo pesce preferito. Il sistema di intercapedini/canali per il riscaldamento è realizzato già nei più antichi impianti termali greci e questo porta a pensare che le Terme Repubblicane rientrino in un gruppo di stabilimenti scoperti in Grecia, Sicilia (Gela, Siracusa), Magna Grecia (Velia) e aree campana (Cuma) e laziale (Fregellae), risalenti ad un periodo compreso tra la fine del IV secolo a.C. e il II secolo a.C.
Le Terme Repubblicane sono tra i più antichi edifici balneari dell'intera area campana se non romana. Proprio qui, da qualche mese, è è in atto un nuovo progetto di ricerca archeologica. Infatti, dal punto di vista architettonico, le Terme Repubblicane sarebbero un impianto sperimentale che precede la soluzione ottimale adottata, in seguito, nelle vicine Terme Stabiane.
Le Terme Repubblicane sono riferibili alla fase di passaggio tra il modello greco (balaneion) e quello romano. Vennero scavate nel 1950 e pubblicate da Amedeo Maiuri, l'archeologo che assunse la direzione degli scavi di Pompei dal 1924 al 1961. Maiuri descrisse gli ambienti delle Terme Repubblicane e ne redasse una planimetria. In seguito le terme caddero nell'oblìo, pur essendo collocate in corrispondenza di una delle più antiche zone di Pompei.
Una studentessa al lavoro tra le rovine delle Terme Repubblicane (Foto: pompeiisites.org) |
Tutti gli ambienti balneari delle Terme Repubblicane hanno un pavimento in cocciopesto, ornato di inserti di calcari bianchi o pietre policrome oppure da motivi geometrici in tessere bianche. Unica eccezione il calidarium maschile, in cui il pavimento è coperto di scaglie di calcare (lytostroton) con una sinuosa coppia di palmette. Le pareti dei vari ambienti recavano affreschi di I stile, oramai, purtroppo, totalmente perduti.
Pompei, le Terme Repubblicane (Foto: Il Mattino) |
Lo scorso settembre si è conclusa la prima campagna di indagini, concentrata sul settore sud, nell'area del laconicum e del praefurnium. I primi dati raccolti confermano l'antica origine dell'impianto, caratterizzato dalla presenza di particolari intercapedini per la diffusione di aria calda al di sotto dei pavimenti dei calidaria maschile e femminile. Si tratta di canali paralleli in opera cementizia al posto del tradizionale sistema di colonnine in mattoni.
L'invenzione del riscaldamento a ipocausto (pensiles balnea) viene attribuito al campano Sergius Orata, che, tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C., si sarebbe ispirato al sistema dell'itticoltura, una delle sue attività favorite, come dimostra il cognome che deriva, probabilmente, dal suo pesce preferito. Il sistema di intercapedini/canali per il riscaldamento è realizzato già nei più antichi impianti termali greci e questo porta a pensare che le Terme Repubblicane rientrino in un gruppo di stabilimenti scoperti in Grecia, Sicilia (Gela, Siracusa), Magna Grecia (Velia) e aree campana (Cuma) e laziale (Fregellae), risalenti ad un periodo compreso tra la fine del IV secolo a.C. e il II secolo a.C.
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