Il cippo fenicio custodito al Museo del Louvre |
Per gli antichi Fenici, Melqart era il signore della vita e della morte, la principale divinità del pantheon fenicio. Il suo tempio era sede di due importanti festività e si crede che sia stato d'ispirazione ai costruttori del Tempio di Salomone. Nel XVII secolo, due colonne ornamentali, due cippi, con incise le lodi di Melqart furono trovate a Malta. Queste lodi contenevano le chiavi per l'interpretazione della lingua fenicia.
Melqart significa, letteralmente "re della città". La divinità era spesso raffigurata con barba ed un alto cappello arrotondato. Nelle sue mani teneva un ankh egiziano ed un'ascia, simboli rispettivamente della vita e della morte. Melqart era anche conosciuto come dio del mare, chi lo adorava aveva fortuna nella pesca, nel fondare colonie e nel commercio. In particolare gli antichi ritenevano che Melqart avesse garantito il successo commerciale dei Fenici e delle loro colonie in Africa del nord e in Spagna.
Durante il regno di re Hiram di Tiro, venne eretto un magnifico tempio al dio nella città di Tiro. Erodoto descrisse questo tempio che visitò durante la sua visita nella città fenicia. Lo descrisse come composto di colonne tra le quali spiccavano una d'oro puro e l'altra di smeraldo. Si diceva che Alessandro Magno volle fare un sacrificio nel tempio, malgrado i sacerdoti glielo avessero sconsigliato, poiché agli stranieri era proibito avvicinarsi all'altare.
Nel IV secolo a.C. i Greci identificarono Melqart con il loro semidio Ercole. Le famose dodici fatiche di Ercole erano la spiegazione leggendaria delle imprese dell'impero coloniale fenicio. In onore di Ercole-Melqart venne costruito un tempio sull'isola di Malta, che potrebbe essere stato il frutto della collaborazione tra Greci e Fenici. Il tempio non era molto grande ma godeva di grande fama. Si pensa che i cippi siano stati rinvenuti proprio in questo luogo.
Un cippo è un pilastro ornamentale, spesso troncato a metà dell'altezza di un pilastro completo. La parte superiore è piatta ed era spesso utilizzata per porvi incensi ed altri olocausti. I cippi spesso servivano da delimitazione di confini, da pietre miliari e da monumenti funerari. I cippi più antichi che si conoscano erano in marmo bianco. Nel 1782 uno dei due cippi trovati a Malta venne offerto a re Luigi XVI dal Gran Maestro dell'ordine dei Cavalieri Ospitalieri. Oggi è custodito nel Museo del Louvre a Parigi, mentre il suo gemello si trova nel Museo Nazionale Archeologico a La Valletta, a Malta.
Sulla base dei due cippi marmorei sono incise tre linee di scrittura greca e quattro righe di scrittura fenicia. Nel 1758 le incisioni vennero interpretate dall'archeologo francese padre Jean-Jacques Barthlemi. L'iscrizione recita: "Al nostro signore Melqart, signore di Tiro, dedicato dal suo servo Abd'Osir e da suo fratello 'Osirshamar, entrambi figli di 'Osirshamar, figlio di Abd' Osir, che ha udito la loro voce, li benedica".
I cippi di Malta, affettuosamente conosciuti come la Pietra di Rosetta maltese, sono stati un valido aiuto nello sforzo di decifrazione dell'antica scrittura fenicia. Oggi i due oggetti sono rappresentati sui francobolli maltesi.
Melqart significa, letteralmente "re della città". La divinità era spesso raffigurata con barba ed un alto cappello arrotondato. Nelle sue mani teneva un ankh egiziano ed un'ascia, simboli rispettivamente della vita e della morte. Melqart era anche conosciuto come dio del mare, chi lo adorava aveva fortuna nella pesca, nel fondare colonie e nel commercio. In particolare gli antichi ritenevano che Melqart avesse garantito il successo commerciale dei Fenici e delle loro colonie in Africa del nord e in Spagna.
Statua di Melqart custodita nel Museo Barracco a Roma |
Nel IV secolo a.C. i Greci identificarono Melqart con il loro semidio Ercole. Le famose dodici fatiche di Ercole erano la spiegazione leggendaria delle imprese dell'impero coloniale fenicio. In onore di Ercole-Melqart venne costruito un tempio sull'isola di Malta, che potrebbe essere stato il frutto della collaborazione tra Greci e Fenici. Il tempio non era molto grande ma godeva di grande fama. Si pensa che i cippi siano stati rinvenuti proprio in questo luogo.
Un cippo è un pilastro ornamentale, spesso troncato a metà dell'altezza di un pilastro completo. La parte superiore è piatta ed era spesso utilizzata per porvi incensi ed altri olocausti. I cippi spesso servivano da delimitazione di confini, da pietre miliari e da monumenti funerari. I cippi più antichi che si conoscano erano in marmo bianco. Nel 1782 uno dei due cippi trovati a Malta venne offerto a re Luigi XVI dal Gran Maestro dell'ordine dei Cavalieri Ospitalieri. Oggi è custodito nel Museo del Louvre a Parigi, mentre il suo gemello si trova nel Museo Nazionale Archeologico a La Valletta, a Malta.
Sulla base dei due cippi marmorei sono incise tre linee di scrittura greca e quattro righe di scrittura fenicia. Nel 1758 le incisioni vennero interpretate dall'archeologo francese padre Jean-Jacques Barthlemi. L'iscrizione recita: "Al nostro signore Melqart, signore di Tiro, dedicato dal suo servo Abd'Osir e da suo fratello 'Osirshamar, entrambi figli di 'Osirshamar, figlio di Abd' Osir, che ha udito la loro voce, li benedica".
I cippi di Malta, affettuosamente conosciuti come la Pietra di Rosetta maltese, sono stati un valido aiuto nello sforzo di decifrazione dell'antica scrittura fenicia. Oggi i due oggetti sono rappresentati sui francobolli maltesi.
Fonti:
ancient.eu/Melqart
thedailybeagle.net
livius.org
ancient-origins.net
ancient.eu/Melqart
thedailybeagle.net
livius.org
ancient-origins.net
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