sabato 3 dicembre 2016

Bulgaria, scoperta una sepoltura romana

La stele funeraria scoperta accanto ad una
fattoria romana con annessa fabbrica di
ceramica a Pavlikeni (Foto: Kalin Chakarov)
In un campo vicino alla città di Pavlikeni, nel centro-nord della Bulgaria, è stata trovata una grande lapide di un eminente cittadino romano. Immediatamente sono stati intrapresi degli scavi di emergenza, che hanno portato alla scoperta di una tomba contenente un amuleto d'oro.
La lapide è stata rinvenuta accanto alle rovine di un'estesa fattoria romana che conteneva una fornace per la fabbrica della ceramica. Questo grande complesso produttivo apparteneva ad un veterano dell'esercito romano ed è stato datato alla fine del I secolo d.C. - inizi del II secolo d.C., venne distrutta durante l'invasione dei Goti.
La lapide appena ritrovata è di 3 metri di altezza per 1,2 metri di larghezza e pesa circa due tonnellate. Su di essa sono scolpite le immagini di due donne, una delle quali si trova su un altare, e di un uomo identificato come un cavaliere tracio conosciuto come Heros, un'antica divinità suprema dei Traci. Dopo che i Romani ebbero conquistato l'intera Tracia a sud del Danubio, nel 46 d.C., la locale aristocrazie divenne parte integrante della società romana.
La parte inferiore della pietra tombale reca un'iscrizione perfettamente conservata, in latino, che dà indicazioni sull'oltretomba. Riporta anche il nome del defunto a cui apparteneva, Gaius Ursidius Senecionis che "ha vissuto con dignità per 40 anni". Il funerale e la pietra tombale furono volute dalla moglie del defunto, Iulia Valentina.
Inizialmente gli archeologi ritenevano che la tomba di Gaius Ursidius Senecionis fosse stata saccheggiata nell'antichità, con l'asportazione dei beni preziosi che vi erano stati deposti. Questa ipotesi è stata in seguito confermata, dopo l'apertura della tomba. Sono stati scoperti dei resti ossei umani, sparsi all'interno, alcuni denti e pochi artefatti del corredo funebre. Tuttavia nella tomba si trovavano ancora una scatola in legno, articoli da toeletta, un amuleto d'oro e una moneta di bronzo coniata durante il regno dell'imperatore Adriano (117-138 d.C.).
Moneta romana di epoca adrianea e amuleto d'oro, entrambi parte
dello scomparso tesoro della sepoltura romana (Foto: Kalin Chakarov)
Gli archeologi pensano che in precedenza il sito dove sorge la sepoltura del veterano romano sia stato utilizzato come cava di argilla, necessaria ai laboratori di ceramica che sorgevano nelle vicinanze. E' stato, infatti, trovato, sotto l'enorme lapide, un pozzo di argilla di 2,9 metri di profondità e 3,6 metri di larghezza. Il pozzo contiene, sul fondo, argilla gialla, materiale grezzo molto ricercato dai Romani.
Gli archeologi sottolineano che il nome di gens Ursidius era relativamente raro nell'impero romano e che è nota solo un'altra sepoltura appartenente ad uomo di nome Gaius Ursidius, tomba che si trova a Perugia. Forse esistono dei collegamenti tra questi due omonimi, ma è presto per dirlo.
I ricercatori stanno ora studiando i manufatti di epoca romana rinvenuti della sepoltura, mentre le ossa sono oggetto di analisi antropologiche che potrebbero fornire ulteriori informazioni sull'identità del defunto e sulla sua età.
La villa romana con annessa fabbrica di ceramica venne scoperta nel 1971 dall'archeologo bulgaro Bogdan Sultov, che vi scavò per oltre un decennio. Il complesso è l'unico conosciuto, di queste dimensioni e con le caratteristiche appena descritte, in tutta l'Europa sudorientale. 

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