venerdì 10 febbraio 2017

Dai mari di Gela emerge il leggendario oricalco di Atlantide

I lingotti di oricalco rinvenuti nel mare di Gela
(Foto: corrieredelmezzogiorno.corriere.it)
Il mare di Gela, nel Nisseno, continua a restituire preziosi beni archeologici, storici e culturali, dopo averli custoditi per 2700 anni. Di fronte al litorale di contrada Bulala, a est della città, i sommozzatori del reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Palermo, in collaborazione con la Sovrintendenza al mare, hanno proceduto al recupero di due elmi corinzi, un'ampolla massaliota (cioè dell'antica colonia greca di Marsiglia, in Francia), un'anfora arcaica e 47 lingotti di oricalco, il leggendario metallo di Atlantide costituito da una preziosa lega di rame e zinco.
Altri 39 lingotti erano stati recuperati nel dicembre 2014, frutto di una scoperta unica nel suo genere per l'intero Mediterraneo. Il materiale risalirebbe al periodo tra il VII e il VI secolo a.C. Adriana Fresina della Sovrintendenza al mare ha definito l'area sottomarina di Bulala, con i suoi tre relitti di navi arcaiche, "una preziosa, inestimabile miniera di reperti archeologici".
L'oricalco, in età arcaica, era al terzo posto per valore commerciale, dopo oro e argento. L'oricalco è simile al moderno ottone, noto come metallo prezioso per la sua somiglianza all'oro nell'antichità. Secondo le analisi con fluorescenza a raggi X, ciascun esemplare è frutto di una lega di metalli composta per l'80% di reame e per il 20% di zinco e realizzata con tecniche avanzate, la cui lavorazione i coloni geloi di origine rodio-cretese avevano appreso dai fenici.

Fonti:
siciliafan.it
spettacoliecultura.ilmessaggero.it

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