Gli scavi della necropoli e della domus di Lucca (Foto: lagazzettadilucca.it) |
Il sottosuolo di Lucca non smette di svelare sorprese. Sono, infatti, venute alla luce, in Piazza Santa Maria Corteorlandini, in pieno centro storico, i resti di una necropoli del VI secolo d.C. e di una domus romana del II secolo d.C., a pochi giorni di distanza l'una dall'altra. Nella zona erano state già intercettate sei sepolture del XII-XIII secolo, che si riferivano alla vicina chiesa di Santa Maria Nera, probabilmente edificata nel 1188.
Dopo il ritrovamento delle sei sepolture, è emersa nell'area una necropoli, della quale sono state riportate alla luce 34 sepolture, delle quali 24 risalenti al VI secolo d.C.. Il ritrovamento è di grande interesse perché fornirà sicuramente elementi ulteriori alla storia del periodo longobardo della città. Le sepolture appartengono sia a bambini che ad individui più anziani, l'80 per cento dei quali è di sesso femminile. Alcuni scheletri sono stati rinvenuti sopra i muri della domus, come se questi fossero stati riutilizzati come dei sarcofagi.
La necropoli si era praticamente "insediata" su una precedente domus romana del II secolo d.C., costituita da quattro ambienti, delimitati da muri alti 80 cm e rivestiti di intonaci di colore azzurro e rosso "pompeiano". Uno degli ambienti, con il pavimento in laterizi, sembra essere stato parte di un complesso termale.
La particolarità del ritrovamento è dovuta allo stato di conservazione della domus, in particolare dei pavimenti in opus signinum (una tecnica edilizia che prende il nome dall'antica città di Signa, oggi Segni), per cui si utilizzava il cocciopesto (una miscela di frammenti di tegole e anfore impastati con calce e battuti) allo scopo di proteggere gli ambienti dall'umidità e di renderli impermeabili. Si conserva, ben visibile, la soglia di ingresso in marmo, con gli alloggiamenti dei battenti.
Dopo il ritrovamento delle sei sepolture, è emersa nell'area una necropoli, della quale sono state riportate alla luce 34 sepolture, delle quali 24 risalenti al VI secolo d.C.. Il ritrovamento è di grande interesse perché fornirà sicuramente elementi ulteriori alla storia del periodo longobardo della città. Le sepolture appartengono sia a bambini che ad individui più anziani, l'80 per cento dei quali è di sesso femminile. Alcuni scheletri sono stati rinvenuti sopra i muri della domus, come se questi fossero stati riutilizzati come dei sarcofagi.
La necropoli si era praticamente "insediata" su una precedente domus romana del II secolo d.C., costituita da quattro ambienti, delimitati da muri alti 80 cm e rivestiti di intonaci di colore azzurro e rosso "pompeiano". Uno degli ambienti, con il pavimento in laterizi, sembra essere stato parte di un complesso termale.
La particolarità del ritrovamento è dovuta allo stato di conservazione della domus, in particolare dei pavimenti in opus signinum (una tecnica edilizia che prende il nome dall'antica città di Signa, oggi Segni), per cui si utilizzava il cocciopesto (una miscela di frammenti di tegole e anfore impastati con calce e battuti) allo scopo di proteggere gli ambienti dall'umidità e di renderli impermeabili. Si conserva, ben visibile, la soglia di ingresso in marmo, con gli alloggiamenti dei battenti.
Fonti, liberamente tratto da:
lagazzettadilucca.it
luccaindiretta.it
lagazzettadilucca.it
luccaindiretta.it
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