Uno dei reperti del palazzo di Zominthos a Creta (Foto: greece.greekreporter.com) |
Il Ministero della Cultura greco ha pubblicato nuove immagini dei reperti recuperati dal palazzo minoico di Zominthos di Psiloritis, sull'isola di Creta. Si tratta di un palazzo sotterraneo, scoperto nel 1980, che, nel corso dello scavo di quest'anno, ha rivelato molti dei suoi segreti, tra i quali una rara moneta dell'epoca di Marco Aurelio.
Il palazzo minoico venne costruito ad un'altitudine di 1.200 metri ed ha rivelato agli archeologi grandi corridoi sui quali erano stati un tempo eretti i piani superiori con colonne, pilastri e lussuose pavimentazioni. Tra le rovine del palazzo sono stati rinvenuti veri e propri capolavori della metallurgia dell'epoca. L'edificio venne utilizzato prima dai Micenei e poi dai Romani.
Sono stati riconosciuti, nella struttura, due nuovi ingressi, uno dei quali all'angolo nordorientale, particolarmente elaborato, con un'anticamera, dal quale si accede a un grande santuario dislocato nell'area orientale, del quale è stato scoperto un altare. Gli scavi recenti hanno messo in luce una scala interna e pareti alte fino a tre metri. Le scale conducevano ai piani superiori, dotati di colonne o pilastri. Qui sono stati rinvenuti pavimenti in calcare e ciottoli.
Sono stati trovati anche alcuni sigilli, tra i quali uno che rappresenta un nodo, un pendolo a forma di artiglio e una parte di vaso con decorazione a rilievo rappresentante un piccolo suino. Disegni raffiguranti quest'animale sono stati rinvenuti nei santuari dell'Età del Rame di Festo e di altre località, e sono stati associati al culto di Zeus Creaceo. A questi oggetti si sono aggiunti un piccolo scarabeo in bronzo, imitazione del più "famoso" scarabeo egizio, un sigillo e molte conchiglie marine a significare che qui era venerata una divinità che aveva a che fare con il mare.
Il palazzo minoico venne costruito ad un'altitudine di 1.200 metri ed ha rivelato agli archeologi grandi corridoi sui quali erano stati un tempo eretti i piani superiori con colonne, pilastri e lussuose pavimentazioni. Tra le rovine del palazzo sono stati rinvenuti veri e propri capolavori della metallurgia dell'epoca. L'edificio venne utilizzato prima dai Micenei e poi dai Romani.
Sono stati riconosciuti, nella struttura, due nuovi ingressi, uno dei quali all'angolo nordorientale, particolarmente elaborato, con un'anticamera, dal quale si accede a un grande santuario dislocato nell'area orientale, del quale è stato scoperto un altare. Gli scavi recenti hanno messo in luce una scala interna e pareti alte fino a tre metri. Le scale conducevano ai piani superiori, dotati di colonne o pilastri. Qui sono stati rinvenuti pavimenti in calcare e ciottoli.
Sono stati trovati anche alcuni sigilli, tra i quali uno che rappresenta un nodo, un pendolo a forma di artiglio e una parte di vaso con decorazione a rilievo rappresentante un piccolo suino. Disegni raffiguranti quest'animale sono stati rinvenuti nei santuari dell'Età del Rame di Festo e di altre località, e sono stati associati al culto di Zeus Creaceo. A questi oggetti si sono aggiunti un piccolo scarabeo in bronzo, imitazione del più "famoso" scarabeo egizio, un sigillo e molte conchiglie marine a significare che qui era venerata una divinità che aveva a che fare con il mare.
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