mercoledì 17 gennaio 2018

Civiltà mesoamericane sterminate dalla Salmonella

Fu la febbre tifoide, scatenata da un ceppo letale di Salmonella, a sterminare le popolazioni indigene di Messico e Guatemala dopo l'arrivo dei Conquistadores europei nel XVI secolo. A dimostrarlo sono le tracce di Dna del microrganismo rinvenute nei resti delle vittime dell'epidemia (chiamata "cocoliztli", in lingua azteca) che colpì l'America centrale tra il 1545 ed il 1550. Le hanno analizzate i ricercatori dell'Istituto tedesco Max Planck di Jena, che pubblicano i risultati sulla rivista Nature Ecology and Evolution in collaborazione con l'Università di Harvard e l'Istituto messicano di antropologia e storia.
Come in un episodio di "CSI", i ricercatori hanno esaminato i resti di 29 indigeni uccisi dal morbo letale e sepolti nel cimitero della città messicana di Teposcolula-Yucundaa, abbandonata dopo l'epidemia. Dopo aver estratto il Dna antico dalle ossa, gli esperti hanno usato un innovativo programma che permette di cercare ad ampio spettro ogni genere di Dna batterico. Questo metodo di screening ha evidenziato tracce di Salmonella enterica in 10 campioni.
Successivamente, grazie ad un metodo di arricchimento del Dna ideato apposta per questo studio, è stato possibile ricostruire integralmente i genomi dei vari ceppi del microrganismo: in 10 dei 29 defunti sono state trovate sottospecie di Salmonella enterica responsabili della febbre tifoide.
 
Fonte:
ansa.it


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