venerdì 16 febbraio 2018

Lomellina, scoperta necropoli longobarda

Pavia, una necropoli longobarda scoperta in Lomellina durante gli scavi al metanodotto. Gli archeologi hanno contato undici tombe, perfettamente allineate, ma l'area potrebbe svelare antichissimi segreti. Il sito lungo la provinciale della Belcreda, frazione di Gambolò, in provincia di Pavia, è presidiato giorno e notte da carabinieri e polizia locale per il timore che i tombaroli possano far sparire qualche reperto.
Operai e ruspe erano al lavoro da diversi giorni per la realizzazione del nuovo metanodotto Cervignano d'Adda-Mortara, quando sono stati bloccati dagli archeologi che stavano facendo assistenza a Snam Rete Gas: lungo l'asse di scavo erano emerse alcune canalette parallele, orientate est-ovest, che da subito avevano fatto pensare a delle sepolture di età longobarda. "Stavamo facendo le consuete verifiche su un'opera pubblica e abbiamo trovato la prima tomba - spiega Nicola Cassone, archeologo e direttore degli scavi - Con estrema cautela abbiamo scorticato la parte che potesse permetterci di evidenziare tutta la necropoli in pianta. Secondo noi non è tutto qui: l'area potrebbe essere molto più estesa; le fosse trovate sino ad ora sarebbero solo una piccola parte".
La conferma che quella emersa sia proprio una necropoli del "popolo dalle lunghe barbe" è arrivata ieri dalla Soprintendenza archeologica. Dalla valle del Ticino sono venute alla luce le tombe dei barbari guerrieri che assediarono Pavia, capitale del regno. Corredi funebri, armature e cimeli collocherebbero il loro passaggio su questi campi a 1400 anni fa. "Abbiamo trovato alcuni reperti risalenti alla più antica epoca longobarda. Necropoli simili si trovano soltanto sopra il Danubio - prosegue Nicola Cassone. - La prima sepoltura che abbiamo studiato apparteneva ad un soldato. Gli oggetti trovati ai piedi ci raccontano la sua storia".
Questo il patrimonio restituito al territorio un tempo colonizzato: fiasche in astralucido di ceramica con stampigliature, asce barbute, pugnali, punte di frecce e fibbie di cinturoni da guerra. Le ossa, però, non si trovano: "Difficile rinvenirle in questa zona: il terreno, per via della vicinanza al fiume, è molto acido ed altamente corrosivo". A Gambolò, in passato, ci furono alcuni ritrovamenti risalenti alla civiltà di Golasecca, ora custoditi nel museo archeologico locale all'interno del castello, ma le tracce del popolo longobardo si fermavano qualche chilometro più in là, nel battistero di Lomello, dove la regina Teodolinda sposò in seconde nozze Agilulfo, sovrano dei Longobardi, tra il 591 e il 616 d.C. "L'amministrazione comunale è a disposizione, anche se questi beni appartengono allo Stato. - Commenta il sindaco Antonio Costantino. - La prossima settimana ci sarà un consiglio comunale per collocare i ritrovamenti alla Belcreda nei nostri musei". I lavori di realizzazione del metanodotto devieranno obbligatoriamente in un'altra direzione. Il gruppo di archeologi emiliani impegnati sul sito lomelino, invece, continuerà gli scavi per riportare alla luce l'intero tesoro nascosto.

Fonte:
milano.corriere.it

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