giovedì 22 marzo 2018

Le sorprese di Pompei

Pompei, l'area di scavo nella Regio V (Foto: napoli.repubblica.it)
Pompei continua a riservare sorprese: sembra un'ovvietà, ma vista da qui, dall'alto del pianoro della Regio V, il Vesuvio alle spalle, il mare del golfo stabiano di fronte, lo scavo dell'area di mille metri quadrati avviato a novembre, il cosiddetto "cuneo", ci riporta indietro nel tempo di 270 anni fa. A Pompei si è tornato a scavare. "Si tratta del più grande intervento di scavo nell'area non indagata della città antica dal dopoguerra", commenta Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico.
E la città sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. non ha deluso gli archeologi. Ancora una volta, scendendo dal piano di campagna attuale verso il basso, dove a 5 metri si incontrano il basolato delle strade antiche e i pavimenti delle domus abbandonate in fretta dai pompeiani in fuga dall'eruzione.
Messa già in luce un'ampia zona rettangolare della casa che è stata individuata tra le due già scavate. Una casa ancora senza nome, ovviamente. Sono stati già recuperati frammenti di affresco, gocciolatoi in terracotta a testa di leone, monete, alcuni oggetti di vetro, tegole con i marchi di fabbrica. Ripulito anche il vicolo che divide la nuova scoperta dalla casa delle Nozze d'Argento. E qui sono emersi due marciapiedi. Altre strutture saranno indagate da qui fino alla fine dello scavo, previsto entro il 2020.
Un ampio capannone realizzato appositamente nell'area non scavata per ospitare i laboratori di restauro raccoglie i reperti: ceramiche, tegole, frammenti di affresco. Qui i lavori erano iniziati a novembre 2017.
Un viaggio nel tempo, perché proprio il 23 marzo del 1748, cioè esattamente 270 anni fa, un ritrovamento fortuito di alcuni reperti nella zona di Civita a Pompei, spostò l'interesse degli scavi che i Borbone da dieci anni stavano conducendo a Ercolano (1738) in quest'area. L'area della scoperta inizialmente fu identificata con la città di Stabiae, la terza sepolta dal vulcano, ma solo nel 1763 ci si rese conto di essersi imbattuti nell'antica città di Pompei.
Il direttore Osanna e il diretto del Grande progetto, il generale dei carabinieri Mauro Cipolletta, parlano di ritrovamenti eccezionali. Qui, non a caso, siamo in un lembo di città non scavata incuneato tra la casa delle Nozze d'Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone. Due domus riccamente affrescate e decorate da numerosi pavimenti a mosaico. Quindi dimore di pompeiani benestanti che non risparmiavano in spese per arredare al meglio le proprie dimore e autorappresentarsi così nella società romana di I secolo d.C., in una media cittadina della provincia campana affacciata sul golfo di Napoli.

Fonte:
napoli.repubblica.it

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