domenica 15 settembre 2019

Tracce di monete bizantine sulla Sindone

Le microparticelle aspirate dalla Sindone di Torino, composte da una
lega di oro e di argento con residui di rame (elettro bizantino)
(Foto: Giulio Fantia & Claudio Furlan 2019)
Tracce di monete bizantine sono state rinvenute sulla Sacra Sindone di Torino, retrodatando la datazione al carbonio del 1988 al XIV secolo, secondo uno studio dell'Università di Padova e di ricercatori americani. All'epoca i risultati dei test affermarono che la datazione del lenzuolo risaliva a una data compresa tra il 1260 e il 1390, periodo compatibile con le prime testimonianze storiche certe dell'esistenza della Sindone.
Lo studio è stato condotto da Giulio Fanti e Claudio Furlan ed ha rilevato la presenza di elettro, una rara e antica lega d'oro e d'argento con tracce di rame. Nello stesso studio è stata esaminata la percentuale di questi elementi nelle monete bizantine dell'XI e del XII secolo ed è stata trovata una piena correlazione. Pertanto la contaminazione del lino con gli elementi componenti le monete è stata ufficializzata.
Monete bizantine in elettro (Foto: Giulio Fantia & Claudio Furlan 2019)
L'ipotesi è che i pellegrini bizantini usassero strofinare il lino, ritenuto quello in cui venne avvolto Gesù, per ricavarne delle reliquie ad uso di venerazione personale. La Sacra Sindone è un telo lungo 4,4 metri e largo 11, recante la doppia immagine di un uomo morto a seguito di una serie di torture culminate nella crocifissione. Le prime notizie storiche della Sindone risalgono al XV secolo, quando il cavaliere francese Geoffroy de Charny costruì una piccola chiesa a Lirey, vicino a Troyes per custodirla. Testi del V-VI secolo d.C. affermano che ad Edessa (odierna Urfa, in Turchia) era conservato un ritratto di Gesù che, con termine greco, viene chiamato Mandylion, impresso su un panno. Si dice che il Mandylion sia stato trasportato a Costantinopoli nel X secolo.
Dopo il sacco di Costantinopoli ed il furto di numerosissimi oggetti preziosi, si presume che la Sindone sia stata trasportata in Grecia, dove era presente la famiglia Charny. Nella prima metà del XV secolo Marguerite de Charny prese la Sindone dalla chiesa di Lirey. Nel 1453 il prezioso lino venne consegnato ai Savoia, che ne rimasero proprietari fino al 1983, anno in cui la Sindone venne ceduta alla Santa Sede.
L'annuncio della presenza di tracce di possibili monete bizantine fatte con una lega formata da oro e argento, confutano di fatto il risultato del radiocarbonio, aprendo nuovi interrogativi e dimostrando che la reliquia era conosciuta ben prima del periodo medioevale e che (questa sarebbe la novità) i test del C14 non erano affatto precisi, proprio come continua a sostenere un gruppo di scienziati, secondo i quali il radiocarbonio non avrebbe tenuto conto della presenza di monossido di carbonio dovuto all'incendio disastroso avvenuto a Chambery nel 1532, nella cappella del castello in cui all'epoca era conservata la reliquia, dentro uno scrigno di argento massiccio.

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