venerdì 16 luglio 2021

Iran, arto di pecora mummificato di 1600 anni fa

Iran, l'arto di pecora mummificato
(Foto: Deutsches Bergbau-Museum Bochum e Museo
Archeologico di Zanjan)

Un team di genetisti ed archeologi provenienti da Irlanda, Francia, Iran, Germania ed Austria ha sequenziato il Dna di una mummia di pecora vissuta 1600 anni fa proveniente dall'antica miniera di sale iraniana di Chehrabad.
Questo straordinario reperto ha rivelato ai ricercatori le pratiche di allevamento delle pecore nel Vicino Oriente Antico ed ha evidenziato come la mummificazione naturale possa influenzare la degradazione del Dna.
La miniera di sale di Chehrabad è nota per la caratteristica di preservare il materiale biologico. E' proprio in questa miniera, infatti, che sono stati recuperati i resti umani dei cosiddetti "uomini del sale", disseccati dall'ambiente salino. La nuova ricerca conferma che questo processo naturale di mummificazione, in cui l'acqua viene rimossa da un cadavere preservando, così, i tessuti molli che altrimenti sarebbero degradati - conserva anche i resti animali.
I genetisti hanno sfruttato questo fenomeno estraendo il Dna da un piccolo taglio di pelle mummificata da una gamba di pecora recuperata nella miniera. Mentre il Dna antico è solitamente danneggiato e frammentato, il Dna della mummia di pecora era estremamente ben conservato. L'influenza della miniera di sale è stata riscontrata anche nei microrganismi presenti nella pelle delle cosce di pecora. L'animale mummificato era geneticamente simile alle moderne razze ovine della regione, il che suggerisce che c'è stata una continuità di almeno 1600 anni, per quel che riguarda questi animali, in Iran.
Il team ha anche sfruttato la conservazione del Dna della pecora per studiare i geni associati al vello lanoso e alla coda grassa, due importanti caratteristiche delle pecore. Alcune pecore selvatiche - come il muflone asiatico - sono caratterizzate da un manto peloso, molto diverso dai manti lanosi presenti, oggi, in molte pecore domestiche. Le pecore dalla coda grassa sono comuni anche in Asia ed in Africa, dove sono apprezzate in cucina e dove si adattano ai climi aridi.
I genetisti hanno scoperto, dall'analisi del Dna, che all'arto mummificato mancava la variante genetica associata ad un mantello lanoso, mentre l'analisi delle fibre al microscopio elettronico a scansione, ha trovato i dettagli microscopici delle fibre del pelo coerenti con le razze pelose o miste. Quindi l'ovino al quale apparteneva l'arto recava varianti genetiche associate alle razze dalla coda grassa e doveva essere molto simile alle pecore oggi visibili in Iran.

Fonte:
tcd.ie


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