sabato 6 novembre 2021

Pompei, nuovissime, eccezionali scoperte: la stanza degli schiavi

Pompei, Civita Giuliana, le ultime scoperte archeologiche
(Foto: pomeiisites.org)

Ultima scoperta a Pompei-Civita Giuliana, si tratta della stanza degli schiavi, un ambiente in stato di conservazione eccezionale che fa parte della villa del territorio di Pompei dove venne rinvenuto il carro cerimoniale e la stalla con i cavalli bardati.
La villa suburbana si trova a nord di Pompei ed è stata indagata nel 2017. I ritrovamenti precedenti sono stati fatti nel quartiere servile. A completare questi ritrovamenti e gli ambienti che sono emersi, arriva ora il rinvenimento di una stanza destinata agli schiavi che lavoravano nella villa.
Uno sguardo straordinario su una parte del mondo antico che normalmente rimane all'oscuro: la stanza offre uno spaccato rarissimo della realtà quotidiana degli schiavi, grazie allo stato di conservazione eccezionale dell'ambiente e alla possibilità di realizzare calchi in gesso di letti ed altri oggetti in materiali deperibili che hanno lasciato la loro impronta nella cinerite che ha coperto le strutture antiche.
Il rinvenimento è avvenuto non lontano dal portico dove, nel mese di gennaio 2021, fu scoperto un carro cerimoniale che attualmente è oggetto di interventi di consolidamento e restauro. A pochi passi dal luogo in cui il prezioso veicolo fu parcheggiato e non lontano dalla vicina stalla scavata nel 2018, ora emerge uno degli alloggi modesti degli addetti che si occupavano del lavoro quotidiano in una villa romana, inclusa la manutenzione e la preparazione del carro.
Nell'ambiente, dove sono state trovate tre brandine in legno, infatti, è stata rinvenuta una cassa lignea contenente oggetti in metallo e in tessuto che sembrano far parte dei finimenti dei cavalli.
I letti sono composti da poche assi lignee sommariamente lavorate che potevano essere assembrate a seconda dell'altezza di chi li usava. Mentre due hanno una lunghezza pari a 1,70 metri circa, un letto misura appena 1,40 metri per cui potrebbe essere di un ragazzo o di un bambino.
La rete dei letti è formata da corde di cui le impronte sono parzialmente leggibili nella cinerite e al di sopra delle quali furono messi coperte in tessuto, anch'esse conservate come cavità nel terreno e restituite attraverso il metodo dei calchi. Al di sotto delle brandine si trovavano pochi oggetti personali tra cui anfore poggiate per conservare possedimenti privati, brocche in ceramica e il vaso da notte. L'ambiente era illuminato da una piccola finestra in alto e non presentava decorazioni parietali.

Pompei, Civita Giuliana, il quartiere rustico della villa suburbana
(Foto: pompeiisites.org)


Oltre a fungere da dormitorio per un gruppo di schiavi, forse una piccola famiglia come lascerebbe intuire la brandina a misura di bambino, l'ambiente serviva come ripostiglio, come dimostrano otto anfore stipate negli angoli lasciati appositamente liberi per tale scopo.
Oggetto di un saccheggiamento sistematico per anni, dopo un'indagine della procura, la villa di Civita Giuliana è dal 2017 oggetto di scavi stratigrafici che hanno restituito una serie di nuovi dati e scoperte a cui si aggiunge ora la stanza degli schiavi. Purtroppo, anche in questo ambiente, una parte del patrimonio archeologico è andato perduto a causa dei cunicoli scavati dai tombaroli che, in tutta la villa, hanno creato un danno complessivo che è stato stimato in quasi due milioni di euro.
"Si tratta di una finestra nella realtà precaria di persone che appaiono raramente nelle fonti storiche, scritte quasi esclusivamente da uomini appartenenti all'élite, e che per questo rischiano di rimanere invisibili nei grandi racconti storici. - dichiara il Direttore Generale, Gabriel Zuchtriegel. - E' un caso in cui l'archeologia ci aiuta a scoprire una parte del mondo antico che conosciamo poco, ma che è estremamente importante. Quello che colpisce è l'angustia e la precarietà di cui parla questo ambiente, una via di mezzo tra dormitorio e ripostiglio di appena 16 metri quadrati, che possiamo ora ricostruire grazie alle condizioni eccezionali di conservazione create dall'eruzione del 79 d.C. E' sicuramente una delle scoperte più emozionanti della mia vita di archeologo, anche senza la presenza di grandi tesori: il tesoro vero è l'esperienza umana, in questo caso dei più deboli della società antica, di cui questo ambiente fornisce una testimonianza unica."

Fonte:
pompeiisites.org

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