Israele, incisioni in greco antico all'interno di un sepolcro (Foto: Menahem Kahana/AFP/Getty Images) |
Gli archeologi israeliani hanno scoperto delle lampade di pellegrini ed altri interessanti reperti all'interno della tomba di Salome, un luogo di sepoltura che prende il nome da una delle donne che, secondo la tradizione cristiana, assistette alla nascita di Cristo.
La tomba è stata scoperta dai tombaroli negli anni '80 del secolo scorso, in quello che oggi è il parco nazionale di Tel Lachish, ad ovest di Gerusalemme. Successivi scavi da parte degli archeologi hanno portato alla luce una camera sepolcrale ebraica risalente al periodo romano, occupata in seguito da una cappella cristiana in epoca bizantina. Un'iscrizione rinvenuta sulle pareti della grotta ha portato i ricercatori a concludere che questo luogo fosse dedicata a Salome, una figura associata comunemente alla nascita del Cristo nella tradizione ortodossa orientale.
Il ruolo di Salome come assistente dell'ostetrica alla nascita di Cristo è raccontato nel Vangelo di Giacomo, un testo abbandonato dalle versioni del Nuovo Testamento utilizzate nella maggior parte delle chiese occidentali.
Fuori dalla grotta gli archeologi hanno trovato i resti di un cortile colonnato di 350 metri quadrati, che fa pensare ad un vero e proprio culto della figura di Salome. Attorno al cortile sorgevano delle botteghe che vendevano lampade di argilla ed altri oggetti ad uso dei pellegrini, alcuni dei quali risalenti al IX secolo d.C., duecento anni dopo la conquista musulmana. Alcune iscrizioni all'interno della grotta sono in arabo e questo ha sorpreso molto gli studiosi.
La tomba è stata scoperta dai tombaroli negli anni '80 del secolo scorso, in quello che oggi è il parco nazionale di Tel Lachish, ad ovest di Gerusalemme. Successivi scavi da parte degli archeologi hanno portato alla luce una camera sepolcrale ebraica risalente al periodo romano, occupata in seguito da una cappella cristiana in epoca bizantina. Un'iscrizione rinvenuta sulle pareti della grotta ha portato i ricercatori a concludere che questo luogo fosse dedicata a Salome, una figura associata comunemente alla nascita del Cristo nella tradizione ortodossa orientale.
Il ruolo di Salome come assistente dell'ostetrica alla nascita di Cristo è raccontato nel Vangelo di Giacomo, un testo abbandonato dalle versioni del Nuovo Testamento utilizzate nella maggior parte delle chiese occidentali.
Fuori dalla grotta gli archeologi hanno trovato i resti di un cortile colonnato di 350 metri quadrati, che fa pensare ad un vero e proprio culto della figura di Salome. Attorno al cortile sorgevano delle botteghe che vendevano lampade di argilla ed altri oggetti ad uso dei pellegrini, alcuni dei quali risalenti al IX secolo d.C., duecento anni dopo la conquista musulmana. Alcune iscrizioni all'interno della grotta sono in arabo e questo ha sorpreso molto gli studiosi.
Fonte:
theguardian.com
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