sabato 21 ottobre 2023

Pompei, "intrighi" elettorali ed un larario con serpenti scoperti nella Regio IX

Pompei, il larario dipinto con serpenti
in stucco (Foto: archeomedia.net)

Iscrizioni elettorali all'interno di una casa. E' quanto emerge dagli ultimi scavi nell'area centrale dell'antica Pompei. I nuovi scavi in corso presso la Regio IX, si legge in una nota del Parco Archeologico, "sono finalizzati a migliorare le condizioni di conservazione delle case e delle botteghe lungo la via di Nola. Dopo la scoperta di una natura morta con focaccia e calice di vino ora è una serie di iscrizioni elettorali, l'equivalente antico dei manifesti e post elettorali di oggi, scoperte nell'ambiente che ospitava il larario, l'altare domestico della casa, a destare stupore".
Normalmente queste scritte si trovano sulle facciate esterne degli edifici, dove il popolo poteva leggere i nomi dei candidati alle magistrature della città. La presenza all'interno dell'abitazione potrebbe però trovare una spiegazione nella prassi di organizzare, all'interno delle case dei candidati e dei loro amici, eventi e cene allo scopo di promuovere la campagna elettorale.
Le iscrizioni invitano a votare un tale Aulus Rustius Verus, candidato per la carica di edile, un personaggio dell'ultima fase di vita di Pompei conosciuto già grazie ad altre iscrizioni e che, insieme a Giulio Polibio, proprietario di una splendida casa su via dell'Abbondanza, negli anni Settanta del I secolo d.C. raggiunse la carica più alta della città, quella di duumvir. La casa, attualmente oggetto di scavo, apparentemente appartenente ad un sostenitore di Aulo Rustio, forse un suo liberto o un amico, ospita anche un panificio caratterizzato da un grande forno, nei pressi del quale, alcuni mesi fa, furono trovate tre vittime dell'eruzione, due donne e un bambino, morti a causa del crollo del solaio durante la prima fase eruttiva.
La presenza del panificio è un fattore tutt'altro che secondario anche nell'ottica della campagna elettorale nell'antica Pompei, dove quello che oggi si definisce "voto di scambio" era all'ordine del giorno, spiega Maria Chiara Scappaticcio, professoressa di Latino presso l'Università Federico II di Napoli. Edili e fornai collaboravano ai limiti della legittimità e, plausibilmente come Giulio Polibio, Rustio Vero potrebbe aver capito fin da subito, quando ancora brigava per diventare edile e nel pieno della sua campagna elettorale, che di pane vive l'elettore. Ciò potrebbe spiegare anche perché le iniziali del candidato, A.R.V., appaiono su una macina di pietra vulcanica, appoggiata nell'atrio della casa, dove nel momento dell'eruzione si stavano facendo lavori di ristrutturazione. Aulo Rustio Vero finanziava, forse direttamente, l'attività del panificio con scopi sia economici che elettorali.
Sull'altare in muratura del grande Larario dipinto caratterizzato da due serpenti in stucco, noti in rarissimi confronti, sono stati, inoltre, rinvenuti resti di un'ultima offerta votiva, probabilmente avvenuta poco prima dell'eruzione. Le analisi archeobotaniche e archeozoologiche hanno permesso di identificare gli elementi che costituivano tale offerta e di riconoscere diverse azioni del rito effettuato. L'offerta era costituita principalmente da fichi e datteri che erano stati bruciati davanti all'altare. Il combustibile utilizzato è rappresentato dai numerosi resti frammentati di noccioli di oliva a cui era aggiunta la pigna con i pinoli, immancabile nei riti che caratterizzano soprattutto i larari. A chiusura del rito è stato posto un uovo intero direttamente sull'altare in muratura del larario. L'altare è stato poi coperto con una tegola.
Sono state inoltre individuate le tracce di precedenti offerte che, oltre a quelle già identificate, includono frutti della vite, pesce e carne di mammiferi.

Fonte:
napolitoday.it via archeomedia.net


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